sabato 7 gennaio 2012

Codogno - Ospedale, 70 gioielli da salvare

«Salviamo la quadreria dell’ospedale di Codogno». È un appello che cresce di giorno in giorno tra i codognesi quello che riaccende i riflettori sul cattivo stato di conservazione e la mancata valorizzazione degli antichi quadri (oltre una settantina) raffiguranti i tanti benefattori che nel corso dei secoli hanno devoluto lasciti e donazioni all’ospedale di viale Marconi.

Un pezzo di storia di Codogno piagato da anni di incuria e di dignità azzerata. Basti dire che numerose tele almeno dal 2005 giacciono nei magazzini dell’ospedale, «sfrattate» dalle pareti dei vari reparti con l’avvio dei cantieri che proprio a metà degli anni Duemila interessarono il nosocomio. Qualche settimana fa, a vederli ancora abbandonati nei seminterrati dell’ospedale è stato il codognese Pino Pagani, appassionato di storia locale.Uno scenario desolante, con numerosi quadri accatastati su due carrelli metallici, alcuni ricoperti da teli, altri senza protezione. «Qualcuno sembra impacchettato nel cellophane, altri sono lasciati a vista», spiega Pagani che conferma il cattivo stato di conservazione di alcune opere, con cornici ormai sfaldate e colori sgretolati in più punti. «Questi quadri custodiscono la memoria di un importante pezzo di storia di Codogno. Ingiusto che siano trattati così», sottolinea il codognese che nei giorni scorsi aveva segnalato il problema in una lettera a “Il Cittadino”. Non che vada meglio alle tele ancora appese ai muri dell’ospedale. Innanzi tutto non esiste un loro ordine di collocazione, i quadri sono sparsi a caso tra i reparti.C’è poi lo sfregio del tempo che passa: tanto per fare qualche esempio, le tele raffiguranti i benefattori Antonio Ferrari e Carlo Cattaneo hanno perso pezzi di colore, al pari del quadro che ritrae l’avvocato Francesco Cattaneo. Cornice ormai consunta pure per il quadro raffigurante l’ex monaca di Santa Chiara Maria Luigia Crotti, mentre il quadro della benefattrice Antonia Comizzoli si trova sfregiato da un buco grande come una ciliegia. Anche l’imbecillità umana fa poi la sua parte: al terzo piano dell’ospedale, il viso della benefattrice Colomba Maccagni è rovinato da un paio di baffi dipinti a pennarello.Tutti i quadri sono di proprietà dell’Azienda Ospedaliera. In questi giorni anche il direttore sanitario dell’ospedale di Codogno Valerio Tagliaferri ha ammesso il cattivo stato della loro conservazione: «Sono effettivamente trattati male. Del resto la questione è complessa, implica non facili riflessioni logistiche ed economiche». Fortunatamente una nota positiva c’è: i quadri artisticamente più di valore (ad esempio quelli dipinti dal pittore codognese Giuseppe Novello) sono ben custoditi nella sala consigliare che è al terzo piano dell’ospedale. Ad essere raffigurati sono illustri benefattori codognesi appartenenti ad alcune famiglie storiche di Codogno, come gli Alberici e i Bignami.Fonte: Il Cittadino
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