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lunedì 16 agosto 2010

I Comuni del centro lodigiano - Lodi

L'Adda che attraversa la città (nella foto) - La città fu fondata il 3 agosto 1158 da Federico Barbarossa, in seguito alla distruzione dell'antico borgo di Laus Pompeia, già municipium romano, sede vescovile e libero comune. Durante il Rinascimento conobbe un periodo di grande splendore artistico e culturale, dopo aver ospitato nel 1454 lo storico trattato tra gli Stati regionali italiani noto come Pace di Lodi.
Il territorio comunale è attraversato dall'Adda e da numerosi altri corsi d'acqua, tra cui il canale della Muzza  (che ne segna il confine ad ovest), la roggia Bertonica e la roggia Molina (il cui tratto urbano è oggi quasi del tutto sotterraneo). In epoca medievale la città era lambita dal lago Gerundo: il territorio era in gran parte paludoso e insalubre, ma grazie alle opere di ingegneria idraulica e al lavoro dei monaci cistercensi e benedettini fu bonificato e trasformato in una delle regioni più fertili d'Europa. L'attività agricola è favorita anche dalle abbondanti acque irrigue delle numerose risorgive presenti.
Piazza della Vittoria, denominata piazza Maggiore fino al 1924, rappresenta il cuore della città: su di essa si affacciano, in particolare, la Basilica Cattedrale della Vergine Assunta ed il palazzo Municipale (palazzo Broletto). Caratterizzata da una pianta quadrangolare, è un raro esempio di piazza porticata su tutti i quattro lati. Tale singolare peculiarità, unita all'eleganza dei palazzi che vi si affacciano (molto vari per colori e dimensioni) la rende un luogo particolarmente suggestivo, tant'è che il Touring Club Italiano l'ha inserita nel 2004 nella lista delle piazze più belle d'Italia. La selciatura della piazza, nel tipico "ricciato" lombardo costituito da ciottoli di fiume, risalirebbe al 1471 oppure, secondo alcune fonti, al XVIII secolo.

domenica 15 agosto 2010

I Comuni del centro lodigiano - Sant'Angelo Lodigiano

Castello Bolognini (nella foto) - In età napoleonica (1809-16) al comune di Sant'Angelo furono aggregate Castiraga da Reggio e Vidardo, ridivenute autonome con la costituzione del Regno Lombardo-Veneto. Nel 1864 Sant'Angelo assunse il nome ufficiale di Sant'Angelo Lodigiano, per distinguersi da altre località omonime. 
La cittadina aggregatasi, intorno a opere difensive su una piccola altura, è oggi un vivace centro agricolo e industriale.Il castello, costruito per contrastare quello di Lodi, fu terminato nel 1224 e poi rimodellato nel 1370 da Regina della Scala, moglie di Bernabò Visconti, che ne fece la sua dimora preferita. Nel 1452 Francesco Sforza infeudò a Sant'Angelo Matteo Bolognino, conferendogli il cognome di Attendolo. La rocca, di pianta rettangolare con torri agli angoli, racchiude un cortile d'impronta medievale. Nel castello hanno sede tre musei: il Museo storico-artistico "Morando Bolognini", con arredi e dipinti dal 1700 al 1900, armature e cancelli in ferro battuto; il Museo del pane, con una raccolta di pezzi provenienti da ogni parte del mondo; il Museo lombardo di Storia dell'Agricoltura, con documenti e reperti dal Neolitico all'età romana, nonché attrezzi della prima meccanizzazione agricola. A Sant'Angelo ha sede anche la casa natale di S. Francesca Cabrini, patrona degli emigranti, con annesso museo e centro di documentazione. Singolare la biografia di questa santa: fondatrice nel 1880, a  Codogno, dell'Istituto delle Missionarie del Sacro Cuore di Gesù, tra il 1886 e il 1915 partecipa a decine di traversate atlantiche durante le quali presta sostegno alle migliaia di emigranti che partivano in cerca di fortuna in America. Stabilitasi nel Nuovo Continente, promosse colà la fondazione di ospedali, scuole e ospizi. Morì a Chicago nel 1917. Per la sua coraggiosa opera di assistenza e soccorso ai poveri e ai deboli è stata santificata nel 1946.

domenica 4 luglio 2010

I Comuni del centro lodigiano - Galgagnano

Chiesa di San Sisinnio (nella foto) - Possesso del vescovo di Lodi fino al 1142, fu ceduto a Uberto dei Casetti, e la sua chiesa fu, fino al 1440, centro di circoscrizione plebana.
Trovandosi in una terra fertile e ricca di rogge e fontanili, il paese ha conservato l´antica fisionomia rurale. Attualmente però la chiesa appare mutata, dopo numerosi rifacimenti.In età napoleonica (1809-16) Galgagnano fu frazione di Quartiano, recuperando l'autonomia con la costituzione del Regno Lombardo-Veneto. L'unico edificio di rilievo è la parrocchiale intitolata a San Sisinnio martire, costruita nel 1540. Prosperano una decina di aziende agricole, di proprietà dell´Ospedale Maggiore di Lodi, la cui conduzione viene affidata alla gente del posto. L´industria è presente in particolare nel settore meccanico con le Officine Curioni (che occupano la maggioranza della forza lavoro locale), e con altre industrie minori come la Flexotecnica e la Sycla. Da segnalare un modesto centro ippico alla cascina Bellaria.

sabato 26 giugno 2010

I Comuni del centro lodigiano - Marudo

Cascina Rancati (nella foto) - Marudo appartenne, dopo il X secolo, dapprima al monastero di Santa Cristina da Ollona, poi al monastero di San Pietro di Lodi e ad altri enti ecclesiastici della città. Nel XVIII secolo passò agli Archinto e poi ai marchesi Cusani (1787). In età napoleonica (1809-16) Marudo fu frazione di Caselle, recuperando l'autonomia con la costituzione del Regno Lombardo-Veneto. Nel 1869 al comune di Marudo vennero aggregati i comuni di Castiraga da Reggio e Vidardo[2]; nel 1902 entrambe le frazioni furono di nuovo scorporate, andando a formare un nuovo comune unico, detto Castiraga Vidardo. Il nome deriva da "maturo". La parrocchiale, dedicata ai SS. Gervaso e Protaso, venne eretta nel 1790 sulle macerie di un piccolo oratorio, di cui rimangono tracce in alcuni frammenti di affreschi conservati nella chiesa stessa. Il terreno, fertile e argilloso, ha sempre favorito l'agricoltura, soprattutto la coltivazione del riso, che ancor'oggi rappresenta una sensibile fetta dell'economia di Marudo: sono presenti un buon numero di aziende agricole, per lo più a conduzione diretta, ed è diffuso anche l'allevamento di bovini. Non mancano però alcune imprese artigiane. La maggioranza della popolazione trova però lavoro nell'industria milanese, con un pendolarismo di oltre il 50%.

domenica 20 giugno 2010

I Comuni del centro lodigiano - Valera Fratta

Cascina Casone

Valera Fratta conta 1.206 abitanti (Valeriani) e ha una superficie di 8,2 chilometri quadrati per una densità abitativa di 147,07 abitanti per chilometro quadrato. Sorge a 78 metri sopra il livello del mare. Il comune di Valera Fratta ha fatto registrare nel censimento del 1991 una popolazione pari a 931 abitanti. Nel censimento del 2001 ha fatto registrare una popolazione pari a 1.206 abitanti, mostrando quindi nel decennio 1991 - 2001 una variazione percentuale di abitanti pari al 29,54%.
La cascina Casone è un edificio a pianta longitudinale rettangolare con portico quadrato retto da colonnine in ferro posto sull'ala sinistra del lato rivolto verso l'aia e pareti in muratura intonacata. Il tetto è a 4 falde a padiglione a pianta rettangolare, coperto da coppi in laterizio. Sul lato rivolto verso l'aia presenta un frontone triangolare intonacato. Fienile B: edificio a pianta rettangolare con portico a pilastri sul lato rivolto verso l'aia e pareti e pilastri in muratura a corsi regolari. Il tetto è a padiglione a pianta rettangolare a 4 falde asimmetriche, coperto da coppi in laterizio. Fienile C: edificio a pianta rettangolare con parete a muratura forata a blocco e pilastri in muratura a corsi regolari. Il tetto è a padiglione a pianta rettangolare a 4 falde asimmetriche, coperto da coppi in laterizio. Deposito D: edificio a pianta rettangolare con pareti in muratura intonacata e pilastri in muratura a corsi regolari. Il tetto è a 2 falde simmetriche, coperto da coppi.

giovedì 17 giugno 2010

I Comuni del centro lodigiano - Merlino

 Castello Marzano

Il paese, il cui nome probabilmente è di origine romana e deriva da “locum Merle”, è situato nell'alto Lodigiano ai confini con le provincie di Milano e Cremona ed è delimitato ad est dal fiume Adda e ad ovest dal canale Muzza.
Inizialmente feudo dei conti di Merlino, nel 1370 la terra fu donata da Bernabò Visconti alla moglie Regina della Scala, per poi diventare di proprietà della famiglia del conte Belgioioso che la occupò dal 1647 al 1782.
La principale risorsa economica di Merlino è sicuramente l'agricoltura, con alcune cascine a conduzione diretta, ma negli ultimi anni si è sviluppato anche il settore dell'industria e del commercio e si è potuto assistere alla nascita di qualche laboratorio artigianale. Insieme alle sue frazioni il comune vanta un patrimonio naturalistico, architettonico e culturale di tutto rispetto ma ancora sconosciuto a molti.
Numerose sono infatti le occasioni che ultimamente vengono proposte ai cittadini allo scopo di promuovere il turismo e valorizzarne il territorio. I posti più interessanti da visitare sono sicuramente il Palazzo Carcassola a Marzano ed il Santuario di San Giovanni al Calandrone ma piacevole è anche solo poter passeggiare per il paese ed ammirare gli splendidi ed originali mulini o l'antica pesa pubblica in frazione Vaiano, fermandosi ad acquistare i tipici prodotti locali, fino ad arrivare sulle sponde del fiume Adda per ammirare la suggestiva cascata in località Bocchi.

giovedì 3 giugno 2010

I Comuni del centro lodigiano - Pieve Fissiraga

Cascina Malguzzana nel territorio comunale di Pieve Fissiraga

Pieve Fissiraga è località medievale. Ma il suo territorio fu abitato da coloni romani, stanziati lungo il tratto laudense della via Placentia - Laus Pompeia - Mediolanum (ancora oggi riconoscible a partire da Pieve de' Guazzi verso nord), fra il terzo ed il secondo miglio a sud di Laus Pompeia. Anzi, oggi si pensa che il toponimo di "Fissiraga" possa provenire da un latino flexurata, che dovrebbe indicare la curvatura di un terreno posto lungo l'ansa di un corso d'acqua. Per secoli e secoli i contadini lavorarono le terre e si distinse una famiglia che, il nome del luogo, assunse il gentilizio di De Fuxiraga. Costoro divennero i signori della località e costruirono (probabilmente nel corso del sec. X) un castello/ricetto per le popolazioni agricole, dove oggi sorge la Cascina Fissiraga, e poi anche una cappella (nota dal 1211), dedicata a Santa Giustina martire di Padova nel sec. IV. Nella seconda metà del sec. XII i Fissiraga si inurbarono nella nuova Lodi, dove primeggiarono ottenendo il consolato cittadino con Vincenzo (1183.1187.1195), che fu anche ambasciatore di Lodi alla dieta di Costanza (1183), e con Ambrogio (1188), finchè raggiunsero l'apogeo della notorietà con Bongiovanni, Vescovo di Lodi (1252-86), e con Antonio (= 1327) signore di Lodi ed avversario di Matteo Visconti, sempre militando a capo della frazione guelfa dei Sommariva. Nella prima metà del sec. XIII la chiesa di Fissiraga divenne centro di una plebe ("pieve"), vale a dire sede di un arciprete, da cui dipendevano le cappelle circonvicine. Ne conosciamo per nome un solo arciprete di questo primo periodo, Trusso, che però nel 1252 era già entrato a Lodi ed officiava la chiesa urbana di S.Egisio. Ma quella terribile lotta civile, che dilaniò le fazioni lodigiane per tutto il corso del secolo ed oltre, coinvolse pure il castello e la pieve di Fissiraga. Nel maggio 1250 i Milanesi, ostili a Federico II che deteneva Lodi con la supremazia ghibellina sotto la podesteria del Marchese Manfredi II Lancia, entrarono nel Lodigiano e diroccarono i castelli di Fissiraga e di Bargano. Anche la Pieve, ora rappresentata sul gonfalone comunale, deve la sua scomparsa alla lotta tra le fazioni. Cessata in Lodi la supremazia guelfa (1239), i ghibellini lodigiani (capeggiati dagli Overgnaghi originari del luogo vicinissimo di Orgnaga attuale) fecero scomparire la pieve, che prendeva nome dall'odiata famiglia rivale dei Fissiraga: nel 1261 tutto il territorio appare sottoposto alla pieve di Overgnaga. Ma con la scopmarsa dalla scena politica di Sozzo II Vistarini (1271) capoparte dei ghibellini e con il ritorno della supremazia guelfa, nel 1288 torniamo ad avere notizia della pieve di Fissiraga, mentre parallelamente quella di Overgnaga scompare. Bassiano Lòdola ne fu l'arciprete, cui nel 1306 successe Anrico. Però con ogni probabilità la sede della pieve mutò rispetto alla precednte ubicazione, spostandosi mezzo Kilometro più a nord e collocandosi (verso la fine del sec.XIII) nella posizione attuale, dove la incontrarono le visite pastorali, che ebbero luogo dalla fine del sec. XVI in poi, e dove, nel 1728, venne innalzata la chiesa attuale, dedicata all'assunta della Vergine, su disegno dell'arch. Carlo Bovio. Il centro abitato di Fissiraga fu attestato per la prima volta nel 1211. In età napoleonica (1809-16) al comune di Fissiraga furono aggregate Andreola, Bargano, Bonora, Mongiardino e Orgnaga, ridivenute autonome con la costituzione del Regno Lombardo-Veneto. Nel 1841 Fissiraga fu aggregata a Orgnaga, divenendone frazione. Nel 1879 il comune di Orgnaga fu unito ai comuni di Pezzolo de' Codazzi e Triulzina, oltre alle frazioni Andreola e Malguzzana del comune di Campolungo; il nuovo comune prese il nome di Pieve Fissiraga. Il moderno centro abitato si è sviluppato nel XX secolo intorno alla chiesa parrocchiale (l'antica pieve), posta originariamente fra i campi, alcune centinaia di metri a nord dell'antica Fissiraga (che si presenta oggi come un semplice cascinale). Un rilevante sviluppo si è avuto a partire dagli anni novanta del XX secolo lungo la strada statale Lodi - Pavia, presso il casello autostradale, con la costruzione di una vasta zona residenziale, artigianale e commerciale, fra Orgnaga e Pezzolo dei Codazzi.

sabato 29 maggio 2010

I Comuni del centro lodigiano - Comazzo

L'oratorio di San Biagio in Rossate (fraz. Lavagna)

Menzionata in documenti del IX secolo, fu contesa durante le lotte tra Lodi e Milano (XIII secolo). Dal 1661 appartenne ai Premoli e poi ai Pertusati. In età napoleonica (1809-16) al comune di Comazzo furono aggregate Lavagna, Marzano e Vaiano, ridivenute autonome con la costituzione del Regno Lombardo-Veneto. Lavagna fu aggregata definitivamente nel 1841. Il nome antico è di origine latina (Comatio o Commacium).
Di notevole interesse è la villa Pertusati, ora sede del municipio, caratterizzata da un corpo centrale risalente alla fine del Cinquecento e da due laterali aggiunti nella seconda metà del Settecento. Nella frazione Lavagna, in località Rossate, è il pregevole oratorio di San Biagio, di epoca rinascimentale.
Il territorio comunale comprende, oltre al capoluogo, la frazione di Lavagna e le località di Bocchi, Cascina Rossate, Cascina Gardino, Cascina Caira, Cascina Cava, Cascina Mairana, Cascina Castiona, Cascina Capannone, Cascina Frati, Cascina Ghinella, Cascina Molino Molgora, Cascina Molino Torchio, Cascina Nuova, Cascina Torchio e Cascina San Bartolomeo.
Per la sua ubicazione, Comazzo è molto più legata a Melzo e Paullo rispetto a Lodi. Persiste la tradizionale attività agricola, con colture di cereali e foraggi e qualche allevamento bovino. La maggior parte della popolazione trova lavoro nei centri vicini e nel capoluogo lombardo, anche se bisogna segnalare la presenza di un'industria chimico-farmaceutica di medie dimensioni.

domenica 23 maggio 2010

I Comuni del centro lodigiano - Corte Palasio

Chiesa di San Giorgio (nella foto) - Comune di origine gallica, appartenne ai conti di Comazzo (intorno al 1000), alla mensa vescovile di Lodi, all'abbazia di Cerreto (1143) e, in parte, ai Pusterla, fino a giungere in mano ai Trivulzio nel 1460 In età napoleonica (1809-16) al comune di Corte Palasio furono aggregate Abbadia Cerreto e Tormo, ridivenute autonome con la costituzione del Regno Lombardo-Veneto.
Il territorio comunale comprende i centri abitati di Bocchirale, Cadilana, Casellario, Palasio, Prada e Terraverde.
Corte Palasio basa la propria economia quasi esclusivamente sull'agricoltura. Il latifondo è scomparso e le terre sono state comprate dalla Cassa per la Formazione della Proprietà Contadina che le ha assegnate a conduttori diretti.
Prosperano quindi una trentina di aziende agricole con stalle modello per l'allevamento di bovini da latte. Il resto della popolazione è impiegato in imprese commerciali e nel terziario. Cadilana, per la sua vicinanza alla provinciale Lodi-Crema, ha visto un certo sviluppo edilizio e l'insediamento di piccole imprese industriali e artigiane.

lunedì 10 maggio 2010

I Comuni del centro lodigiano - Montanaso Lombardo

Chiesa dell'Assunzione della Beata Vergine Maria

Nel X secolo. Appartenne al vescovo di Lodi, passò poi a vari signori e fu base strategica di Matteo Visconti (1295). In età napoleonica (1809-16) Montanaso fu frazione della città di Lodi, recuperando l'autonomia con la costituzione del Regno Lombardo-Veneto. Nel 1862 Montanaso assunse il nome ufficiale di Montanaso Lombardo[2]. Nel 1870 al comune di Montanaso Lombardo fu aggregato il comune di Arcagna[3]. Il nome deriva probabilmente, secondo Giovanni Agostino, dalla lieve altura sulla quale il paese sorge, e dagli odori soavi dei prati e dei giardini posti sulla riva dell'Adda.
Edifici di rilievo sono il Santuario di Arcagna e la chiesa parrocchiale, eretta nel 1925.
Cascina Ballisolina, Cascina Pantanasco, Cascina Ca' de Cani, Cascina Pizzafuma e Pizzafuma Nuova, Cascina Belvedere, Cascina Lazzara, Cascina Gamorra, Cascina Mazzucca, Cascina Case Nuove, Cascina Belgiardino, Cascina Palazzo e Cascina Colombera.
Montanaso Lombardo ha visto negli ultimi anni una notevole crescita edilizia, accompagnata dal raddoppio della popolazione. L'agricoltura è tuttora attiva in alcune cascine a conduzione diretta, ma è stata recentemente affiancata da un'intensa attività industriale: una ventina di aziende di piccole dimensioni, operanti soprattutto nei settori dell'elettromeccanica e delle materie plastiche. Va segnalata inoltre la presenza ad Arcagna dell'Istituto Sperimentale per l'Orticoltura e di un distaccamento dell'Università di Milano per la sperimentazione della frutticoltura, oltre a quella della centrale termoelettrica dell'Enel.

I Comuni del centro lodigiano - Casaletto Lodigiano


Via Roma

Posto ad una media di 80 m.l.m., all’inizio del secolo era a 11,851m. ovest dal capoluogo, si estende su una superficie di 985 ettari di cui sempre ad inizio secolo, 922 coltivati. Casaletto deriva il proprio nome dal sostantivo neutro medioevale Casale, a sua volta dal tardo latino Casalis, cioè un’abitazione o fabbricato rustici, oppure una casa colonica con terreno. Al toponimo si è aggiunto, con Regio Decreto n. 1260 del 29 marzo 1863, l’appellativo di “Lodigiano”. Il nome Casaletto, derivati e simili trova molti riscontri nella penisola : Casaletto Ceredano (CR), Casaletto di Sopra (CR) Casaletto Spartano (SA), Casaletto Vaprio CR), Casaleto frazione di Podenzano (PC), Casaletto frazione di Viadana (MN), Casaleto (PR) e Caselette con i suoi laghi gemelli chiamati appunto “di Caselette”. Casaletto è anche un cognome, diffuso nell’Alto Lodigiano, con il plurale Casaletti , il personaggio più illustre che porta questo cognome, è un tal Alessandro Casaletti , compositore di Roma. In alcune mappe chiamato Casaletti Vapri de Borromei, dove Vapri plurale di Vaprio a sua volta dal diminutivo di Vadum (guado) “Vadulum”, alcuni lo vogliono derivato dal celtico Wabra, il cui diminutivo wabero, significa ruscello. Il Gabiano, ci riporta una leggenda che è giunta fino ai giorni nostri, tramandataci oralmente dagli abitanti, e che probabilmente risale all’epoca dei primi castelli e di Federico Barbarossa. “Vinosisque casis Casalettum semper abundat,  Orgia ubi quondam celebrabat uana uetustas.” che si traduce: “Casaletto e ricca sempre di case odorose di vino, dove un tempo la vana antichità celebrava le sue orgie.”

domenica 2 maggio 2010

I Comuni del centro lodigiano - Cervigliano d'Adda

La Chiesa Parrocchiale (nella foto) - Nel 1530 il duca di Milano Francesco Sforza concesse il paese in feudo ad Alessandro Remignani.
In seguito venne ceduto a una famiglia napoletana, i Tassis, che lo tennero fino al 1782. In età napoleonica (1809-16) Cervignano fu frazione di Quartiano, recuperando l'autonomia con la costituzione del Regno Lombardo-Veneto.
Nel 1931 Cervignano assunse il nome ufficiale di Cervignano d'Adda, per distinguersi da Cervignano del Friuli.
Edificio degno di nota è la parrocchiale, sorta nel 1689 sul luogo di una chiesa più antica, di cui non è rimasto più nulla.
Nella stessa Via della Chiesa, nei pressi della Roggia Bertonica, vi è un'icona a muro della Madonna, fatta costruire agli inizi del XX secolo. Si trova a lato della cascina dove fino al 1928 risiedevano le suore, poi spostatesi nel Palazzo Granata, divenuto oggi Palazzo del Municipio. L'immagine è stata riaffrescata dal maestro lodigiano Cesare Minestra, nel 1949.

lunedì 19 aprile 2010

I Comuni del centro lodigiano - Crespiatica

Villa Cavezzali Gabba - complesso Crespiatica (LO)

Centro dell´alto Lodigiano situato alla sinistra dell´Adda, si trova nella cosiddetta Gera d´Adda, e il suo territorio si incunea nella provincia di Cremona. Curiosa è la dislocazione della frazione di Tormo amministrativamente divisa sotto la giurisdizione di tre comuni: Crespiatica e Corte Palasio in provincia di Lodi, e Dovera in provincia di Cremona. Il territorio comunale è attraversato dalla strada provinciale Lodi-Crema e da quella interna Crespiatica-Dovera, lungo le quali si è formata un´area industriale e artigianale. Le aziende presenti operano nei settori edilizio, chimico e meccanico. Sono presenti una ventina di aziende minori che si dedicano a svariate attività. L´agricoltura è attiva con una quindicina di aziende agricole, che producono soprattutto cereali e foraggi per l´allevamento bovino. Contrariamente a quanto avvenuto in altri centri, il calo demografico a Cresapiatica è stato sempre molto contenuto e la mano d´opera è quasi integralmente assorbita dalle attività locali. Crespiatica fu dapprima possesso del vescovo di Pavia, dal Xll al XV sec.; poi divenne feudo di Francesco del Maino nel 1652. Tormo appartenne, nell´XI sec., al contado di Treviglio e poi a Milano; per volere del Barbarossa passò in seguito a Guido della Torre (XIV sec.) e ai Bertoglio (XVIII sec.). Tra gli edifici di interesse storico artistico c´è la parrocchiale di Sant´Andrea, una chiesa barocca in cui è conservata una grande pala d´altare raffigurante il martirio del santo (XVII sec.), e la bellissima villa Cavezzali-Gabba in frazione Tormo, costruita nella prima metà dell´Ottocento, con numerose stanze affrescate e con dipinti di importanti maestri italiani dell´Ottocento (Hayez, Podesti, Palagi ecc.). La villa è circondata da un bel parco e vanta un tempietto neoclassico ora divenuto chiesa.

martedì 30 marzo 2010

I Comuni del centro lodigiano - Borgo San Giovanni


Veduta (nella foto) - Borgo San Giovanni conta 1.597 abitanti (Cazzimanini) e ha una superficie di 7,6 chilometri quadrati per una densità abitativa di 210,13 abitanti per chilometro quadrato.  Sorge a 77 metri sopra il livello del mare. Il territorio del comune risulta compreso tra i 68 e i 85 metri sul livello del mare. Attestata per la prima volta nel 1034 come Cozemano, nel Medioevo il territorio fu in parte feudo dell'arcivescovo Ariberto d'Intimiano. Poi, dal 1648, appartenne interamente ai Masserani.Nel 1865 al comune di Cazzimani vennero aggregati i comuni di Ca' dell'Acqua e Guazzina. Si chiamò Cazzimani (da "Ca' de Zimani") fino al 1929, quando assunse il nome di Borgo Littorio.Dopo la seconda guerra mondiale, nel 1947, il nome fu mutato in Borgo San Giovanni[, dal nome del santo patrono parrocchiale. La chiesa parrocchiale di Borgo San Giovanni è stata eretta in stile neogotico. L'agricoltura e l'allevamento del bestiame (suini e bovini) sono ancora settori economici attivi. Tuttavia Borgo San Giovanni vanta una discreta presenza industriale. Si assiste comunque ad un pendolarismo su Milano e Lodi.

lunedì 15 marzo 2010

I Comuni del centro lodigiano - Castiraga Vidardo

Parrocchiale di San Michele Arcangelo (nella foto). - Castiraga Vidardo, situato in provincia di Lodi, si estende col suo territorio per 525 ettari e si trova tra la riva destra del Lambro e il colatore Lisone. A nord confina con il Comune di Salerano sul Lambro, mediante il Fossato Pavese, ad est con i comuni di Borgo San Giovanni (un tempo Cazzimani, poi Borgo Littorio) e di Sant’Angelo Lodigiano, a sud ancora con Sant’Angelo, ad ovest con i territori comunali di Caselle Lurani e di Marudo. Il colatore Lisone segna il confine tra il Comune di Castiraga Vidardo e i tre ultimi Comuni accennati. Aggregato nel 1869 a Marudo, il Comune di Castiraga Vidardo divenne autonomo nel 1902, assumendo l’attuale nome dalle due principali frazioni che lo costituiscono e che un tempo erano Comuni tra loro indipendenti. Castiraga Vidardo conta oggi 2444 abitanti (settembre 2008), mentre la sua chiesa parrocchiale, più ampia perché comprendente anche parte di Domodossola sulla riva sinistra del Lambro. Il gonfalone rispecchia l’unione dei due differenti paesi, rappresentando in una metà una tenda, ovvero l’accampamento di Federico Barbarossa posto a Castiraga nell’estate del 1158, durante la lotta tra Laus (Lodivecchio) e Milano, e nell’altra metà un dardo, a simboleggiare la “fabbrica di dardi” che i Galli Boi avrebbero avuto a Vidardo.

martedì 2 marzo 2010

I Comuni del centro lodigiano - Cavenago d'Adda


Porta Carraia (nella foto) - Cavenago è situata tra il fiume Adda e il canale Muzza. Già popolata in epoca romana, Cavenago d'Adda appartenne al vescovo di Lodi (X secolo), e fu poi un feudo della famiglia dei Fissiraga (1297-1482), dei Bocconi, dei Mozzanica, dei Cavenaghi e infine dei Clerici. Comprendeva la frazione della Persia.In età napoleonica (1809-16) al comune di Cavenago fu aggregata Robecco, ridivenuta autonoma con la costituzione del regno Lombardo-Veneto.Nel 1863 Cavenago assunse il nome ufficiale di Cavenago d'Adda, per distinguersi da Cavenago Brianza.Nel 1869 al comune di Cavenago d’Adda vennero aggregati i comuni di Caviaga e Soltarico.Nel 1937 la frazione della Persia, passata sulla riva destra dell'Adda in seguito ad un'alluvione, fu assegnata al comune di Casaletto Ceredano.Dopo la seconda guerra mondiale, nella frazione di Caviaga furono scoperti ad opera dell'AGIP importanti giacimenti di gas naturale.Il nome antico deriva dalla famiglia dei Cavenaghi. Tra i monumenti da ricordare ci sono la neoclassica chiesa parrocchiale di San Pietro Apostolo, con campanile romanico e all'interno un pregevole altare settecentesco, dipinti e affreschi di varia scuola ed epoca.Poco distante dal paese, su un'altura, sorge il suggestivo santuario della Madonna della Costa.Vanno menzionate infine la settecentesca villa Moavero (già Bocconi, già del Frate), la ottocentesca villa Gazzola e la villa Greppi, in stile neogotico, costruita verso la fine del secolo scorso, e la bella chiesa settecentesca a Caviaga.

mercoledì 17 febbraio 2010

I Comuni del centro lodigiano - Salerano sul Lambro

Castello Ludovico Vistarini

La località fu attestata per la prima volta nel 1122. In età napoleonica (1809-16) al comune di Salerano furono aggregate Casaletto, Gugnano e Villa Rossa, ridivenute autonome con la costituzione del Regno Lombardo-Veneto. Nel 1863 Salerano assunse il nome ufficiale di Salerano sul Lambro, per distinguersi da Salerano Canavese.

sabato 6 febbraio 2010

I Comuni del centro lodigiano - Caselle Lurani

 Palazzo Lurani
Appartenne ai Visconti, che la concessero in signoria ai Trivulzio (XIV secolo), cui subentrarono i Lurani (1647). Nel 1691 divenne contea. In età napoleonica (1809-16) al comune di Caselle fu aggregata Marudo, ridivenuta autonoma con la costituzione del Regno Lombardo-Veneto. Nel 1863 Caselle assunse il nome ufficiale di Caselle Lurani, per distinguersi da altre località omonime. Il nome antico deriva dai Lurani, signori del luogo. Principali testimonianze artistiche sono il castello, poderosa costruzione trasformata nella seconda metà del Seicento in residenza signorile (Palazzo Lurani) e la parrocchiale di Santa Caterina, di origine cinquecentesca. Notevole la chiesa della Natività di Maria a Calvenzano.

domenica 31 gennaio 2010

I Comuni del centro lodigiano - Sordio

Parrocchiale Di San Bartolomeo (nella foto) - Sordio, antica località agricola, fu attestata per la prima volta nel 1034.
In età napoleonica (1809-16) fu frazione di Cologno, recuperando l'autonomia con la costituzione del Regno Lombardo-Veneto.
Sordio ha conosciuto un importante sviluppo demografico ed edilizio a partire dagli anni cinquanta del XX secolo, favorito dalla vicinanza alla Via Emilia ed alla ferrovia Milano - Bologna. Il centro abitato di Sordio è lambito dalla strada statale 9 Via Emilia, che collega Milano con Lodi e Piacenza.Dalla Via Emilia si dirama un'importante strada provinciale, diretta verso Dresano e Peschiera Borromeo, che divide il paese di Sordio in due parti, incentrate rispettivamente sulla chiesa parrocchiale e sul municipio. Il limite sud del territorio comunale è lambito dalla ferrovia Milano - Bologna, aperta nel 1861, e dalla linea ad alta velocità, attivata nel 2008. Sulla linea storica è presente una fermata, denominata San Zenone al Lambro, che serve tuttavia il centro abitato di Sordio (e la frazione Villa Bissone di San Zenone). Vi fermano treni regionali Milano-Piacenza, nelle ore di punta, e la linea S1 (Saronno-Milano-Lodi) del servizio ferroviario suburbano, nelle ore di morbida.

domenica 17 gennaio 2010

I Comuni del centro lodigiano - Casalmaiocco

La chiesa parrocchiale dedicata a San Martino Vescovo (nella foto). La prima pergamena che cita Casalmaiocco, chiamandolo con l’antico nome di Casali de Alamaniis, è del 1252. Secondo l’Agnelli mutò la denominazione da Casali de Alamaniis in Casali Majocorum nel 1417, probabilmente a causa del gran numero di residenti in paese con tale nome.La sua parrocchia già attestata nel 1261 quando deve corrispondere al legato pontificio Guala un’imposta straordinaria di 3 denari. Casalmaiocco fu sempre assoggettata al vescovo di Lodi, sia nella circoscrizione civile che in quella ecclesiastica, doveva corrispondergli annualmente 6 moggia e 4 staia di frumento a titolo di decima. Nel 1627 i marchesi Brivio l’acquistarono i  feudo dal governo spagnolo assumendo in tal modo il titolo di Signori di Casalmaiocco.
La chiesa parrocchiale dedicata a San Martino Vescovo è l’opera architettonicamente più pregevole di Casalmaiocco. La sua erezione è ignota, documentalmente è attestata nel 1562 ma taluno ha dedotto, dalle primitive quattro colonne romaniche in cotto (non più visibili perché attualmente intonacate) che si possa datare al XIV sec. I primi due pilastri quadrati sono stati, invece aggiunti nel 1720 allorché si allungò l’edificio.
Nel 1783 venne eretta l’odierna maestosa facciata in stile barocco che ospita la statua di pietra del santo protettore, sotto il pronao vi è un mosaico rappresentante quest’ultimo. L’interno a tre navate è armonico di ispirazione neo-classica, il loro ornato è opera di tre artisti: Cesare Secchi per gli affreschi, Cesarino Minestra per le decorazioni e Angelo Arghenini per gli stucchi. Agli otto rosoni si trovano le vetrate del pittore Angelo Tevaratto. Notevoli sul lato sinistro sono le cappelle: la prima ora occupata dalle canne dell’organo, la seconda dedicata a San Giuseppe con altare e balaustra ottocenteschi, la terza dedicata al Sacro Cuore di Gesù con relativa statua. L’ultima, con cui termina la navata, è dedicata alla Madonna del Rosario patrona della Parrocchia, è stata edificata nel 1756. All’altro lato del presbiterio è sistemato il fonte battesimale. Alla parete della navata destra sono appesi quadri rappresentanti il Battesimo di Gesù, San Valentino patrono secondario della Parrocchia e la Deposizione del Cristo, tutti con cornice e databili fine ‘700 e inizio ‘800.
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