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mercoledì 30 gennaio 2019

Pittura e Arte: I luoghi di Napoli ripresi da Achille Vianelli

Achille Vianelli (Porto Maurizio, 1803 – Benevento, 1894) "Porta Capuana a Napoli"

Il padre Giovan Battista Vianelli, veneto di origine, aveva sposato una parigina e perciò mutato il nome in Vianelly o Viennelly e assunto la nazionalità francese, divenendo agente consolare napoleonico a Porto Maurizio. Achille mantenne il nuovo cognome e la nazionalità francese, fin dopo il 1938. Da Porto Maurizio la famiglia si era trasferita ad Otranto, dove Achille trascorse la sua giovinezza. Nel 1819 era a Napoli, per studiare pittura; ma padre e sorella tornarono in Francia, per ricongiungersi a lui solo nel 1826.
A Napoli Achille divenne intimo di Giacinto Gigante, insieme al quale studiò il paesaggio ripreso dal vero, frequentando per qualche mese la scuola di Wolfgang Hüber - pittore tedesco specialista nella ripresa topografica di gusto accademico - poi divenne alunno di Anton Sminck van Pitloo, nel cui atelier ebbe origine, dal 1820, la Scuola di Posillipo, alla quale partecipò anche Vianelli.
Negli anni trenta abbandonò gradualmente la pittura di paesaggio ad olio, per dedicarsi alle vedute prospettiche di piazze e di interni di chiese, realizzate con la tecnica dell'acquarello e in special modo con i monocromi a seppia, di cui sviluppò una pregevole tecnica. Molte delle sue vedute furono riprodotte all'acquaforte o litografate e pubblicate in volumi dedicati alla città di Napoli.
Nel 1848 si trasferì a Benevento, dove si dedicò alla pittura e nel 1850 fondò una scuola di disegno, nel Chiostro di Santa Sofia. Tra i suoi allievi vi fu Gaetano de Martini.
Il figlio Alberto, anch'egli pittore paesaggista, nato nel 1847, si trasferì nel 1875 a Parigi. Una sorella, Flora, aveva sposato nel 1826 Teodoro Witting, paesista ed incisore tedesco attivo a Napoli, e l'altra sorella, Eloisa, divenne nel 1831 moglie di Giacinto Gigante. Il nipote Gustavo Witting, figlio di Flora ed intrinseco di casa Gigante, fu anch'agli paesista, tra i tardi epigoni della Scuola di Posillipo.La sua fama si diffuse in Francia e Luigi Filippo lo chiamò per dare lezioni di pittura al reː per questo motivo Achille Vianelli visse temporaneamente in Francia, fino al 1846. Morì a Benevento, all'età di 91 anni.


mercoledì 12 aprile 2017

Pittura e Arte: Le campagne e i boschi di Giuseppe Palizzi

Giuseppe Palizzi - "Pastorella con pecore" 

Nato a Lanciano il 19 marzo 1812, morto a Parigi il 1° gennaio 1888. Fratello di Filippo. Studiò con successo all'Accademia di Napoli, ed emerse ben presto come paesista ed animalista. Dopo il 1840 si recò a Parigi, nel 1845 esordì a quel Salone, e vi fu premiato. Appartenne alla cosiddetta scuola di Fontainebleau, in quanto lavorò preferibilmente in quelle campagne e per quei boschi. Da Parigi, dove era grandemente onorato, più non si mosse. Di lui sì ricordano: Foreste di Fontainebleau; Una prateria; Nel mio terrazzo; Pastore sotto la bufera, esposto a Roma; Capre abruzzesi, nel Museo di Montpellier; Montoni, che trovasi nel Museo di Compiègne; Ritorno dalla fiera, nel Museo di Langres; Bufali nella campagna di Paestum, nel Museo di Béziers; Vitelli nella vallata della Tonques; Convegno di lepri; Una scena del Diluvio, nella Galleria di Capodimonte a Napoli.

lunedì 27 marzo 2017

San Giuliano, gestore cercasi per Rocca Brivio

Debiti azzerati, sarà garantito l'uso pubblico

Si cerca un nuovo gestore per Rocca Brivio, il complesso monumentale del Seicento incastonato nel Parco agricolo Sud Milano. Mentre prosegue l’iter per lo scioglimento della Rocca Brivio Sforza Srl, i Comuni proprietari dell’edificio (San Donato, San Giuliano e Melegnano) hanno dato mandato alla liquidatrice della società di emettere un bando per individuare un conduttore che possa farsi carico della gestione e della manutenzione del complesso. Una partita non facile da giocare poiché la cura della Rocca presuppone un piano d’intervento puntuale, spalmato nel medio-lungo termine e supportato da un budget adeguato.
"E' prossima l’emissione di un bando per individuare un conduttore – conferma la liquidatrice, Katja Besseghini – Siamo convinti che esistano, nella realtà locale, interlocutori che avrebbero la forza economica per gestire il bene e che potrebbero essere interessati a una concessione duratura. Si tratterà di studiare ad hoc i contenuti dell’accordo. Con un bando adeguato, si potrà mantenere la fruizione pubblica dell’edificio". L’antica villa patronale, che si trova nel territorio di San Giuliano, è tra i monumenti più pittoreschi del Sud Milano: sono in molti a considerarla un simbolo del territorio. Il suo valore è stimato in circa due milioni 700mila euro. Il complesso, che riveste un’importanza rivelante dal punto di vista storico-architettonico, è stato negli anni sede di mostre, serate a tema, iniziative di carattere ambientale. Ora vive un momento di stasi legato alla crisi della società proprietaria del bene, la Rocca Brivio Sforza che, partecipata dai Comuni e, in minima parte, dall’associazione Rocca Brivio, è stata messa in liquidazione dopo essersi fortemente indebitata, soprattutto nei confronti del socio di maggioranza, Cap Holding. Da qui la decisione di chiudere la srl che peraltro, terminata la fase di riqualificazione dell’edificio, non è più considerata funzionale.
"Oggi la situazione debitoria risulta sanata – spiega Besseghini – La proprietà pubblica del bene non è a rischio, possiamo dire di aver traghettato con successo la Rocca fuori da una fase delicata. Ora operiamo in condizioni di serenità verso la stabile assegnazione a un operatore". Dunque, dopo un periodo di transizione si cerca di dare alla Rocca un nuovo corso. La scommessa da vincere è quella di riuscire a valorizzare l’edificio con un progetto solido e credibile. Un progetto capace di garantire la continuità temporale e di richiamare il pubblico attraverso proposte efficaci. Fonte: Il Giorno

martedì 21 marzo 2017

Alla scoperta dell’Abbazia di Viboldone: apertura straordinaria per le giornate di primavera del FAI

Oltre 1000 siti di interesse storico e culturale in tutta Italia saranno aperti al pubblico

Come ogni anno il FAI (Fondo Ambiente Italiano) organizza le “Giornate FAI di Primavera”, la più grande festa di piazza dedicata alla cultura e all’ambiente. Giunto alla sua 25° edizione, per il 2017 l’appuntamento vedrà l’apertura straordinaria di oltre 1000 siti in tutta Italia, alcuni dei quali poco conosciuti o eccezionalmente visitabili, nelle giornate di sabato 25 e domenica 26 marzo. Fra le aperture proposte a Milano e provincia, il Gruppo FAI di Milano Sud-Est rivolge la  sua attenzione al Complesso Monastico di Viboldone a San Giuliano, un gioiello di architettura medioevale che custodisce un preziosissimo ciclo di affreschi trecenteschi. Un luogo ricco di storia che oggi è mantenuto vivo e operoso grazie alla Comunità Monastica delle Benedettine. «È per noi motivo di orgoglio poter ospitare il FAI in un luogo come Viboldone, simbolo per eccellenza del nostro territorio - commenta l'assessore alla Cultura, Alessandra Magro -. Sarà un'occasione per far conoscere una delle bellezze più importanti di San Giuliano e un modo per coinvolgere le scuole attraverso gli studenti del Liceo Linguistico Primo Levi che faranno da “apprendisti Ciceroni”. L'iniziativa capita tra l'altro in un momento molto importante: da pochi giorni abbiamo infatti appreso che la Regione finanzierà la ristrutturazione dell'Abbazia, che consentirà di completare un lavoro di rivalutazione del luogo cominciato già anni fa dalle Benedettine». Le visite sono in programma sabato 25 marzo dalle ore 10 alle 12 e dalle 14 alle 17, mentre domenica 26 marzo dalle ore 14 alle 17. Le visite guidate dell'Abbazia sono aperte a tutti, mentre gli iscritti FAI e chi si iscriverà in occasione della manifestazione avranno la possibilità di ammirare alcune zone all'interno dell'Abbazia (come la Casa del Priore) normalmente non accessibili. Ai visitatori verrà chiesto un contributo economico facoltativo, preferibilmente da 2 a 5 euro, per finanziare le attività istituzionali del FAI. Per Info e prenotazioni: gruppofaimilano.sudest@gmail.com; Punto FAI Cascina Roma – piazza delle Arti 2 – San Donato. Fonte: 7giorni

mercoledì 15 marzo 2017

martedì 17 gennaio 2017

Pittura e Arte: La pittura napoletana novecentesca di Attilio Pratella

Attilio Pratella (Lugo, 1856 – Napoli, 1949) - "I gradoni di Chiaia"

Di origine romagnola, si iscrisse inizialmente all'Accademia delle Belle Arti di Bologna. Ottenuta una borsa di studio, si trasferì a Napoli dove studiò al fianco di Puccinelli, Palizzi e Morelli. Qui esercitò la sua attività artistica fino alla morte, affiancato da Casciaro e Dalbono.
Anch'egli, come Casciaro e numerosi altri artisti attivi nella città campana, predilesse la tecnica del pastello e riprese le tematiche della cosiddetta Scuola di Posillipo, superando, rispetto ad altri pittori coevi, l'aspetto puramente pittoresco e realizzando opere di grande perfezione stilistica e di alta suggestione poetica.
A partire dal 1881, espose ininterrottamente nelle mostre napoletane della Promotrice Salvator Rosa, che l'occuperà fino al secondo decennio del Novecento.
A partire da questo momento, infatti, infastidito dal rumore creato attorno ai grossi nomi della pittura napoletana novecentesca, non partecipò più alle mostre collettive, preferendo a queste esposizioni personali.
Pittori anche i figli: Ada, Fausto e Paolo.
Dopo la morte le città di Napoli e di Luogo di Romagna gli hanno intitolato una strada.

martedì 19 aprile 2016

Ritrovati a Milano tre dipinti del ‘400 trafugati dai nazisti durante la Seconda Guerra Mondiale

Si tratta di una “Madonna con Bambino”, di una “Trinità” e della "Circoncisione/presentazione di Gesù al Tempio". Erano custoditi nelle case di due collezionisti milanesi


Dopo settant’anni finalmente tre importanti quadri del XV secolo sono tornati in possesso dello Stato Italiano. Si tratta di un dipinto olio su tela attribuito a Giovanni Battista Cima, in arte "Cima da Conegliano" (1460-1518) raffigurante una "Madonna con Bambino" (65x51cm); un dipinto tempera su tavola a fondo oro attribuito a Alessio Baldovinetti (1425-1499) raffigurante la "Trinità" (60x38,5cm a cuspide); un dipinto olio su tela firmato in cartiglio in basso al centro "Jeronimus ex libris", Girolamo Dai Libri (1474-1555), raffigurante "Circoncisione/presentazione di Gesù al Tempio" (83x101cm). Era il 1944 quando le tre opere, insieme ad altri oggetti d'arte, furono asportate dalle truppe di occupazione tedesche della sedicesima divisione corazzata SS dalla Villa delle Pianore a Camaiore (Lucca), residenza del Principe Felice di Borbone Parma, all'epoca Principe del Granducato del Lussemburgo. Nel 45’ molte di queste opere trafugate dai nazisti furono recuperate dai militari della quinta Armata americana, più noti come “Monuments men”, ma dei tre quadri in questione non vi era traccia. Nei giorni scorsi però, al termine di indagini lunghe e complesse, i carabinieri del Nucleo Tutela patrimonio culturale li hanno individuati nei salotti di due collezionisti milanesi che li hanno lasciati in eredità ai discendenti, i quali ora sono indagati per ricettazione. La Procura della Repubblica di Milano ha quindi sequestrato le opere poiché possedute in violazione delle norme, emanate tra il 1946 ed il 1950, che obbligano alla restituzione dei beni sottratti con la violenza dal territorio degli Stati facenti parte delle Nazioni Unite. Dal 17 aprile i tre quadri sono stati affidati alla Pinacoteca di Brera che però, per ora, potrà solo custodirli e non ancora restaurarli in attesa di conoscere in quale museo saranno definitivamente sistemati. Fonte: 7giorni

lunedì 4 gennaio 2016

Villa Alari può sognare l’antico splendore: Cernusco inizia alla grande il 2016

Il restauro di un dipinto è solo il primo passo di un progetto completo
Il nuovo anno si apre con un’ottima notizia per i cernuschesi e, più in generale, per chi ama l’arte e la cultura: una grande opera di restyling interesserà Villa Alari, l’antica dimora nobiliare vanto della Martesana ma a rischio oblio, e in particolare l’antico dipinto della cappella gentilizia di Santa Teresa. Ad annunciarlo è l’amministrazione comunale stessa. Ma andiamo con ordine. Nei giorni scorsi, a fine 2015, un team di restauratori ha rimosso l’antico dipinto «Madonna con Bambino e i SS. Anna, Giuseppe, Giacinto, Teresa e un altro Santo» databile tra la fine del XVII e l’inizio del XVIII attribuito a Salvatore Bianchi e posto sull’altare della cappella gentilizia della villa di proprietà del Comune, per trasportarla nel laboratorio di Brescia dove ritroverà l’antico splendore. Un progetto, quello del restauro della pala dell’altare, approvato dalla Soprintendenza, fortemente voluto dall’amministrazione comunale e parte di un più ampio intervento di conservazione che ha come obiettivo finale quello di rendere nuovamente fruibile l’antica dimora nobiliare divenuta uno dei luoghi simbolo della città.
"Villa Alari e il suo restauro sono sempre stati nostri obiettivi da raggiungere - spiega il vice sindaco Giordano Marchetti -. Per realizzare interamente il progetto che permetterebbe all’antica dimora di tornare al suo antico splendore, c’è già un progetto del valore di circa 8 milioni 750mila euro. Una cifra di certo molto importante che per molti motivi, tra i quali i vincoli imposti al bilancio comunale dal Patto di stabilità, è difficile da reperire. Il restauro del dipinto posto nella cappella gentilizia rientrava già nei nostri investimenti, ma ora è necessario fare un passo successivo". E cioè trovare soluzioni alternative per reperire i fondi necessari alla realizzazione dell’intero progetto: a questo sta lavorando ormai da tempo il Comune cercando partner disponibili a partecipare nell’investimento. E uno potrebbe già essere stato individuato nella a Regione Lombardia. "Nelle scorse settimane abbiamo incontrato l’assessore al Bilancio di Palazzo Lombardia, Massimo Garavaglia, che si è detto interessato e disponibile a cercare insieme delle soluzioni percorribili - spiega Marchetti -. In particolare, la strada potrebbe essere quella di realizzare un primo intervento per un valore di circa 1 milione 870mila euro coperto per metà dalla Regione. La restante parte verrebbe messa a disposizione del Comune. Abbiamo già predisposto in bilancio questo investimento nel piano delle opere per il prossimo anno, che sarà ovviamente vincolato alla partecipazione della Regione. Se arriverà il via libera, come speriamo, potremo dare il via ai lavori". "Tra le priorità del piano di recupero - prosegue - vi è senza dubbio il parco storico, che sarebbe completamente riqualificato, reso nuovamente accessibile e valorizzato come merita vista la presenza di piante secolari vincolate dalla soprintendenza per il loro valore storico e arboreo. Poi si procederà con il rifacimento e la messa in sicurezza del tetto della Villa e il ripristino della facciata e della cappella che potrà quindi accogliere nuovamente e in sicurezza la pala d’altare che oggi è in fase di restauro". Fonte: Il Giorno

sabato 28 novembre 2015

martedì 13 ottobre 2015

San Donato capitale dela “street art”

A Certosa

Certosa capitale della “street-art” per una tre giorni che sta vedendo convergere a San Donato artisti di strada da tutta Italia e dall’estero: la grigia murata della ferrovia che costeggia via Greppi - chiusa al traffico fino a domenica - diventerà un contenitore di colori e opere grazie al progetto ideato dai creativi sandonatesi Gianluca Vitari (Soxta) e Dario Pruonto (MisterCaos) con l’appoggio dell’amministrazione comunale e di una lunga serie di partner. Saranno circa settanta, in totale, i writer di passaggio nella città dell’Eni per “Toxic of paint”: si divideranno 21 “tele” di cemento armato, larghe 5 metri e alte 8. Gli spazi sono stati dipinti in tinta unita nei giorni scorsi, e da ieri hanno iniziato ad ospitare le creazioni degli artisti. Tra loro spiccano Bao, graffitara di Hong-Kong; la spagnola Musa, i romani Nina e Orgh, Mr Nany ed Harry Bone: tutti nomi affermati nel mondo della street-art. Grazie alla collaborazione con Aurora 2000, alloggiano alla Casa dell’accoglienza di via Triulzana, mentre i mezzi di Venpa consentiranno ai writer di raggiungere anche i punti più alti degli spazi a loro disposizione. Nell’area sono allestiti gazebo informativi delle realtà coinvolte, compresa l’associazione SandoCalling dal punto di vista organizzativo. Tutti lavorano a titolo volontario: l’intervento del Comune si è concretizzato nel coprire una parte delle spese vive e i materiali. Saranno utilizzate oltre mille bombolette spray e 30 chili di vernice, stipati negli spazi attigui al Coworking Ism Sas di via Adda. L’area sarà animata per tutto il fine settimana da musica live e dj-set, giocoleria e tornei di basket 3 contro 3. Fonte: Il Cittadino

mercoledì 7 ottobre 2015

Pittura e Arte: Giuseppe De Nittis, la sublime interpretrazione della Scuola Napoletana


Giuseppe de Nittis - "Il Salotto della Principessa Matilde"

Milano: al termine di un lungo restauro, riapre al pubblico la casa di Alessandro Manzoni

Recuperati e aperti alla città gli ambienti storici dove il grande scrittore visse con la famiglia

Martedì 6 ottobre riapre ufficialmente al pubblico la casa milanese di Alessandro Manzoni, dopo i lavori per il restauro conservativo e la riqualificazione, interamente sostenuti da Intesa Sanpaolo e resi possibili grazie alla convenzione tra la banca e la Fondazione Centro Nazionale Studi Manzoniani. Il recupero della Casa del Manzoni si è articolato in una serie di interventi riguardanti sia la ristrutturazione dell’edificio, sia una rinnovata programmazione dell’offerta, onde consentirne la piena fruibilità ai cittadini. L’allestimento del Museo Manzoniano ha previsto il riordino e la selezione dei materiali esistenti (opere d’arte, arredi, volumi), che sono stati ricollocati in un nuovo percorso espositivo riorganizzato in sezioni dedicate a specifici temi quali l’immagine di Manzoni (i ritratti dello scrittore), l’immagine della famiglia Manzoni, i luoghi di Manzoni e i Promessi Sposi. A 230 anni dalla nascita di Alessandro Manzoni rinasce quindi la storica dimora dove l'autore dei Promessi Sposi visse dal 1813 fino alla morte, sopraggiunta nel 1873. Messa all'asta dopo la sua scomparsa, a seguito di varie vicissitudini divenne proprietà della Cariplo, che a sua volta ne fece dono al Comune di Milano, con il vincolo di riconoscerne l'uso perpetuo ed esclusivo al Centro Nazionale di Studi Manzoniani. «Festeggiamo la rinascita di un gioiello di Milano – ha commentato il primo cittadino, Giuliano Pisapia - . Le stanze che furono la storica dimora dello scrittore e poeta, si sono trasformate in un percorso espositivo di un valore storico e culturale immenso, che tutti noi dovremmo conoscere e tutto questo è stato possibile grazie alla forte collaborazione tra pubblico e privato». La Casa del Manzoni è aperta al pubblico dal martedì al venerdì dalle ore 9.00 alle ore 16.00, ma sono già allo studio ampliamenti degli orari e aperture straordinarie dello spazio. Fonte: 7giorni

lunedì 28 settembre 2015

Milano, un Michelangelo inedito arriva al Castello Sforzesco

La mostra "D’après Michelangelo, la fortuna dei disegni per gli amici nelle arti del Cinquecento" apre il 30 settembre.

Milano, in occasione di Expo, un Michelangelo inedito arriva al Castello Sforzesco.  Dal 30 settembre fino al 10 gennaio il castello ospiterà nelle nuove sale espositive dell’Antico ospedale spagnolo, l’esposizione D’après Michelangelo, la fortuna dei disegni per gli amici nelle arti del Cinquecento. L’itinerario della mostra, adiacente al museo della Pietà Rondanini da poco inaugurato, comprende una totale immersione tra i disegni e le incisioni del maestro rinascimentale chiamati Fogli d’omaggio.  La mostra è infatti una raccolta di natura grafica che presenta le carte michelangiolesche, 80 in totale, concepite come regalo per la nobiltà dell’epoca e che permetteranno di conoscere gli aspetti più intimi l’artista. Tra gli anni Venti e Quaranta del Cinquecento, il maestro intreccia importanti relazioni di amicizia con esponenti della nobiltà romana, siglate anche attraverso il dono di elaboratissime composizioni grafiche a matita, che ora si potranno ammirare nel Castello Sforzesco. I disegni non possono essere considerati dei semplici studi, ma vere e proprie opere d’arte complesse anche iconograficamente, i soggetti rappresentati variano infatti dai temi sacri a quelli mitologici. Il percorso espositivo inoltre, si pone l’obiettivo di mettere in luce il contrasto fra l’iniziale dimensione privata dei lavori del maestro e il loro immediato successo fra gli artisti e i collezionisti europei. Per ulteriori informazioni: www.milanocastello.it  Fonte:7giorni
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