Un muro di fiamme, che si è alzato di alcuni metri. Il fuoco ha invaso
gli appartamenti, devastato il tetto di una casa. Gli abitanti sono
dovuti fuggire in fretta. Una donna anziana, di oltre 70 anni, è rimasta
bloccata al secondo piano. Per salvarla sono dovuti intervenire i
pompieri con un’autoscala. Alla fine il bilancio è stato di quattro
residenti portati al pronto soccorso. Sono stati sottoposti ad
accertamenti all’ospedale di Lodi. Le operazioni per la messa in
sicurezza dello stabile, interessato dal rogo (in via Callisto Piazza al
civico 9), sono durate quasi tutta la giornata.
Il palazzo è stato
quindi dichiarato inagibile e diverse famiglie sono state fatte
evacuare. L’incendio è scoppiato ieri verso le 12.30, in pieno centro
storico a Lodi. Gli abitanti della zona hanno cominciato a vedere una
scia di fumo, che usciva dal secondo piano di una casa di via Callisto
Piazza, traversa di via Solferino. Sono stati subito avvertiti i
pompieri, che sono arrivati sul posto con diverse autopompe,
un’autobotte e un’autoscala. Per consentire lo svolgimento delle
procedure di emergenza, sono state chiuse al traffico sia via Callisto
che via Solferino. Sono state posizionate delle transenne per isolare il
luogo del disastro. Arrivati davanti all’edificio, i vigili del fuoco
hanno cercato subito di mettere in salvo i residenti. Molti erano già
fuori, aiutati dai vicini e dai titolari del bar d’angolo “My way”. Una
signora anziana era invece rimasta bloccata al secondo piano, vicino
alla casa da dove si erano sprigionate le fiamme. È stato necessario un
intervento tempestivo dei pompieri, per salire con la scala alla sua
finestra e farla scendere. Più tardi gli abitanti sono stati ospitati
nel locale vicino, in attesa dei soccorsi. Sono arrivate sul posto
un’automedica del 118, un’ambulanza della Croce rossa di Lodi e una
della Croce bianca di Paullo. Quattro residenti del palazzo di via
Callisto hanno avuto bisogno di cure mediche. Nessuno pare fosse in
gravi condizioni. Sono stati comunque trasportati al pronto soccorso per
una sospetta intossicazione: avevano respirato del fumo e hanno avuto
bisogno di un po’ di ossigeno. A fare scoppiare il tremendo incendio
pare sia stato un pentolino con dentro dell’olio, che era sui fornelli
accesi. Sembra che l’olio sia finito sul fuoco e da lì in un attimo un
intero palazzo è bruciato. In particolare è stato distrutto tutto il
secondo piano e il tetto dell’immobile, che solo cinque anni fa era
stato interamente riqualificato dalla proprietà dello stabile. Le
rifiniture e le coperture degli appartamenti erano in legno e in un
baleno il fuoco si è propagato. Le manovre per lo spegnimento sono
durate ore. Alle ore 16 dagli alloggi usciva ancora una lieve colonna
nera che si alzava in cielo. In via Callisto ci sono stati anche momenti
di terrore, per una sospetta fuga di gas da un’abitazione. Sono stati
fatti sloggiare i palazzi vicini. Ed è stata interrotta temporaneamente
la fornitura di gas. Infine nel pomeriggio è stato dichiarato inagibile
tutto il palazzo. Le fiamme avevano distrutto un intero piano del civico
9. Gli altri livelli non sono bruciati. I vigili del fuoco hanno però
evidenziato problemi di tenuta statica dell’edificio. Per questo, sette
famiglie dovranno nelle prossime notti dormire fuori di casa. Al piano
terra del palazzo bruciato si trova poi la sede della Società operaia di
mutuo soccorso, storico sodalizio lodigiano che ha appena compiuto i
suoi 150 anni di storia. È stata premiata persino in consiglio comunale,
come una delle istituzioni culturali di maggiore tradizione in città.
Vanta un patrimonio archivistico immenso, ora raccolto nel centro studi e
documentazione intitolato a Tiziano Zalli, che era stato da poco
risistemato. Per un po’ si è temuto che anche i volumi fossero stati
intaccati, rovinati dai fiumi d’acqua che sono stati versati per
spegnere le fiamme. Ma subito i membri della società si sono dati da
fare per spostare in una stanza protetta tanti volumi e documenti, che
al momento sembrano fuori pericolo. La Società operaia di mutuo soccorso
è anche la proprietaria dei sei alloggi (alcuni andati distrutti) che
ci sono nello stabile, che sono concessi a canoni sociali per inquilini
bisognosi. Per la messa in sicurezza della zona sono intervenuti inoltre
i vigili della polizia locale, poi la questura e i carabinieri.Fonte: Il Cittadino