venerdì 5 febbraio 2010

Sandonatopoli e la grande Pittura della scuola napoletana e dell'Accademia di Belle Arti di Napoli

Sandonatopoli, come ormai sapete, non è solo un blog di informazione ma anche uno spazio aperto dedicato alla musica, all'arte, allo spettacolo.  In questo caso vogliamo dedicare questa pagina ad un argomento molto interessante: La Pittura. 
Abbiamo raccolto opere importanti  e note biografiche su artisti della scuola napoletana del fine '800 inizi '900 e altri grossi nomi del Realismo italiano. Buona navigazione!






Gustavo Pisani (Napoli 1877 - 1969 ) - Mercato di Porta Nolana




 
Marco De Gregorio - Capri




 
Teofilo Patini (Castel di Sangro 1840 – Napoli 1906)



 Teofilo Patini - Tre Pitocchi




 Teofilo Patini - Bestie da soma



 
Edoardo Dalbono (Napoli 1841 - 1915)




  
Edoardo Dalbono - Pescatori di Napoli




 
Gennaro Villani (Napoli, 1885 – 1948)



Gennaro Villani - Terra feconda




 Nicola Ciletti (S. Giorgio La Molara, 1883 –1967)




 
Nicola Ciletti - Il vento



Nicola Ciletti - Donna con le mani al seno 




 Nicola Ciletti - Ritratto di due fanciulli



 Nicola Ciletti - Chiaro di luna sul mulino





Angelo Brando (Maratea 1878 - Napoli 1955)


Angelo Brando - Ritratto di giovane donna


Angelo Brando - Natura morta




Francesco De Nicola (Musellaro di Bolognano 1882 - Napoli 1961)


Francesco De Nicola - Interno con figure





Francesco De Nicola - Ritratto di fanciullo



Francesco De Nicola - I colombi


Francesco De Nicola - Nudo di schiena




Vincenzo Volpe - L'Ardenza


In Europa fra la fine del Settecento e approssimativamente fino al 1830 le più significative espressioni del gusto erano dominate dalle regole del Neoclassicismo. Negli anni Venti dell'Ottocento questo dominio cominciò ad essere contrastato dal Romanticismo, un fenomeno troppo vasto e complesso per poter essere affrontato senza uscire dall'ambito delle arti figurative. Volendo però rimanere in tale ambito, possiamo dire che il Romanticismo, rivendicando i diritti del sentimento e della fantasia, opponeva alla dogmatica imitazione degli antichi la libera creatività individuale e il carattere di soggettiva intimità dell'opera d'arte. Alla equilibrata compostezza classica  sostituiva passione ed impeto. 


Vincenzo Gemito (Napoli 1852 - 1929)


Vincenzo Gemito - L'Adolescente

Anton Sminck v. Pitloo  (Arnhem 1790 – Napoli 1837) 

Anton Sminck v. Pitloo - Dal Monte Nuovo


Anton Sminck v. Pitloo - Coppia di popolani



 
Francesco Paolo Michetti (Tocco da Casauria 1851 – Francavilla al Mare 1929)






 Paolo Vetri (Castrogiovanni 1855 – Napoli 1937)


Paolo Vetri - Zingara 




Tuttavia il Romanticismo all'atto pratico non riusciva a tradurre il suo credo in nuovi modi formali che esprimessero in maniera originale un diverso e più intimo contatto fra Uomo e Natura, ma di fatto mediava con i modi delle vecchie Accademie. Nella sostanza esso si limitava, come dimostra l'ampia produzione di quadri storici, a sostituire temi e personaggi della classcità con quelli del Medioevo, oppure riduceva la comunione fra Uomo e Natura nella rappresentazione di un "paesaggio romantico" in cui marine, monti, alberi e rocce sostituivano simbolicamente le emozioni dell'artista.

Michele Cammarano (Napoli 1835 - 1920)





Michele Cammarano - La Piazza San Marco




 
Gabriele Smargiassi (Vasto 1798 - Napoli 1882)

Gabriele Smargiassi - Mergellina


Gabriele Smargiassi - San Francesco in preghiera 




Napoli fino agli anni dell'Illuminismo e del decennio di dominazione francese, nonostante la sua plurisecolare dipendenza politica non aveva mai sfigurato nel panorama artistico ed intellettuale europeo. Le arti figurative anche quando la restaurazione borbonica avviò la città verso la sua progressiva provincializzazione, conservarono una loro dignità con la scuola di Posillipo, che secondo alcuni critici in un certo senso anticipava l'Impressionismo, soprattutto nell'opera di Giacinto Gigante, per la sua libertà di tocco, nervoso ed impreciso, l'abbreviatura formale e l'ariosa luminosità dello stile.  


Giacinto Gigante (Napoli 1806 - 1876)


Giacinto Gigante - Lungomare




Giacinto Gigante - Dai Campi Flegrei




Giacinto Gigante - Piazza Mercato

Nei primi decenni dell'Ottocento, all'Accademia delle Belle Arti aveva dominato il classsicismo. Tramontati i neoclassici ed esauritasi la Scuola di Posillipo, comparvero sulla scena artistica i cosiddetti "Naturalisti" e "Romantici". Al binomio Pitloo-Gigante che aveva portato la pittura napoletana all'aria aperta, successe il binomio Palizzi-Morelli, che dominarono l'Accademia e l'ambiente pittorico napoletano per il resto dell'Ottocento. Filippo Palizzi (1818-1899), il più rappresentativo di una schiera di fratelli e familiari anch'essi pittori, considerato caposcuola dei "Naturalisti", dette alla sua pittura il carattere di un verismo analitico e descrittivo, introducendo nell'arte napoletana la ricerca naturalistica. Dipinse pastorelle e miti animali, curati nei minimi particolari, che però egli rappresentava in un mondo idilliaco, in cui anche un misero animale ne usciva nobilitato poeticamente. 

Filippo Palizzi (Vasto 1818 - Napoli 1899) 


 
Filippo Palizzi - All'Abbeverata


Filippo Palizzi - Dopo il Diluvio


Filippo Palizzi - Giovinetta alla sorgente


Filippo Palizzi - La fanciulla sulla roccia a Sorrento 





Consalvo Carelli - Gruppo di italiani sulla baia di Napoli




   Consalvo Carelli - Napoli




Domenico Morelli considerato il caposcuola dei "Romantici" locali, pontificò a lungo. Formatosi con gli ultimi epigoni del neoclassicismo, si indirizzò verso la produzione di grandi composizioni di soggetto storico, letterario, religioso, tematiche che spinse ad artificiosi e vistosi effetti creati dalla violenza dei colori e dai contrasti di luce. Stilisticamente operò un eclettismo che contemperava accademismo e naturalismo, rappresentando con verismo figure e cose non viste ma solo immaginate. L'ascendente che Morelli ebbe nell'ambiente pittorico, soprattutto nell'ultimo trentennio dell'Ottocento, contribuì ad avviare la pittura napoletana verso sgargianti virtuosismi.  Palizziani e  morelliani, ovvero Naturalistici e Romantici, spesso erano legati da amicizia personale così come lo erano i due loro capiscuola, anche se tendevano, artisticamente, a contrapporsi. I due gruppi, da angolazioni diverse, nacquero e si svilupparono in antitesi all'Accademismo, nel tentativo di ritrovare il senso vero dell'Arte: i primi la ricercavano nel "Vero", cioè "dentro l'oggetto rappresentato", ed i secondi nella "Ispirazione", cioè "dentro  il soggetto che crea", dentro l'artista.  

 Domenico Morelli (Napoli 1826 - 1901)


Domenico Morelli - Autoritratto



Giuseppe De Nittis  (Barletta 1846 - Saint Geramain en Laye 1884)


Giuseppe De Nittis - Signora Napoletana








  
Antonio Mancini (Albano Laziale 1852 - Roma 1930)



 
Antonio Mancini - Autoritratto




Saranno la convivenza di pittura romantica e naturalistica, gli intrecci delle due tendenze, in dosi e maniere variabili e altalenanti, che caratterizzeranno gli artisti napoletani non solo della restante parte dell'Ottocento, ma anche parte del secolo successivo. 
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