Sono tre le fornaci nascoste nel sottosuolo malerino. Nella Bassa sono
giunte al termine le indagini della Soprintendenza per i beni
archeologici alla cava Gallotta. «Le indagini sono quasi concluse ma una
decisione davvero definitiva verrà presa tra una decina di giorni, - ha
spiegato Stefania De Francesco, responsabile della Soprintendenza per i
beni archeologici del Lodigiano - comunque le fornaci ritrovate sono
tre, databili tutte in epoca rinascimentale - moderna, indicativamente
tra il XV e XVIII secolo». «Purtroppo, finora, - ha concluso la De
Francesco - non sono stati rinvenuti materiali che consentano una
datazione più precisa».
Dal primo ritrovamento, l’attività della cava di
Maleo non è mai stata interrotta ma il suo destino definitivo lo si
conoscerà solo al termine delle indagini delle archeologhe: antichità
delle fornaci e soprattutto lo stato di conservazione in cui versano
sono i criteri chiave, da cui dipende il futuro della nuova cava
malerina. Il primo ritrovamento era avvenuto tre mesi fa durante i
regolari controlli della Soprintendenza nel corso della fase di
sterramento della cava. Gli addetti ai lavori avevano scoperto nelle
profondità malerine una fornace di origine post-medievale, dei primi
anni del Rinascimento.In realtà il ritrovamento di fornaci nel
sottosuolo lodigiano non è un fatto inusuale. La fornace infatti è la
costruzione disposta per la cottura dei materiali argillosi: laterizi,
vasi e statue. Nel Lodigiano l’uso di questi “forni” ha radici lontane, a
partire dall’epoca romana, proprio per l’esigenza del territorio di
disporre di pietre artificiali, in assenza di pietre naturali adatte a
costruire.La cava al centro degli affascinanti ritrovamenti rientra nel
Piano cave varato dalla Provincia di Lodi su delega di Regione
Lombardia, per cui il Comune ha stipulato con la ditta escavatrice
Gallotta una convenzione.L’accordo prevede una tariffa di escavazione
più vantaggiosa rispetto alla minima regionale, il contenimento degli
orari di attività estrattiva a beneficio dei residenti, la
riqualificazione delle strade comunali e di una rotatoria. Questa cava
da 19 milioni di metri cubi si affianca a quella in fase di esaurimento
della Geroletta, sempre a Maleo, (da 1 milione 300 mila metri cubi)
mentre è in cantiere la possibilità di scavare altri 600 mila metri cubi
dalla prima cava, con un ampliamento.Fonte: Il Cittadino