venerdì 12 febbraio 2010

Nucleare, è ritornato l’incubo di Caorso

Nel Lodigiano torna l’incubo Caorso. 

Il governo ha dato definitivamente il via libera al nucleare. Il consiglio dei ministri, infatti, ha approvato il decreto legislativo sulla disciplina della localizzazione, della realizzazione e dell’esercizio di impianti di energia elettrica nucleare, dei sistemi di stoccaggio del combustibile e dei rifiuti radioattivi. Mentre in rete esplodono gli appelli da firmare contro questa scelta, il senatore del Pd Gianni Piatti e il senatore Natale Ripamonti vanno all’attacco: «I siti sono già stati decisi, ma non li comunicano ora per ragioni elettorali - spiega quest’ultimo -, secondo quanto ci risulta Caorso è uno di quelli». Già a dicembre, infatti, era spuntato il famoso dossier inviato dall’Enel al governo e l’amministratore della società Fulvio Conti aveva dichiarato alla stampa che non ne avrebbe svelato i contenuti «nemmeno sotto tortura». Secondo i verdi, però, oltre a Caorso, i siti individuati sarebbero Montalto di Castro (Viterbo), Borgo Sabotino (Latina), Garigliano (Caserta), Trino Vercellese, Oristano, Palma (Agrigento) e Monfalcone (Gorizia). «Il governo - dice Ripamonti - dovrebbe smentire, ma non l’ha ancora fatto. Si è limitato a dire che non c’è nessun elenco».Il Pd ha organizzato un incontro pubblico, proprio a Caorso, venerdì prossimo, con il candidato regionale Filippo Penati e quelli provinciali del Pd, tra i quali Fabrizio Santantonio. «In quell’occasione lanciamo la petizione popolare - commenta Piatti -. Individuare i siti sui quali il privato farà domanda per allocare le centrali è un altro modo per scaricare le responsabilità. La cosa grave è il conflitto che coinvolge la corte costituzionale. Nel primo governo Prodi eravamo riusciti a dare ai cittadini i poteri per quanto riguarda la produzione industriale. Il governo non può imporre le centrali e militarizzare i siti, non succede nemmeno in Francia dove ne hanno a bizzeffe. Le regioni hanno già fatto ricorso. Se consideriamo che si sono spesi un miliardo e mezzo di euro per dismettere i vecchi impianti c’è veramente da piangere».Fonte: Il Cittadino

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