Si chiama Comitato “Stop a nuove case” il gruppo che a Peschiera
Borromeo sta raccogliendo adesioni per presentare un ricorso contro la
decisione della giunta di costruire nuove case a San Bovio. La scelta
dell’amministrazione comunale, in contraddizione con quanto promesso in
fase di presentazione del Piano di governo del territorio “a
residenziale zero”, è stata avallata nel corso di una seduta fiume del
consiglio comunale lo scorso luglio e comporta la costruzione di case su
una superficie di un totale di 11mila metri quadrati, in tre aree
distinte e tutte concentrate nel quartiere di San Bovio. Il nuovo
residenziale, infatti, sorgerà a ridosso dell’oratorio, nei pressi di
via Nassyria e alle spalle di via Umbria. La decisione, fin da subito
era stata accolta molto male dai comitati di residenti della frazione,
convinti di essere già stati sufficientemente “vessati” dal cemento e
dalle costruzioni. «So che i residenti della frazione sono inferociti -
aveva commentato a caldo il sindaco della città Antonio Falletta - e non
ne possono più di vedere il loro quartiere affossato dal cemento, ma
gli interventi previsti sono minimi: 11mila metri quadrati. Altre città
della zona hanno numeri ben diversi per effetto della politica dei
nostri predecessori che avevano costruito per 300mila metri quadrati.
Oltre a questo va detto che l’intervento maggiore prevede anche
l’ampliamento dell’oratorio, un’opera necessaria e attesa da anni; gli
altri due interventi, di via Nassyria e Umbria, sono solo ambiti di
completamento. Va anche detto che questa città, fino a pochi anni fa,
aveva 11 milioni di euro di oneri di urbanizzazione, ora arriva a stento
ai 500mila euro». Spiegazioni che non bastano e non rassicurano i
residenti della frazione peschierese, la stessa da cui arrivarono, nel
2009, i voti determinanti per l’elezione di Falletta. Ora i residenti
vogliono vederci chiaro: «Riteniamo che ad oggi San Bovio abbia dato a
sufficienza, qualcosina rispetto ai servizi è anche arrivata ma è ben
poco rispetto a ciò che serve a una frazione di quasi 6mila abitanti -
dicono i promotori dell’iniziativa -. L’allargamento dell’oratorio, in
cambio di nuove edificazioni residenziali, non basta. Inoltre siamo
stufi di dover subire nuovo cemento in cambio di ciò che dovrebbe essere
un nostro diritto».Fonte: Il Cittadino
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