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mercoledì 16 luglio 2025

San Donato, palazzo Eni vuoto. Prove di dialogo tra società: "Una soluzione al più presto"

 

Un circuito di edifici, ponti sospesi ed effetti cromatici, che di certo non manca di attirare lo sguardo. L’avveniristico palazzo uffici che ha cambiato lo skyline di San Donato è stato ultimato. Anche i parcheggi a corredo sono stati realizzati, così come è stata riorganizzata la viabilità circostante. Eppure, i nuovi uffici sono ancora vuoti e non si hanno notizie rispetto alla messa in funzione del complesso. A bloccare il sesto palazzo dell’Eni, imponente centro direzionale sorto tra le vie Correggio, Vannucchi e De Gasperi, sarebbe un contenzioso in corso tra la società del cane a sei zampe e DeA capital, il fondo immobiliare proprietario della struttura. La querelle riguarderebbe alcuni difetti di costruzione che Eni avrebbe rilevato e che frenerebbero, appunto, la presa di possesso del centro direzionale da parte dell’azienda dell’a.d. Claudio Descalzi. La posizione del colosso dell’energia rispetto a questo tema è affidata a una nota: "Eni - vi si legge - non commenta le fasi di confronto in corso tra le parti coinvolte, che rimangono confidenziali, e confida nella finalizzazione del progetto come da accordi contrattuali con le proprie controparti". Fonte: Il Giorno

mercoledì 28 maggio 2025

Il Parco Agricolo Sud Milano compie 35 anni: una festa per la natura, l’agricoltura e la cultura del territorio

 

Dal Sentiero dei Giganti all’Abbazia di Viboldone, tra storia e biodiversità: ora si apre una nuova fase di rilancio sotto la guida della Regione
Il Parco Agricolo Sud Milano celebra il suo 35° anniversario, un traguardo importante per uno dei polmoni verdi più vasti e significativi della Lombardia. Nato nel 1990 grazie alla mobilitazione di cittadini e associazioni che si opposero alla cementificazione del territorio, il Parco è oggi un esempio virtuoso di equilibrio tra ambiente, agricoltura e patrimonio culturale. Si estende su 47.000 ettari di territorio agricolo protetto, coinvolge 60 Comuni e ospita una rete capillare di rogge, canali, fontanili, marcite e aziende agricole che offrono anche servizi come agriturismi, fattorie didattiche e vendita diretta. Ma il Parco è anche custode di un patrimonio storico e artistico da scoprire e valorizzare: mulini, abbazie, castelli, musei e percorsi naturalistici punteggiano l’area, contribuendo a costruire un circuito di turismo sostenibile e culturale. Un esempio è il Sentiero dei Giganti a San Giuliano Milanese, che attraversa i luoghi della celebre battaglia del 1515 tra francesi e svizzeri, e conduce all’Abbazia di Viboldone e al maestoso Palazzo di Rocca Brivio. Oggi il Parco, dopo anni di trasformazioni legate anche all’istituzione della Città Metropolitana, entra in una nuova fase strategica grazie all’impegno della Regione Lombardia, che punta a rafforzarne la governance e a garantirne risorse adeguate. A sottolineare l’importanza dell’anniversario è il sindaco di San Giuliano Milanese, Marco Segala: «Celebrare i 35 anni del Parco significa rendere omaggio a un patrimonio straordinario di natura, storia e lavoro agricolo che da sempre arricchisce il nostro territorio. Come membro del Direttivo, sono orgoglioso di rappresentare San Giuliano all’interno di questa grande realtà “verde” e condividere l’impegno per una gestione sempre più attenta, sostenibile e partecipata. Il Parco non è solo un’area da proteggere, ma un’opportunità concreta per promuovere cultura, turismo e qualità della vita per i nostri cittadini e per le future generazioni». Fonte: 7giorni

giovedì 18 luglio 2024

Pratone di San Donato Milanese: meno cemento e più verde per il piano Caltagirone, il progetto trasforma l'area in un grande parco pubblico

 

La variante del piano, pone grande attenzione alla sostenibilità e alla conservazione delle aree verdi, integrando misure per la protezione ambientale e il miglioramento della qualità della vita dei cittadini

Il Comune ha intrapreso una svolta green per il Pratone, destinando l'83% della sua superficie alla realizzazione di un ampio parco pubblico. La variante al Piano Integrato di Intervento, che coinvolge il Pratone e il comparto De Gasperi Ovest, è entrata nel vivo, segnando un cambiamento significativo rispetto ai piani iniziali del gruppo Caltagirone.

Le novità del progetto

La giunta guidata da Francesco Squeri, già a marzo, ha espresso l'intenzione di trasferire una parte delle volumetrie edilizie inizialmente previste per il Pratone nell'area De Gasperi Ovest. Questa decisione mira a creare un centro città con una forte connotazione verde, preservando il tradizionale rettangolo green del concentrico. Inoltre, i 50 alloggi comunali previsti nell'area De Gasperi Ovest saranno realizzati all'interno del nuovo isolato urbano, sostituendo il silos per le auto previsto nel progetto originale.

Impegno per la conservazione del Pratone

Il sindaco Francesco Squeri e la sua amministrazione stanno facendo tutto il possibile per preservare l'area del Pratone come verde pubblico. Questo impegno si riflette nella variante del piano, che pone grande attenzione alla sostenibilità e alla conservazione delle aree verdi, integrando misure per la protezione ambientale e il miglioramento della qualità della vita dei cittadini.

Sviluppo sostenibile e rispetto dell'ambiente

Il progetto del Pratone dimostra che è possibile integrare sviluppo sostenibile e rispetto dell'ambiente. La scelta di destinare la maggior parte dell'area a verde pubblico, trasferendo le volumetrie edilizie in altre zone, è un esempio concreto di come urbanizzazione e tutela dell'ambiente possano coesistere armoniosamente. Questa visione non solo protegge il patrimonio naturale, ma promuove anche uno stile di vita più sano e sostenibile per i residenti.

Il processo e la partecipazione dei cittadini

La variante del piano sta seguendo l'iter normativo, con particolare attenzione alla Valutazione Ambientale Strategica (VAS). I cittadini avranno la possibilità di esprimere le loro valutazioni e contributi entro il 6 agosto, seguendo le modalità indicate nei documenti ufficiali. È stata resa disponibile tutta la documentazione riguardante il nuovo disegno urbanistico, ora sotto i riflettori.

Ottocento nuovi appartamenti

Il progetto prevede comunque la costruzione di circa ottocento nuovi appartamenti, prevalentemente nel quartiere De Gasperi Ovest. Con il completamento del nuovo centro direzionale Eni nell'area De Gasperi Est, che attende solo l'inaugurazione, l'attenzione si sposta ora sulla visione della città del futuro. Fonte: 7giorni

martedì 28 maggio 2024

San Donato: il via libera allo stadio non c’è ancora ma intanto il Milan recinterà l’area e taglierà alberi

 

Il terreno è di proprietà privata, avvertito il Comune ma si può già procedere

Mentre a San Donato resta aperto un rovente dibattito sul futuro stadio del Milan, ed è stata impedita ai cittadini la possibilità di esprimersi in un referendum, per motivi burocratici, il club rossonero sta dando avvio ai preparativi per recintare l’area San Francesco dove intende realizzare il proprio impianto da 70mila posti. Dopo i sopralluoghi effettuati nei mesi scorsi dai tecnici dei rossoneri insieme alla polizia di Stato del commissariato Milano-Mecenate nel comparto che da anni è terra di spaccio, dal municipio arriva conferma che il Milan sta dando avvio ai passaggi ufficiali per effettuare una generale pulizia che prevede la totale rimozione dei rifiuti, che si sono accumulati in anni di bivacchi, a cui si sommeranno degli interventi per fare piazza pulita della vegetazione spontanea mediante un piano che prevede anche l’abbattimento di alcuni alberi definiti «pericolanti». Una volta completate queste operazioni, a quel punto verrà installato il recinto lungo il perimetro dell’insieme di terreni che nel frattempo il Milan ha acquistato per insediarvi la propria cittadella che oltre allo stadio prevede anche la sede della società e il suo museo insieme a un residence e a una serie di altre attrattive. In queste settimane il club ha quindi preso contatti con gli uffici del Comune per ottenere le autorizzazioni necessarie ad intervenire sul verde. Fonte: Il Cittadino

martedì 21 novembre 2023

San Donato, si svela il nuovo quartier generale dell’Eni

 

Il palazzo dal design avveniristico domina Metanopoli

Sono stati finalmente rimossi gli sbarramenti dal nuovo quartier generale dell’Eni lungo il lato che si affaccia sulla via Correggio: il prestigioso centro direzionale disegnato dallo studio statunitense Morphosis, realizzato in fregio al quartiere di Metanopoli, è “entrato” a tutti gli effetti a fare parte del tessuto urbano della città. La novità nei giorni scorsi è stata colta a colpo d’occhio da numerosi sandonatesi che per anni si sono trovati di fronte alle “barriere” con cui è stata delimitata l’area del comparto De Gasperi Est dove era in corso il cantiere gigante. L’inaugurazione del complesso, in cui troveranno posto 4mila lavoratori, è prevista per il 2024. Fonte: Il Cittadino

giovedì 20 luglio 2023

SAN DONATO Nasce il comitato di cittadini pronto a scendere in campo contro lo stadio del Milan

 

Cinque i portavoce del gruppo promosso dai volontari che hanno già raccolto oltre 1.300 sottoscrizioni nei banchetti allestiti nei vari quartieri.

«Facciamo squadra per non svendere la città»: con questo motto a San Donato è nato il comitato “No stadio” composto dalla cordata di cittadini che è scesa in campo per alzare in modo risoluto gli scudi contro l’impianto da 700 milioni di euro. Il nuovo organismo, promosso dai volontari che nel corso di una fitta staffetta di banchetti hanno già raccolto oltre 1300 firme per dire “no” al maxi investimento del Milan, avrà i seguenti portavoce: Annalisa Molgora, Iris Balestri, Innocente Curci, Giorgio Bianchini e Marco Menichetti. Figure, viene ricordato in una nota, che conoscono i problemi della città dell’Eni e del Sudmilano, accomunate da una spiccata vocazione ambientalista e che hanno fornito ampia disponibilità a condividere la propria esperienza. Il loro impegno, mettono in risalto i promotori dell’iniziativa, sarà quello di illustrare ai sandonatesi «quali siano i rischi e le difficoltà a cui si andrebbe incontro se fosse dato il via libera a questo intervento urbanistico così invasivo e così lontano dalle esigenze e dalle peculiarità della San Donato pensata e voluta da Enrico Mattei». Annunciando l’intenzione di mettere in pista contro lo stadio delle «iniziative di protesta in tutte le forme possibili previste dalla legge», il neo comitato non risparmia un affondo contro l’amministrazione comunale. In particolare i suoi esponenti sottolineano: «Il mega-complesso sportivo e commerciale, su cui si stanno dimostrando sempre più disponibili a scatola chiusa il sindaco e la sua maggioranza, non è mai stato posto in discussione in consiglio comunale e non è nemmeno indicato nel programma amministrativo della città». E proseguono osservando: «Seppure l’idea sia già propagandata come la panacea a tutti i problemi della nostra città, in realtà sono tantissimi i cittadini che stanno esternando il proprio disaccordo ed evidenziando forti preoccupazioni. Lo testimonia - concludono - la raccolta firme a supporto della petizione ufficiale No stadio: l’obiettivo minimo era di 300 firme di cittadini maggiorenni residenti, ma in poche settimane si è già raggiunta la cifra record di 1.300 adesioni».

Proprio al fine di tenere aperto un confronto trasversale con la città, il comitato è decollato senza simboli di partiti, associazioni o liste civiche. Fonte: Il Cittadino

giovedì 29 giugno 2023

Flashmob di fronte al municipio di San Giuliano contro la nuova strada tra Sesto Gallo e Civesio

 

Nel mirino dei manifestanti anche il progetto dello stadio del Milan a San Donato.

«Strada Sesto Gallo - Civesio? No grazie!»: con questo slogan il comitato di San Giuliano Villa Angelino martedì sera si è riunito in un flashmob davanti al municipio. Nel corso del presidio si è alzato anche un “no” allo stadio del Milan nel Comune confinante di San Donato. Il disappunto dei manifestanti è stato in particolare espresso per il secondo lotto, previsto nei documenti di programmazione, dell’asse viario (i cui cantieri sono in fase di decollo), che in prima battuta collegherà la via Emilia, attraverso il sottopasso Borsellino, al comparto di Sesto Gallo. Una posizione, quella assunta dal gruppo di sangiuliani, legata al temuto incremento di traffico e smog, nonché ai problemi di sicurezza che l’opera, secondo i diretti interessati, comporterebbe ai cittadini che percorreranno la nuova pista ciclopedonale tra Civesio e Borgolombardo, nonché alle ripercussioni sullo storico Cammino dei monaci che unisce l’Abbazia di Chiaravalle a quella di Viboldone. Fonte: Il Cittadino

giovedì 8 giugno 2023

San Donato, le “barricate” degli ambientalisti contro lo stadio del Milan

 

I rossoneri secondo indiscrezioni preferirebbero il Sudmilano rispetto a Sesto San Giovanni ma tanti residenti temono smog, traffico e cemento.

Un’opera che «da sola annullerebbe tre anni di sforzi e sacrifici compiuti per ridurre le emissioni di CO2» e un intervento «del quale davvero non abbiamo bisogno». È una presa di posizione netta, «frutto non di mere preferenze personali ma di studi, analisi e riscontri», quella che emerge dall’incontro pubblico tenutosi nella serata di martedì in sala consiliare, a San Donato, dove GreenSando e Wwf hanno chiamato a raccolta esperti, attivisti e cittadini per interrogarsi sull’opportunità, o meno, di realizzare il nuovo impianto sportivo sognato dal Milan sull’area San Francesco di San Donato. Gli ultimi “rumors”, rilanciati da una storica testata sportiva, sembrano infatti indicare San Donato come scelta probabile per la realizzazione del nuovo impianto sportivo di proprietà, scelta che secondo le voci raccolte troverebbe spiegazioni nella localizzazione stessa dell’area interessata, a ridosso della rete autostradale e biglietto da visita per la città del calcio. Una scelta, quindi, che sarebbe dettata da visibilità e accessibilità, ma della quale, al momento, l’amministrazione comunale di San Donato non sarebbe al corrente, visto che rimarrebbe valida anche l’alternativa di Sesto San Giovanni. Fonte: Il Cittadino

venerdì 3 febbraio 2023

Consumo di suolo alle stelle nel Sudmilano, cancellati 10 ettari in un anno

 

«Nel corso del 2021 il cemento si è mangiato altri 14 campi da calcio, ma la situazione è destinata a peggiorare ancora di più con i maxi-interventi urbanistici previsti a Melegnano e San Donato».

L’affondo arriva dall’Osservatorio contro il consumo di suolo del Sud-Est Milano, organismo composto da Italia Nostra, Legambiente, Wwf, Slow food, Desr, Amici di Carlotta, comitato Tilt Vizzolo, Greensando, comitato Stop alla logistica Sordio-San Zenone, associazione per i Vivai Pronatura, associazione per il Parco Sud Milano, associazione Noi, associazione Cittadini di Paullo, comitato Salviamo gli alberi di via Galvani a Peschiera, comitato Salviamo il Pratone, comitato No Logistica di Paullo e associazione culturale per l’Autogestione, che opera a Carpiano, Cerro, Colturano, Dresano, Mediglia, Melegnano, Pantigliate, Paullo, Peschiera, San Colombano, San Donato, San Giuliano, San Zenone, Tribiano e Vizzolo.

«Nel 2021 il Sud-Est Milano ha perso altri 10 ettari di suolo pari a 14 campi da calcio, valore simile a quello del 2020 - si legge in una nota dell’organismo, che traccia un bilancio dell’attività svolta l’anno scorso -: il Comune peggiore è Paullo con 5,7 ettari, mentre solo Colturano, Pantigliate, San Donato e San Zenone non hanno consumato suolo». Sempre secondo l’Osservatorio, la situazione è destinata a peggiorare in un prossimo futuro. «A Melegnano è in arrivo il Campus Data Center che, con le strutture di corredo, sigillerà oltre 200mila metri quadrati di suolo agricolo, il 4 per cento dell’intero territorio comunale - incalza ancora l’organismo -. Resta invece aperta la questione della San Carlo, che avrebbe un impatto ancora maggiore: complessivamente stiamo parlando di un consumo di suolo agricolo pari a 400mila metri quadrati corrispondenti addirittura a 57 campi da calcio. Come dimostrano i dati dell’Ispra, l’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale, neppure dal punto di vista economico le due operazioni sono sostenibili. Sempre a Melegnano è stata avviata una variante al Piano di governo del territorio, le cui conseguenze potrebbero essere nefaste». Ma l’Osservatorio ha sollevato anche il caso di San Donato, dove restano aperti i due grandi interventi ipotizzati dalla passata amministrazione della città dell’Eni. «Ci riferiamo ai piani in tema di edilizia sia privata sia pubblica sul Pratone e allo Sport city life nella zona di cascina San Francesco, che anche in questo caso potrebbero avere effetti deleteri - ribadisce l’organismo in conclusione -: ancora una volta rilanciamo dunque sulla necessità di varare politiche ad hoc per tutelare il suolo, che rappresenta una risorsa fondamentale da molteplici punti di vista». Fonte: Il Cittadino

lunedì 2 maggio 2022

SAN DONATO EniStation, c’è il via libera al maxidistributore del futuro

 

Il Comune pronto a sottoscrivere la convenzione col colosso energetico, previsto anche un impianto per l’erogazione di idrogeno.

Il passo nel futuro che compirà piazza Supercortemaggiore con il progetto EniStation è ormai alle porte: il Comune si prepara a sottoscrivere la convenzione con il “Cane a sei zampe” che porterà a San Donato il secondo impianto ad idrogeno d’Italia dopo quello di Bolzano. Oltre alla riqualificazione degli storici impianti di carburante, il disegno prevede delle postazioni di ricarica delle auto elettriche, nonché una struttura che ospiterà un punto ristoro insieme ad una serie di servizi tra cui è in programma la quinta farmacia comunale in un nuovo spazio che verrà concesso all’ente per 20 anni in comodato d’uso gratuito. Nel complesso, l’operazione porterà nelle casse del Comune un milione e 250mila euro.

L’importo di 365mila euro sarà versato da Eni per la cessione della fascia di terreno presente tra le due attuali stazioni di servizio. Si sommano altri 235mila euro di oneri di urbanizzazione primaria e secondaria oltre a 600mila euro di contributi vari. Le cifre, viene reso noto dal municipio, figurano nel testo della convenzione che darà il definitivo via libera al permesso di costruire. Si prospetta così una stazione che in base alle anticipazioni viene descritta come “innovativa e di design”, integrata architettonicamente con il nuovo centro direzionale Eni che si trova alle sue spalle. L’accento in una nota viene posto anche sulla svolta “green”. Si parla di riduzione del 25 per cento dell’anidride carbonica emessa annualmente in atmosfera rispetto ad un punto vendita di uguali dimensioni, per un risparmio annuo stimato di 55 tonnellate di anidride carbonica, pari all’assorbimento di un bosco di 4.500 alberi. Il fabbisogno energetico della struttura, inoltre, verrà coperto in misura significativa da energia proveniente da fonti rinnovabili con la raccolta ed il recupero di acque piovane e la capacità di decomporre agenti inquinanti mediante l’utilizzo di appositi rivestimenti.

«San Donato – commenta il vicesindaco Gianfranco Ginelli in corsa per la fascia tricolore sostenuto dalla coalizione di centrosinistra – è pronta ancora una volta a tracciare la rotta in materia di sostenibilità e mobilità green: la nuova EniStation rappresenta il modello sul quale, in futuro, si struttureranno tutte le stazioni di rifornimento del Paese. Essere tra le prime città italiane a sperimentare il domani della mobilità veicolare è per noi motivo di orgoglio». Fonte: Il Cittadino

lunedì 17 gennaio 2022

Alberi abbattuti e altri da salvare, presidio degli ambientalisti a San Donato.

 

Sono 75 gli storici tigli su cui caleranno le ruspe per fare spazio alle rotonde previste dalla costruzione del VI Palazzo Uffici di Eni


Un nutrito drappello di ambientalisti delle associazioni Salviamo il Pratone, Greensando e Wwf si è riunito in presidio davanti ai resti dei 18 tigli abbattuti in via De Gasperi per chiedere con forza all’Amministrazione comunale di ripensare al progetto e salvare le piante rimanentiSono 75 gli alberi di oltre 50 anni di vita su cui caleranno le ruspe per fare spazio alle misure compensatorie viabilistiche previste dalla costruzione del VI Palazzo uffici di Eni, comprendenti 5 rotonde di cui 3 ancora in fase di costruzione. "L’impatto visivo non può lasciare indifferenti – ha ammesso il sindaco Andrea Checchi - ma come in tutti gli importanti interventi urbanistici lo sguardo deve spingersi oltre e andare a ricercare una visione in prospettiva. Al nostro insediamento l’operazione urbanistica era già stata perfezionata, ma gli alberi tagliati verranno sostituiti da 240 nuove piante che, come abbiamo imposto, saranno della stessa classe di grandezza dei tigli che andranno a sostituire". Saranno dunque in tutto 240 i nuovi alberi che andranno a ripristinare il filare lungo viale De Gasperi, correranno ai lati del nuovo tratto di strada che unirà il vialone a via Battisti e andranno a colmare i vuoti delle aree verdi presenti nelle circostanti vie Fabiani, Fermi, Caviaga e Bordolano. Gli ambientalisti però non ci stanno: "I tigli di via De Gasperi sono alberi storici – hanno dichiarato -, parte integrante del quartiere di Metanopoli. Sembra una beffa che vengano abbattuti da Eni come opere compensatorie, teoricamente a favore dei cittadini, per permettere la costruzione di nuovi palazzi, quindi un’ulteriore urbanizzazione che nei fatti depreda il territorio anziché salvaguardarlo". L’Amministrazione, a loro avviso, non ha fatto abbastanza per evitare lo scempio e ora chiedono con forza che i lavori di abbattimento si fermino e vengano trovate soluzioni alternative. A dare manforte alla loro protesta sono intervenute anche le Signore degli Alberi, volti simbolo del comitato La voce degli alberi che, a Peschiera Borromeo, dopo una strenua battaglia ha impedito l’abbattimento di 230 pioppi cipressini in via Galvani. Fonte: Il Giorno

lunedì 22 novembre 2021

A Melegnano inizia a crescere il bosco del Montorfano con ottocento alberi e arbusti

 

Con tanto di badili, guanti e stivali, nella giornata di sabato anche i bambini hanno messo a dimora le prime piante nel futuro bosco del Montorfano, dove complessivamente verranno piantumati 820 tra arbusti, piantine e alberi tanto da renderlo sempre più un polmone verde per l’intera realtà di Melegnano. È questa la suggestiva iniziativa promossa in occasione della Festa dell’albero dall’amministrazione alla guida della città con Ersaf (Ente regionale per i servizi all’agricoltura e alle foreste), Wwf Sudmilano e comitato Montorfano presente con il segretario Marco Crisanto, che nel fine settimana è stata presentata dall’assessore all’ambiente di Melegnano Marialuisa Ravarini.

«Grazie ai 63mila euro messi a disposizione dal nostro Comune, 33mila dei quali sono legati alle compensazioni ambientali derivanti dal taglio di 14 piante nell’ambito di un piano di recupero in zona Giardino, metteremo a dimora 820 tra alberi e arbusti tra il bosco di Montorfano e l’area di via Martin Luther King - sono state le sue parole -. L’intervento è peraltro strettamente collegato al piano Re Lambro Se, che punta a recuperare a livello territoriale le aree attorno al fiume e a Melegnano interesserà proprio il quartiere Montorfano». Concetti ribaditi dal presidente del Wwf Sudmilano Giorgio Bianchini con Erminia Mandarini e Alessandro Podenzani in qualità di gestori del bosco di Montorfano, l’oasi naturalistica comunale in fregio alla via Emilia e in riva al fiume Lambro, secondo i quali le piantumazioni contribuiranno a rafforzare ancor di più il ruolo del quartiere quale polmone verde dell’intera città di Melegnano. Tutti muniti di badili, guanti e stivali, sabato pomeriggio gli amanti dell’ambiente hanno quindi iniziato a piantare ginestre e carpini, querce e ontani, betulle e frassini nell’area verde in fondo a via Martin Luther King, dove dunque sorgerà un vero e proprio bosco a pochi metri da numerosi nuclei condominiali: iniziato ufficialmente una decina di giorni fa e realizzato dagli esperti di Ersaf, l’intervento è previsto anche all’interno del bosco di Montorfano, dove la piantumazione si accompagnerà alla complessiva manutenzione dell’oasi nella periferia est della città.

L’altro giorno anche i bambini hanno giocato un ruolo di primo piano nella messa a dimora dei nuovi alberi, che fa seguito alla pulizia del bosco di Montorfano avvenuta un paio di settimane fa nell’ambito dell’iniziativa “Puliamo il mondo” organizzata a Melegnano da Legambiente Lombardia. Fonte: Il Cittadino

mercoledì 13 ottobre 2021

La Paullese chiude per 18 mesi: martedì il “check up” sulla viabilità

 

Sopralluogo con la polizia locale sul tragitto alternativo per verificare segnaletica ed eventuali problemi.

Dalla Paullese (chiusa) alla nuova complanare (finalmente aperta). Da oggi, per un anno e mezzo (per la precisione 18 mesi), la strada di servizio che affianca l’ex statale 415 all’altezza di Paullo sopporterà il traffico tra il cavalcavia sulla tangenziale (all’altezza della cascina Linate) e il ponte Muzza (all’altezza dell’ex bar Bianco). Una rivoluzione viabilistica, che creerà inevitabilmente molti disagi, anche se è stato fatto il possibile per ridurli al minimo. Se ne è parlato martedì pomeriggio nell’ultimo sopralluogo prima dalla chiusura della Paullese, che ha coinvolto la società costruttrice Gimaco, la Città Metropolitana e la polizia locale. «Per noi è fondamentale che ogni aspetto sia stato curato fin nel minimo dettaglio» spiega il comandante della polizia locale Stefano Papalia, sul posto con il responsabile dell’ufficio tecnico Andrea Marzioni, attento a verificare la predisposizione della segnaletica orizzontale e verticale e della posa della cartellonistica, suggerendo (laddove necessario) alcune integrazioni (come il divieto di transito per i mezzi pesanti sulla provinciale 161). Nel dettaglio la viabilità è stata ridefinita dall’apertura parziale della «complanare, che garantisce la circolazione, per chi proviene da Crema, superato il cavalcavia Tem, attraverso un flesso che devia il traffico dalla Paullese, di proseguire fino al ponte sulla Muzza, dove si troverà un altro flesso per reimmettersi sulla Paullese» spiegano dalla Gimaco.

L’ex statale 415 sarà bloccata con dei new jersey per impedire l’accesso all’altezza della cascina Linate e del bar Bianco, mentre sull’estensione del tratto chiuso (circa un chilometro) saranno presenti delle reti arancioni da cantiere. «Le reti saranno aperte da noi per le attività di cantiere all’altezza di Conterico - spiegano dalla Gimaco -. Qui sono stati posizionati dei nuovi corpi semaforici, azionati da radar e da spire, che garantiranno l’accesso e l’uscita dalla provinciale 161, aperta contestualmente alla complanare». Rispetto a prima, i pendolari della Paullese saranno obbligati a viaggiare su una strada a calibro minore (8 metri, con corsie di 3 metri e mezzo ciascuna, rispetto alla Paullese che aveva un calibro di 12 metri) e con un limite di velocità di 40 chilometri orari (contro i 90 sulla Paullese) e divieto di sorpasso. «Un sacrificio necessario per concludere i lavori di raddoppio,- concludono dalla Gimaco -: tra i primi interventi che saranno realizzati ci sarà la costruzione della rotonda a Paullo con relativo cavalcavia». Fonte: Il Cittadino

venerdì 24 settembre 2021

La metropolitana arriverà fino a Paullo

 

Annuncio durante un incontro con tecnici e politici a Spino. I fondi ci sono e c’è anche il progetto, che andrà solo aggiornato. Il prolungamento della metropolitana fino a Paullo sarà realizzato. 
Ci sono i fondi per finanziarlo e c’è anche il progetto, che dovrà essere solo rivisto e aggiornato. È una sentenza quella emessa mercoledì sera a Spino d’Adda, dove tecnici e politici si sono incontrati per analizzare le soluzioni per il trasporto pubblico locale, con l’ingegnere Marco Broglia, il primo progettista della metropolitana tre “lunga”. Le altre alternative sono state “scartate” dalla politica locale: impensabile la metrotramvia (più idonea a spostamenti in città che non su lunghe tratte), così come la M3 “corta” (con capolinea a Peschiera), che non risolverebbero i problemi di intasamento sulla Paullese. Al tavolo di confronto, coordinato da Costantino Rancati, ex sindaco di Spino, erano presenti il vicesindaco di Città Metropolitana Arianna Censi, i sindaci Andrea Checchi (San Donato), Federico Lorenzini (Paullo) e Stefania Bonaldi (Crema), oltre al consigliere regionale Matteo Piloni e al vicesindaco di Spino Enzo Galbiati, che ha introdotto l’incontro. Fonte: Il Cittadino

venerdì 17 settembre 2021

Paullo, doccia fredda dai tecnici: la metro non è la soluzione ideale

 

Gli esiti dello studio di fattibilità mostrano altre ipotesi possibili.

Il prolungamento della metropolitana fino a Paullo non è la soluzione migliore per la mobilità del Sudmilano. Meglio puntare su una metropolitana “corta” (fino a Peschiera) o sulla metrotramvia. Una “sentenza” tecnica, stabilita nella prima parte dello studio di fattibilità voluto dai Comuni dell’asse paullese. È stato l’assessore regionale Claudia Terzi a rendere noto le attuali prospettive riguardanti il rilancio del sistema di trasporto pubblico dell’area rispondendo a un’interrogazione presentata dai consiglieri Nicola Di Marco e Marco Degli Angeli del Movimento 5 Stelle. «Ad oggi la cosa più grave è che è tutto fermo - dichiara Di Marco -: abbiamo uno studio di fattibilità a metà, che avrebbe dovuto proseguire con una seconda fase con l’approfondimento di uno scenario che, tuttavia, non è ancora stato assegnato. Sono passati tre anni ed è inaccettabile che non si riesca a procedere: probabilmente nessuno si vuole prendere la responsabilità di dire che la metropolitana fino a Paullo non è la soluzione tecnica ottimale per il territorio, nonostante sia stato proprio lo stesso territorio a volere lo studio di fattibilità». Al momento, di fatto, a certificare lo stato attuale della situazione è proprio la risposta fornita all’interrogazione del M5s dall’assessore regionale alla Mobilità. «Dagli esiti dello studio risultano efficaci le ipotesi di potenziamento del trasporto pubblico (anche con Busway) o di nuova linea metrotranviaria, qualora opportunamente integrate al sistema trasportistico milanese attraverso l’efficace interscambio coi pullman e un approfondimento delle interconnessioni strutturali con la rete - risponde l’assessore -. Il prolungamento della metropolitana a Paullo riscontra invece risultati negativi con la sola eccezione delle ipotesi di prolungamento breve (non oltre la prima cerchia di comuni maggiormente urbanizzati). Viene evidenziata come fondamentale la necessità di interventi viabilistici programmati sulla Paullese (raddoppio e desemaforizzazione di San Donato), determinanti per l’efficacia di qualsiasi soluzione». In ogni caso non è stata, ad oggi, condivisa la scelta in merito alla «soluzione modale e di tracciato da approfondire nella seconda fase del progetto di fattibilità̀ tecnica ed economica». Che, se per i tecnici non può essere la metropolitana fino a Paullo, per i sindaci continua a essere l’opzione preferita come confermato nella riunione interistituzionale dello scorso aprile. «Una riunione che è sembrata più una tribuna dove fare dichiarazioni roboanti sul metrò, senza però azioni concrete quali la definizione di una road map per conseguire tale obiettivo - dichiara Di Marco -. La risposta alla nostra interrogazione ce ne dà conferma». Fonte: Il Cittadino

mercoledì 28 aprile 2021

In bicicletta per dire no al “serpente d’asfalto

 

                             In bicicletta per dire no al “serpente d’asfalto

In bicicletta sull’antico sentiero dei monaci, e in tanti sabato hanno accolto l’invito a pedalare insieme per ricordare che “quella strada rappresenta una ferita inaccettabile “. Un lungo serpentone colorato - almeno 150, 200 partecipanti - ha attraversato le campagne tra San Donato e San Giuliano, dall’ingresso “nascosto” del futuro parco Gustavo Hauser fino all’abbazia di Viboldone, antica tappa che un tempo segnava il percorso dei monaci che popolavano, e custodivano, il territorio sudmilanese. Obiettivo, ribadire il no al contestato progetto di aprire una nuova strada al confine tra San Donato e San Giuliano. Fonte: Il Cittadino

giovedì 1 aprile 2021

In arrivo 54 nuovi alberi a San Donato. Partite le piantumazioni in diversi parchi della città

 

Lavori in corso per arricchire il patrimonio arboreo cittadino. Lo scorso venerdì i tecnici di Floricoltura – impresa incaricata alla manutenzione del verde pubblico sandonatese – hanno avviato le operazioni di messa a dimora di 54 nuove essenze, lavori che saranno eseguiti in diversi parchi cittadini e per le vie dei quartieri Concentrico, Metanopoli, Bolgiano, Certosa e della frazione di Poasco.

Le piantumazioni sono state pianificate dall’Amministrazione comunale con un duplice obiettivo. In primo luogo esse serviranno a sostituire gli alberi rimossi sulla base di prove di trazione con esito negativo e quelli abbattuti in seguito agli eventi atmosferici dello scorso inverno, quali, a titolo d’esempio, le abbondanti nevicate di inizio anno. In seconda battuta, tali operazioni daranno il via a una serie di nuove piantumazioni che continueranno nel corso del prossimo autunno e segneranno un incremento del numero di esemplari arborei presenti in città.

«I tecnici di Floricoltura – dichiara l’Assessore all’Ambiente e agli Orti Urbani Andrea Battocchio – sono già al lavoro per tradurre in pratica il piano di cura e arricchimento del verde pubblico approntato dall’Amministrazione. I lavori consentiranno di porre rimedio ai danni causati dal maltempo e di risolvere le criticità evidenziate nel corso degli ultimi mesi dai nostri tecnici e dall’impresa di manutenzione».

«Le piantumazioni avviate la scorsa settimana e che proseguiranno nel corso dell’anno – aggiunge il Sindaco Andrea Checchi – si pongono in linea continuità con le politiche adottate dalla nostra Amministrazione per il miglioramento del decoro urbano, della vivibilità degli spazi e della salubrità dell’aria. Siamo fermamente convinti del fatto che lavorare per il benessere del patrimonio arboreo significhi, in ultima istanza, lavorare per il benessere dell’intera comunità». Fonte: Il Cittadino

giovedì 30 aprile 2020

Coronavirus, fase 2 nel Sud Milano: "Ripartiamo in sella alle biciclette"

Le associazioni chiedono mobilità sostenibile e meno cemento per il post-emergenza. 

Meno cemento e più bici. Secondo le associazioni del Sud Milano, la ripresa delle attività dopo l’emergenza Covid dovrà passare attraverso i temi della sostenibilità ambientale e della mobilità alternativa all’auto. Sono diversi gli appelli che si stanno levando dal mondo del no profit: l’invito rivolto ai Comuni è ad effettuare scelte mirate e coraggiose, per una fase 2 all’insegna di una maggiore vivibilità del territorio.
Cominciamo dalle due ruote. La sezione locale della Fiab, la Federazione italiana amici della bicicletta, ha proposto alle amministrazioni di Melegnano, Vizzolo Predabissi, Carpiano e Cerro al Lambro la creazione di un tavolo di lavoro sui temi dell’ambiente, dell’economia locale e della mobilità. Si chiedono inoltre incentivi e interventi per favorire l’uso della bici, specie sui tragitti casa-lavoro. "Durante la ripresa post Covid, quello della mobilità sarà uno dei temi centrali – dice Giulietta Pagliaccio, membro del direttivo nazionale della Fiab –. In questo contesto, la bicicletta può diventare un elemento forte negli spostamenti di prossimità. Il territorio del Sud Milano si presta al suo uso, che può e deve essere incentivato". Le proposte avanzate dalla Fiab hanno già incontrato il favore dell’amministrazione di Carpiano, che auspica l’avvio di un confronto tra Comuni sotto la regia di Melegnano. "Una risposta, quella di Carpiano, che fa ben sperare – commenta Diego Segalini, presidente di Fiab Melegnano –. Riteniamo che il blocco causato da questo difficile periodo sia un’occasione irripetibile per cambiare le cose".
Veniamo al cemento. A Melegnano l’ipotesi di legare la ripresa economica all’arrivo di nuovi insediamenti industriali - in testa quello della San Carlo, il colosso delle patatine - è una strategia poco lungimirante a detta dell’Osservatorio contro il consumo di Suolo, un ente che raggruppa 12 associazioni locali.
"L’iter progettuale è già avviato – dice a nome dell’Osservatorio Roberto Silvestri –, ma ci impegniamo a far sì che questi insediamenti siano il meno impattanti possibili, utilizzando ogni accorgimento: verificheremo che il processo produttivo sia virtuoso e non inquinante, chiederemo opere di compensazione e mitigazione ambientale anche oltre il massimo dovuto. Ricordiamo che Melegnano è la maglia nera del Sud Est Milano, il comune più pesantemente cementificato. Questi interventi ruberanno un ulteriore 10% di suolo disponibile, portando al 70% le aree urbanizzate". Chiudiamo con gli edifici storici. Le associazioni del territorio si oppongono all’ipotesi di vendere ai privati Rocca Brivio, l’antica villa patronale di proprietà di una società pubblica partecipata anche dai Comuni di San Donato, San Giuliano e Melegnano: chiedono di percorrere strade alternative, per mantenere la fruizione pubblica e la vocazione culturale dell’edificio. Fonte: Il Giorno

lunedì 13 gennaio 2020

'San Donato 2030', qui il futuro è sostenibile

Dal Sesto Palazzo Eni dell’archistar Thom Mayne alla rinascita di Parco Mattei e Pratone. Il sindaco svela gli obiettivi del decennio. 

Dalle torri di Kenzo Tange che svettano sullo skyline del Quartiere Affari al cantiere dell’archistar Thom Mayne, che con la costruzione del Sesto Palazzo Eni sta segnando un nuovo punto di svolta per la città. San Donato si prepara a guardare al 2030 con un piano urbanistico che punta alla sostenibilità, dopo due decenni contraddistinti da pietre miliari dell’architettura. San Donato è sempre stata all’avanguardia, fin dal 1950 quando Mattei fece posare la prima pietra di Metanopoli, prima Company Town italiana, oggi vincolata a “città giardino” dalla Soprintendenza. Ma anche il Primo Palazzo Eni, disegnato sempre negli stessi anni da Marcello Nizzoli e Giuseppe Mario Olivieri. A raccontare il passato e fare il punto sul futuro è il sindaco Andrea Checchi. "Il Sesto Palazzo - spiega il primo cittadino - è il tema che più ha riscaldato il dibattito politico. Dal punto di vista urbanistico, rappresenta il lascito ai sandonatesi del decennio appena concluso".

Il Sesto Palazzo è in costruzione in via De Gasperi, sull’area degli ex laboratori Eni e, più in generale, "nel contesto rigenerato dell’asse di via Battisti, che negli ultimi anni ha visto la sostituzione di un polo industriale e di una stazione elettrica con edifici residenziali di pregio". Un complesso di tre edifici costituirà il cuore del Campus Eni: un palazzo di 11 piani, l’Icon, che sarà collegato con un ponte coperto al secondo, il Landmark, un building di nove piani dalle facciate inclinate. A chiudere il triangolo sarà lo Skygarden: due corpi di fabbrica a dieci e quattro piani, coperti da un tetto verde. Il 2020 sarà l’avvio di un nuovo percorso. "Se il palazzo firmato dall’archistar Thom Mayne segnerà dal punto di vista urbano la nostra città, come ha fatto negli anni Novanta un altro grande architetto come Kenzo Tange con il Quartiere Affari - aggiunge il sindaco -, è lecito domandarsi cosa resterà di questi anni Venti e come sarà San Donato nel 2030. Su questo abbiamo una serie di certezze che sono la base su cui stiamo già lavorando per dare concretezza alla nostra idea di città. Immaginiamo una città a misura d’uomo, in cui l’elemento umano e il rispetto per l’ambiente siano le direttrici che guideranno le nostre scelte".
La parola d’ordine sarà sostenibilità. "Un tema deflagrato a livello globale negli ultimi mesi - sottolinea Checchi -, evidenziando la necessità di un cambio di passo. E in questi sette anni di governo abbiamo cercato di realizzarlo. La riqualificazione di Certosa e via Kennedy, la nascente ciclabile che unirà San Donato a Peschiera e lo stesso tanto vituperato piano sosta sono azioni che mostrano la nostra attenzione". San Donato sta facendo rete con i Comuni del territorio per lavorare al futuro del territorio. E il 2020 sarà l’anno del nuovo Pgt. "Agli anni Venti - preannuncia Checchi - affideremo il compito di restituire alla città luoghi di vita condivisa rimasti a lungo ai margini, come piazza della Pieve e la Campagnetta, e di rilanciare due fulcri cittadini: il Parco Mattei e il Pratone". Due nodi critici per la città, qu esti ultimi, punti centrali che hanno subito diverse battute di arresto e provocato una levata di scudi tra i cittadini. Il Parco Mattei è stato contraddistinto da una lunga gara di appalto rimasta bloccata per due anni e alla fine sospesa dopo due procedimenti di verifica da parte dell’Anticorruzione, mentre il futuro del Pratone - acquistato da un gruppo statunitense - è ancora una incognita. Fonte Il Giorno

giovedì 29 agosto 2019

San Donato, piste ciclabili sul modello olandese

I piani del Comune per rilanciare la mobilità e le strutture sportive.  

La città cambia strategia e, per sbloccare i grandi progetti, cerca idee oltre i confini cittadini. Dagli esperti olandesi per importare un piano di mobilità ciclabile sul modello di Amsterdam, a una società parmense incaricata di rilanciare lo sport cittadino, a San Donato è iniziata la stagione delle consulenze strategiche. Dopo le bufere degli ultimi tempi - il bando del Mattei finito sotto la lente dell’Anticorruzione e poi ritirato, le reazioni durissime dei cittadini al piano della sosta a pagamento e la lentezza dell’avvio dei grandi progetti - il sindaco volta pagina. Con qualche mal di pancia dell’opposizione, che grida allo scandalo.

Il nodo più critico da sciogliere è quello dello sport: una partita spinosa che rischia di trasformarsi in un boomerang in vista delle elezioni. Nel tentativo di raddrizzare il timone, il Comune ha individuato una società specializzata - la parmense SG Plus Ghiretti & Partners - per elaborare un piano strategico dedicato al rilancio delle strutture comunali e alla valorizzazione del movimento sportivo locale. Il Parco Mattei, il Kick Off di via XXV Aprile, il Top Tennis di via Maritano, la Piscina di via Parri, il Picchi di via Di Vittorio e il centro sportivo Le Cascine di Poasco. Sono le sei strutture comunali sulle quali si reggerà lo “Sport Plan cittadino”, piano strategico con cui l’Amministrazione intende offrire nuova linfa all’intero settore sportivo di San Donato, attraverso la trasformazione, il recupero, il rilancio e la valorizzazione di un patrimonio costituito dalle strutture sopraelencate e dalle tante realtà attive in città. "Con questo strumento - dice il sindaco Andrea Checchi- intendiamo sostenere e rilanciare lo sport locale. In linea con la tradizione sportiva della nostra città, vogliamo riportare al centro della vita cittadina il tema dello sport che, a San Donato, può contare su strutture di primo livello e su un capitale umano qualificato e appassionato".

"Nel guardare al futuro più prossimo in materia di sport - spiega il primo cittadino - è nostra intenzione consolidare il dialogo con Milano per ritagliare un ruolo importante anche per San Donato nella rassegna olimpica del 2026". Altra nota dolente, bici e sosta a pagamento. Al via un’analisi approfondita di costi, benefici e impatto socioeconomico del Biciplan e del piano sosta. Allo studio elementi per pianificare la San Donato del futuro. Per fotografare lo scenario della mobilità cittadina e pesare le possibili ricadute future generate dalle scelte poltiche, l’Ente si avvarrà della collaborazione di un’azienda di livello internazionale. Sarà la Decisio - società con sede ad Amsterdam e con oltre vent’anni di attività in ambito di mobilità - a redigere l’approfondita relazione su costi e benefici che servirà all’Amministrazione per decidere basandosi su elementi certi. Fonte: Il Giorno
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