martedì 29 ottobre 2013

Greenpeace, i genitori dell'italiano: "Non spegnete la luce sugli attivisti"

ROMA - Una conferenza stampa per "non spegnere le luci" sul caso degli attivisti Greenpeace detenuti da 37 giorni nel carcere di Murmansk in seguito a una protesta pacifica nell'Artico. Presenti Ivan Novelli, presidente di Greenpeace Italia e i genitori di Cristian, reduci da un incontro al Quirinale con il consigliere diplomatico del presidente Napolitano, l'ambasciatore Antonio Zanardi Landi. "Al presidente del Consiglio Enrico Letta - hanno detto - chiediamo un passo diretto per Cristian. Letta deve fare un atto concreto e seguire l'esempio della Merkel che ha telefonato a Putin".

"Siamo riusciti a parlare al telefono con Cristian solo una volta", ha detto Aristide D'Alessandro, padre del ragazzo napoletano, per poi raccontare che ogni attivista possiede una scheda telefonica, ma perché possa rispondere è necessario che la chiamata venga autorizzata dalle autorità. Dell'incontro con Zanardi Landi ha riferito che "ci hanno assicurato che si sta facendo tutto il possibile, ma le attività sono coperte da stretto riserbo".  La madre di Cristian, Raffaella Ruggiero, ha poi parlato delle precarie condizioni di salute del figlio: "Quello che ci preoccupa sono le condizioni in cui è detenuto nostro figlio, che ha già perso molti chili". Infine si è appellata all'umanità del presidente Vladimir Putin: "Mi rivolgo a lui soprattutto in quanto padre e persona di buon senso, che possa trattare questi ragazzi appunto come un padre e compiendo un atto di clemenza". "L'aspetto politico non sono in grado di giudicarlo, ma so che il presidente si era schierato subito dalla loro parte ed è stato il primo a dire che non erano pirati". Quindi, ha concluso, "è possibile che adesso si esprima anche sull'accusa di vandalismo, me lo auguro".

Novelli ha poi voluto ringraziare in modo "non formale il ministro Bonino e il suo staff" in Italia e in Russia. "Ora - ha rimarcato il presidente di Greenpeace Italia - la data chiave sarà il 24 novembre, quando scadrà la carcerazione preventiva degli attivisti. Due giorni dopo ci sarà il vertice Ue-Russia e ci auguriamo che allora il problema sia stato risolto", ribadendo come l'accusa di vandalismo che pende sugli attivisti sia "senza fondamento e diffamante per Greenpeace".

Pochi giorni fa il tribunale russo di Murmansk ha fatto decadere l'accusa di pirateria e l'ha commutata in vandalismo, un reato minore, ma punibile ugualmente con fino 7 anni di reclusione (rispetto ai 15 per l'altro crimine). "Se - ha spiegato Novelli - questa derubricazione venisse confermata non andrebbe comunque bene: infatti nella nostra storia non siamo mai stati accusati di un reato come il vandalismo. Motivo per il quale abbiamo fatto sottoscrivere il nostro appello per la liberazione dei trenta attivisti anche ad alcuni parlamentari italiani. La nostra mobilitazione internazionale continuerà".

"Sono già 67 - ha detto Ermete Realacci, presidente della commissione Ambiente della Camera - i parlamentari che hanno aderito alla campagna #freethearctic30, sottoscrivendo l'appello dell'associazione alla Russia per chiedere il rilascio immediato di tutti gli attivisti dell'Arctic Sunrise e di fermare le trivellazioni petrolifere nell'artico. Tra le firme, che ho consegnato oggi a Greenpeace e che arrivano da i gruppi di Pd, Sel, M5s, Sc e Misto, ci sono anche quelle dei due vicepresidenti di Camera e Senato Valeria Fedeli e Roberto Giachetti".Fonte: La Repubblica

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