martedì 31 gennaio 2012

I piccioni sono il flagello dell’agricoltura

Nel Parco Agricolo Sudmilano il piccione è l’animale selvatico più infestante. Più della nutria, del corvo e del cinghiale adattato alla pianura. Secondo la Coldiretti Lombardia sono destinati a crescere fra 2010 e 2011 gli indennizzi richiesti dalle aziende per i danni determinati da fauna stanziale endemica, dove i piccioni si installano in cima alla graduatoria come nuova bestia nera.
Secondo la Provincia di Milano, che parla con la voce dell’assessore Luca Agnelli, «il tetto dei risarcimenti chiesto all’ente provincia mostra un aumento stimabile da 150 a 180mila euro, anche se i dati risentono del maggiore o minore numero di denunce inoltrate. Farei notare però che il controllo delle specie infestanti e delle emergenze fitosanitarie è uno dei compiti storici dell’ente provinciale». Coldiretti Lombardia ha emanato ieri una statistica nella quale calcola percentuali di danno attribuibili a singole specie infestanti nell’arco di tempo corrispondente all’anno alle spalle. La fotografia inquadra i piccioni come la popolazione animale responsabile della quantità di danneggiamento superiore a qualunque altra. La ripartizione assegna a piccioni e corvi il 44 per cento del danno complessivo dichiarato e sottoposto a indennizzo; alle nutrie il 24,7, a cinghiali il 9,7 e il restante ad altre cause derivanti dall’alterato equilibrio nella fauna. In ettari, il calcolo è di 110 ettari, più di un milione di metri quadrati, ridotti a sterile in tutta la regione dagli stormi di colombi e di cornacchie senza più competitori naturali. Nel Sud est Milano l’Atc 1, ambito territoriale di caccia 1, corrispondente alla zona della via Emilia, stima una sorta di testa a testa fra piccione comune (assieme ai corvi) e nutria nella fonte di danno: in un anno arrivano domande per 45mila euro dalle prime due specie, per 49mila dal roditore che ormai è il primo inquilino delle nostre rogge. Le cause dell’incontenibilità delle due specie volatili più comuni sono note e in larga parte corrispondono al puro e semplice fatto che nutrie, corvi e piccioni sono al vertice della catena alimentare dopo la riduzione a cifra simbolica di rapaci e mammiferi predatori. Orde di colombi e corvi contendono alle vacche in mangiatoia i cereali o razziano l’insilato di orzo, mais e soia. «Insieme alle nutrie - afferma Carlo Franciosi, presidente della Coldiretti di Milano, Lodi e Monza Brianza - i piccioni sono ormai fra quelle specie infestanti che vanno a interferire non solo con la produzione agricolo zootecnica, ma con tutto l’equilibrio ecologico del territorio». «Non vorrei però che qualcuno pensasse a un’emergenza con rischi per l’uomo - riflette ancora l’assessore Agnelli - la Provincia fa le sue delibere di contenimento delle popolazioni, dalla diabrotica al tarlo asiatico fino alla parassitosi delle bovine da latte. Conosciamo il problema che abbiamo davanti».Fonte: Il Cittadino
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