giovedì 13 dicembre 2012

Peschiera: un comitato contro il cemento

Si chiama Comitato “Stop a nuove case” il gruppo che a Peschiera Borromeo sta raccogliendo adesioni per presentare un ricorso contro la decisione della giunta di costruire nuove case a San Bovio. La scelta dell’amministrazione comunale, in contraddizione con quanto promesso in fase di presentazione del Piano di governo del territorio “a residenziale zero”, è stata avallata nel corso di una seduta fiume del consiglio comunale lo scorso luglio e comporta la costruzione di case su una superficie di un totale di 11mila metri quadrati, in tre aree distinte e tutte concentrate nel quartiere di San Bovio. Il nuovo residenziale, infatti, sorgerà a ridosso dell’oratorio, nei pressi di via Nassyria e alle spalle di via Umbria. La decisione, fin da subito era stata accolta molto male dai comitati di residenti della frazione, convinti di essere già stati sufficientemente “vessati” dal cemento e dalle costruzioni. «So che i residenti della frazione sono inferociti - aveva commentato a caldo il sindaco della città Antonio Falletta - e non ne possono più di vedere il loro quartiere affossato dal cemento, ma gli interventi previsti sono minimi: 11mila metri quadrati. Altre città della zona hanno numeri ben diversi per effetto della politica dei nostri predecessori che avevano costruito per 300mila metri quadrati. Oltre a questo va detto che l’intervento maggiore prevede anche l’ampliamento dell’oratorio, un’opera necessaria e attesa da anni; gli altri due interventi, di via Nassyria e Umbria, sono solo ambiti di completamento. Va anche detto che questa città, fino a pochi anni fa, aveva 11 milioni di euro di oneri di urbanizzazione, ora arriva a stento ai 500mila euro». Spiegazioni che non bastano e non rassicurano i residenti della frazione peschierese, la stessa da cui arrivarono, nel 2009, i voti determinanti per l’elezione di Falletta. Ora i residenti vogliono vederci chiaro: «Riteniamo che ad oggi San Bovio abbia dato a sufficienza, qualcosina rispetto ai servizi è anche arrivata ma è ben poco rispetto a ciò che serve a una frazione di quasi 6mila abitanti - dicono i promotori dell’iniziativa -. L’allargamento dell’oratorio, in cambio di nuove edificazioni residenziali, non basta. Inoltre siamo stufi di dover subire nuovo cemento in cambio di ciò che dovrebbe essere un nostro diritto».Fonte: Il Cittadino

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