La
morte di A.B., il ciclista 30enne egiziano travolto e ucciso da un
furgone a Milano, ha riaperto con forza la discussione inerente la
sicurezza per coloro che si spostano utilizzando le due ruote a pedali.
Il nordafricano è deceduto a seguito di una tragica fatalità, viziata
però dal gesto imprudente dell’autista di un bus privato, che ha aperto
improvvisamente la portiera. Per evitare l’impatto, A.B. ha sterzato
bruscamente, finendo per essere travolto da un furgone che proveniva
dalla direzione opposta. Alla luce dell’accaduto, le associazioni degli
amanti delle due ruote, tra cui Ciclobby, Fiab e Critical Mass, si sono
date appuntamento sul luogo dell’incidente nella mattinata di oggi,
martedì 17 dicembre. I partecipanti, tutti con un drappo rosso al
braccio per ricordare A.B., seduti lungo corso Europa nel cuore del
traffico cittadino, hanno dato vita a un raduno di protesta. La volontà è
stata quella di chiedere maggior sicurezza a favore dei ciclisti
milanesi, costretti a spostarsi lungo strade pericolose, definite a
“misura dei mezzi a motore”.Fonte: 7giorni
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