''Almeno 1.600 di tonnellate di gasolio e almeno 812 tonnellate di olio
combustibile''. Questi i numeri inseriti dal pm di Monza Emma
Gambardella nell'avviso di chiusura dell'indagine sullo sversamento di
idrocarburi nel fiume Lambro, avvenuto il 22 febbraio del 2010. Sono sei
gli indagati, accusati a vario titolo di aver violato la norma sul
pagamento delle accise, e di disastro, ipotesi contestata a quattro, tra
cui gli amministratori dell'azienda di Villasanta, Giuseppe e Rinaldo
Tagliabue. Secondo quanto ricostruito dalle indagini, in
sostanza, vi sarebbe stato un maggior volume di carburante in entrata e
in uscita rispetto a quello 'ufficiale', con accise evase per circa 5
milioni di euro. Il disastro sarebbe stato provocato, sempre secondo
l'accusa, per abbassare il livello di olio combustibile ancora presente
perche' in sostanza si avvicinasse a quello che risultava dalla
contabilita' ufficiale. Secondo il capo di imputazione i quattro ai
quali e' contestato il reato ''agendo direttamente o dando incarico a
terzi non identificati'', facevano fuoriuscire nel piazzale della
Lombarda Petroli ''almeno 1.600 tonnellate di gasolio e almeno 812
tonnellate di olio combustibile''. ''Successivamente fingendo di
coordinare i soccorsi - si legge in un altro passaggio dell'avviso di
chiusura indagini - davano ordine agli operai intervenuti di versare
l'acqua sugli idrocarburi presenti sul terreno con lo scopo di aumentare
i quantitativi del prodotto disperso e far perdere le tracce degli
ammanchi (..) cosi' causando la tracimazione del prodotto''. Nelle carte
si parla di ''inquinamento ambientale delle acque e delle coste con
morie di pesci, molluschi e uccelli''.Fonte: Ansa.it