Se ne va senza lasciare danni, la piena del Po che da domenica ha tenuto
con gli occhi incollati sul Grande fiume. Ieri mattina alle 11.30
infatti il livello ha raggiunto il picco massimo dei 6 metri e 28
centimetri sopra lo zero idrometrico a Piacenza e di lì in poi ha
“ballato” per alcune ore con oscillazioni tra i 6.20 e i 6.25. Una piena
“morbida” insomma come si dice in gergo, traducendo quella che il
Servizio piena di Parma aveva definito una criticità tra ordinaria e
media.
«Il colmo di piena sta transitando in questo momento - riferiva
ieri pomeriggio l’ingegnere Aipo Gaetano La Montagna -, l’ondata è
piuttosto piatta nel senso che dalle osservazioni risulta spalmata
nell’arco di diverse ore tanto che il picco di 6 metri e 28 è durato un
attimo dopo di che il Po è tornato sui 6 metri e 25». L’andamento
lineare ha caratterizzato anche le ore successive, come dimostra il
fatto che alle 14.30 di ieri il livello si attestava ancora sui 6.25 e
alle 16.30 si era spostato di un pelo a 6.23. Stando agli esperti la
discesa vera e propria potrebbe essere iniziata durante la notte appena
trascorsa o ritardata al massimo a questa mattina.«Bisogna considerare
che le oscillazioni possono dipendere in parte dagli strumenti - ha
fatto notare l’ingegnere La Montagna -, come dicevo infatti il Po si sta
mantenendo costante ed è difficile stabilire se quel centimetro o due
di differenza siano da considerare l’inizio della discesa oppure
semplici oscillazioni strumentali».Ad incidere sul tempo che la piena
impiegherà ad andarsene sono poi le condizioni atmosferiche nella fascia
alpina, da dove i segnali che arrivano sembrano piuttosto
incoraggianti: le previsioni meteorologiche annunciano infatti un
graduale miglioramento nei prossimi giorni e se sarà così i bacini a
monte non dovrebbero più scaricare altra acqua a
fondovalle.«Occorreranno comunque dei giorni prima che il livello del Po
ritorni a quello iniziale perché non si tratta di un canale artificiale
che si sta svuotando e torna allo zero, di certo però rientrerà sotto
il livello di guardia». Che a Piacenza equivale a più 5 metri
sull’idrometro. In ogni caso, una volta scavallati i 6 metri, la discesa
avverrà più velocemente, per cui basta avere un po’ di pazienza. E ora
che il peggio è alle spalle si può stimare un bilancio dell’esondazione
nella provincia di Lodi alquanto rassicurante: l’acqua ha invaso infatti
soltanto le aree di golena aperta, vale a dire affacciata sul fiume,
mentre quelle protette dalle arginelle sono rimaste asciutte.Fonte: Il Cittadino