Energia termica gratis al Comune in cambio di un maxi impianto a biogas.
Nasce su queste basi il nuovo insediamento a cascina Pizzo (un megawatt
di potenza), che almeno fino al 2028 (data prevista per la sua
dismissione) produrrà energia pulita. I lavori per la costruzione (che
sono iniziati nel mese di giugno) sono giunti al termine nel mese scorso
e in questi giorni sono stati messi in funzione i digestori. «È
questione di pochi giorni e nelle prossime settimane verrà “agganciato”
alla rete Enel per la vendita dell’energia in eccesso», assicura Giorgio
Scotti che con il cugino Sergio, è titolare dell’azienda agricola. La
Provincia ha dato il via libera e in conferenza di servizi hanno
partecipato altri 16 enti che, a vario titolo, hanno imposto una serie
di prescrizioni per avviare i “macchinari”. Per esempio la
sovrintendenza ha preteso che i digestori fossero non più alti di 6,70
metri fuori terra. Regimentate le emissioni in atmosfera e la
rumorosità, con un monitoraggio annuale delegato alla Provincia (a
scadenza i dati raccolti vanno trasmessi ad Arpa). Il Comune ha
richiesto la realizzazione di una strada di accesso secondaria per
raggiungere l’impianto (finito peraltro nel mirino di un comitato
civico), che dalla provinciale Sordio-Bettola raggiunge il sito senza
passare dal centro abitato e dunque senza causare disagi. Quello che
viene trasformato in biogas è immesso per la produzione: deiezioni
agricole di allevamento, nel caso specifico quelle delle 50mila galline
ovaiole dell’azienda agricola, scarti di lavorazione orticola e cereali
dedicati. Quasi tutto derivante dall’attività dell’azienda e solo in
piccola parte acquistato nel raggio di 5-6 chilometri da produttori
confinanti. «La nostra azienda è autosufficiente dal punto di vista
energetico e con la vendita dell’energia saremo in grado di rientrare
nell’investimento fatto nei prossimi otto anni - spiega Scotti -. Ma la
questione che volevo sottolineare è la perfetta compatibilità ambientale
di questo impianto: mi dà fastidio vederlo paragonato al gassificatore,
da alcuni cittadini. Qui non ci sono odori, non si brucia nulla e non
entrano materiali tossici. Anzi gli odori vengono tolti dal processo al
quale viene sottoposta la pollina per la trasformazione in bioetanolo».
Il digestato viene raccolto in vasche e nell’ordine di 18 mesi disperso
nei campi con minori odori e una maggiore concentrazione organica che
permette di fare a meno di concimi chimici. Ecco perché la famiglia
Scotti, che ha l’impianto vicino a casa (i primi insediamenti urbani si
trovano a 900 metri), ha voluto presentare l’intero complesso, che potrà
essere gestito da un’unica persona, dietro consulenza (e quotidiane
analisi) di biologi con cui c’è un contratto specifico. Ed
effettivamente l’unico rumore che si sente, a due passi dai tre
digestori, è un leggero ronzio.Fonte: Il Cittadino
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