mercoledì 6 novembre 2013

Venezia, stop al transito delle grandi navi dal primo novembre 2014


Varato dal governo il piano per "mitigare il traffico nel Canale della Giudecca": dal 1 gennaio 2014 stop al passaggio dei traghetti, stessa data per la riduzione fino al 20% rispetto al 2012 delle crociere di stazza superiore a 40mila tonnellate. Tra un anno divieto definitivo alle navi da crociera superiori a 96mila tonnellate di stazza. Contestazioni dall'Associazione CruiseVenice

ROMA - Dopo il tempo delle polemiche sul transito in laguna delle grandi navi da crociera, per Venezia è finalmente arrivato il tempo delle decisioni. Quelle che il governo ha adottato in una riunione dedicata tenutasi a Palazzo Chigi, in cui è emerso un piano per vietare il passaggio delle grandi navi "dirette o in partenza da Venezia per il canale di Giudecca, in attuazione del decreto Clini-Passera, e di prevedere una nuova via di accesso alla Stazione marittima, individuata nel canale Contorta Sant'Angelo, come diramazione del Canale Malamocco-Marghera" come spiega la nota diffusa da Palazzo Chigi.

"In attesa della realizzazione della nuova via di accesso alla Stazione marittima - si legge nel documento -, dalla riunione è emersa la necessità di mettere in atto al più presto misure efficaci per mitigare significativamente il traffico nel Canale di Giudecca".

Queste misure: "Dal 1° gennaio 2014 dovrà essere vietato il passaggio nel Canale dei traghetti, con conseguente riduzione del 25% dei transiti davanti a San Marco e del 50% delle emissioni inquinanti; dal 1° gennaio 2014 dovrà essere ridotto fino al 20% (rispetto al 2012) il numero delle navi da crociera di stazza superiore alle 40.000 tonnellate abilitate a transitare per il Canale della Giudecca; dal 1° novembre 2014 dovrà essere definitivamente precluso il transito delle navi crocieristiche superiori a 96.000 tonnellate di stazza lorda. Andranno, infine, assicurate una riduzione dello stazionamento giornaliero massimo (non superiore a 5 navi da crociera di stazza superiore alle 40.000 tonnellate) e una contrazione dei passaggi residui nelle ore centrali della giornata, con concentrazione delle partenze e arrivi all'alba e al tramonto".

Alla riunione, presieduta dal presidente del Consiglio, Enrico Letta, hanno partecipato i ministri delle Infrastrutture, Maurizio Lupi, dell'Ambiente, Andrea Orlando, dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, Massimo Bray, il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Filippo Patroni Griffi, il segretario generale di Palazzo Chigi, Roberto Garofoli, il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, il sindaco di Venezia, Giorgio Orsoni, e il presidente dell'Autorità Portuale di Venezia, Paolo Costa.

Nella valutazione di impatto ambientale della opzione indicata dal governo "saranno naturalmente considerate eventuali soluzioni alternative, compresa quella del Canale Vittorio Emanuele - prosegue il comunicato -. Inoltre, in considerazione delle prospettive di sviluppo del porto di Venezia, centrate sulla piattaforma d'altura e sulla bonifica e riconversione del porto di Marghera, si è deciso di promuovere una revisione del Piano regolatore portuale con l'obiettivo, tra l'altro, di definire e realizzare a Marghera siti alternativi rispetto all'attuale terminal crocieristico".

L'Associazione CruiseVenice contesta le decisioni prese a Palazzo Chigi. "Dall'incontro tenutosi oggi a Roma, si capisce che rimangono le navi in Laguna, la centralità dell'attuale stazione Marittima resta immutata e si realizzerà il nuovo canale Contorta-Sant'Angelo voluto dal presidente dell'Autorità Portuale - polemizza il presidente Massimo Bernardo -. Non si capiscono dunque i toni trionfalistici ed entusiatici del sindaco di Venezia che ha perso su tutti i fronti".

Il sindaco, prosegue Bernardo, "può esultare solo per l'assurdo limite dell'ingresso in laguna delle navi con stazza superiore alle 96.000 tonnellate e la conseguente perdita di 180 toccate/anno. Un limite irrazionale, dunque, che poteva essere portato almeno a 110.000 tonnellate, privo di ogni fondamento scientifico che finirà per mettere in ginocchio il porto di Venezia e ne segnerà la fine. Complimenti".

La soluzione non piace nemmeno al Comitato No Grandi navi. "Così non avremo solo il terminal crociere in Marittima con lo scavo del Canale Contorta Sant'Angelo, oppure il nuovo terminal crociere a Porto Marghera. No, li avremo tutti e due! Questo, almeno, per chi crede davvero che in futuro verrà dato al sindaco, Giorgio Orsoni, il contentino del "suo" nuovo porto crociere nel luogo che prima o poi avrà la cortesia di indicare alla città.

A leggere il suo comunicato, il sindaco abbozza e gongola nonostante la pesante sconfitta sullo scavo del Contorta, ma se qualcuno crede di spegnere il movimento cittadino contro le grandi navi agitando altrettanti contentini come la riduzione dal 1. gennaio 2014 del 20 per cento delle navi oltre le 40 mila tonnellate di stazza lorda in Bacino San Marco o il divieto di accesso in laguna delle navi oltre le 96 mila tonnellate dal 1. novembre 2014 si sbaglia di grosso.

Incassiamo quel po' di buono che c'è nella decisione romana, lo consideriamo come una prima vittoria della nostra mobilitazione che ha portato a livello mondiale lo scandalo del crocerismo a Venezia, ma la battaglia certo non si ferma e prosegue, spostandosi intanto in sede di Valutazione di impatto ambientale sul devastante progetto del Contorta".
Fonte: La Repubblica

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