«Salviamo la quadreria dell’ospedale di Codogno». È un appello che
cresce di giorno in giorno tra i codognesi quello che riaccende i
riflettori sul cattivo stato di conservazione e la mancata
valorizzazione degli antichi quadri (oltre una settantina) raffiguranti i
tanti benefattori che nel corso dei secoli hanno devoluto lasciti e
donazioni all’ospedale di viale Marconi.
Un pezzo di storia di Codogno
piagato da anni di incuria e di dignità azzerata. Basti dire che
numerose tele almeno dal 2005 giacciono nei magazzini dell’ospedale,
«sfrattate» dalle pareti dei vari reparti con l’avvio dei cantieri che
proprio a metà degli anni Duemila interessarono il nosocomio. Qualche
settimana fa, a vederli ancora abbandonati nei seminterrati
dell’ospedale è stato il codognese Pino Pagani, appassionato di storia
locale.Uno scenario desolante, con numerosi quadri accatastati su due
carrelli metallici, alcuni ricoperti da teli, altri senza protezione.
«Qualcuno sembra impacchettato nel cellophane, altri sono lasciati a
vista», spiega Pagani che conferma il cattivo stato di conservazione di
alcune opere, con cornici ormai sfaldate e colori sgretolati in più
punti. «Questi quadri custodiscono la memoria di un importante pezzo di
storia di Codogno. Ingiusto che siano trattati così», sottolinea il
codognese che nei giorni scorsi aveva segnalato il problema in una
lettera a “Il Cittadino”. Non che vada meglio alle tele ancora appese ai
muri dell’ospedale. Innanzi tutto non esiste un loro ordine di
collocazione, i quadri sono sparsi a caso tra i reparti.C’è poi lo
sfregio del tempo che passa: tanto per fare qualche esempio, le tele
raffiguranti i benefattori Antonio Ferrari e Carlo Cattaneo hanno perso
pezzi di colore, al pari del quadro che ritrae l’avvocato Francesco
Cattaneo. Cornice ormai consunta pure per il quadro raffigurante l’ex
monaca di Santa Chiara Maria Luigia Crotti, mentre il quadro della
benefattrice Antonia Comizzoli si trova sfregiato da un buco grande come
una ciliegia. Anche l’imbecillità umana fa poi la sua parte: al terzo
piano dell’ospedale, il viso della benefattrice Colomba Maccagni è
rovinato da un paio di baffi dipinti a pennarello.Tutti i quadri sono di
proprietà dell’Azienda Ospedaliera. In questi giorni anche il direttore
sanitario dell’ospedale di Codogno Valerio Tagliaferri ha ammesso il
cattivo stato della loro conservazione: «Sono effettivamente trattati
male. Del resto la questione è complessa, implica non facili riflessioni
logistiche ed economiche». Fortunatamente una nota positiva c’è: i
quadri artisticamente più di valore (ad esempio quelli dipinti dal
pittore codognese Giuseppe Novello) sono ben custoditi nella sala
consigliare che è al terzo piano dell’ospedale. Ad essere raffigurati
sono illustri benefattori codognesi appartenenti ad alcune famiglie
storiche di Codogno, come gli Alberici e i Bignami.Fonte: Il Cittadino