E.on punta all’atomo. Il primo passo del gigante tedesco, anche proprietario della centrale termoelettrica di Tavazzano, verso il nucleare italiano viaggia sul filo dell’alleanza con Gdf Suez, terzo operatore nel gas con più di un milione di clienti. Nei giorni scorsi, i due gruppi hanno firmato un accordo focalizzato sullo sviluppo del mercato dell’energia nucleare in Italia. Insomma non tutte le porte del mercato italiano sono chiuse per E.on che ha addossato proprio alle mutate condizioni economiche la clamorosa rinuncia alla costruzione del gruppo 9, l’impianto a ciclo combinato che avrebbe definitivamente mandato in pensione il più vecchio dei gruppi in funzione. E se anche tra i due interventi non ci sono legami, la scelta di E.on è un’altra doccia fredda per il Lodigiano e per i due comuni che ospitano la centrale di Tavazzano e Montanaso. «E.on è un gruppo internazionale e come tale non può sottrarsi alla direzione presa dal mercato dell’energia nel nostro paese – ha commentato Giuseppe Russo, primo cittadino di Tavazzano -; ovviamente questa scelta non può che aumentare la nostra preoccupazione per il futuro della centrale». Il sindaco è poi entrato nel merito del rispetto dell’accordo in cui rientrano anche le politiche di ambientalizzazione del sito e che nel complesso comprende compensazioni economiche per 11 milioni di euro. «Uno spiraglio è ancora aperto – ha detto Russo – e lo dimostrano le interlocuzioni avviate con il gruppo insieme alla provincia di Lodi in cui la nostra posizione è considerare il protocollo e le relative opere ambientali un vincolo da cui E.on non può sottrarsi». L’investimento sul nucleare però preoccupa gli enti locali soprattutto perché l’impegno potrebbe ulteriormente allontanare E.On dallo stanziamento di risorse per il sito di Tavazzano. «È bene chiarire che si tratta di una tecnologia che non interesserà in alcun modo Tavazzano – ha detto il sindaco di Montanaso, Luca Ferrari - ; per quanto riguarda invece l’ambientalizzazione noi non ci muoviamo di un millimetro e continueremo a richiedere con forza il rispetto degli impegni». Ferrari guarda anche al rinnovo dell’autorizzazione integrata ambientale del ministero, «in cui potremmo chiedere anche tempi più stretti per la bonifica del 7 – ha specificato - : l’autorizzazione era legata alla costruzione del gruppo 9. Con la rinuncia andrà ridiscussa e potrebbe essere la sede per ottenere nuovi vincoli ambientali».Fonte: Il Cittadino
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