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lunedì 22 novembre 2021

A Melegnano inizia a crescere il bosco del Montorfano con ottocento alberi e arbusti

 

Con tanto di badili, guanti e stivali, nella giornata di sabato anche i bambini hanno messo a dimora le prime piante nel futuro bosco del Montorfano, dove complessivamente verranno piantumati 820 tra arbusti, piantine e alberi tanto da renderlo sempre più un polmone verde per l’intera realtà di Melegnano. È questa la suggestiva iniziativa promossa in occasione della Festa dell’albero dall’amministrazione alla guida della città con Ersaf (Ente regionale per i servizi all’agricoltura e alle foreste), Wwf Sudmilano e comitato Montorfano presente con il segretario Marco Crisanto, che nel fine settimana è stata presentata dall’assessore all’ambiente di Melegnano Marialuisa Ravarini.

«Grazie ai 63mila euro messi a disposizione dal nostro Comune, 33mila dei quali sono legati alle compensazioni ambientali derivanti dal taglio di 14 piante nell’ambito di un piano di recupero in zona Giardino, metteremo a dimora 820 tra alberi e arbusti tra il bosco di Montorfano e l’area di via Martin Luther King - sono state le sue parole -. L’intervento è peraltro strettamente collegato al piano Re Lambro Se, che punta a recuperare a livello territoriale le aree attorno al fiume e a Melegnano interesserà proprio il quartiere Montorfano». Concetti ribaditi dal presidente del Wwf Sudmilano Giorgio Bianchini con Erminia Mandarini e Alessandro Podenzani in qualità di gestori del bosco di Montorfano, l’oasi naturalistica comunale in fregio alla via Emilia e in riva al fiume Lambro, secondo i quali le piantumazioni contribuiranno a rafforzare ancor di più il ruolo del quartiere quale polmone verde dell’intera città di Melegnano. Tutti muniti di badili, guanti e stivali, sabato pomeriggio gli amanti dell’ambiente hanno quindi iniziato a piantare ginestre e carpini, querce e ontani, betulle e frassini nell’area verde in fondo a via Martin Luther King, dove dunque sorgerà un vero e proprio bosco a pochi metri da numerosi nuclei condominiali: iniziato ufficialmente una decina di giorni fa e realizzato dagli esperti di Ersaf, l’intervento è previsto anche all’interno del bosco di Montorfano, dove la piantumazione si accompagnerà alla complessiva manutenzione dell’oasi nella periferia est della città.

L’altro giorno anche i bambini hanno giocato un ruolo di primo piano nella messa a dimora dei nuovi alberi, che fa seguito alla pulizia del bosco di Montorfano avvenuta un paio di settimane fa nell’ambito dell’iniziativa “Puliamo il mondo” organizzata a Melegnano da Legambiente Lombardia. Fonte: Il Cittadino

lunedì 16 novembre 2015

Melegnano, la preoccupazione di Wwf ed “il Bradipo” per il Bosco di Montorfano

Le associazioni rivolgono nei confronti del Comune la propria perplessità riguardo alla situazione delle oasi melegnanesi, chiedendo chiarimenti anche sui finanziamenti.

Melegnano, i rappresentanti delle associazioni ambientaliste Wwf Sud Milano e Il Bradipo, hanno chiesto al Sindaco e all’assessore all’ambiente chiarimenti e soprattutto maggiore sorveglianza nel Bosco di Montorfano: «Dopo l’occupazione della casetta degli attrezzi da parte di ignoti, avvenuta recentemente nel Bosco di Montorfano - spiegano Erminia Mandarini e Giorgio Bianchini, i rappresentanti delle associazioni ambientaliste -avevamo chiesto che venisse intensificata nell’oasi la presenza della polizia locale. Purtroppo questo non ci risulta sia accaduto, e nelle ultime settimane abbiamo spesso trovato nelle radure dell’oasi resti di fuochi accesi, e un abbandono incontrollato di rifiuti. Tutto questo non solo è deprecabile, ma crea grande malcontento fra i residenti del quartiere che temono, addentrandosi nel bosco, di fare cattivi incontri». 

Altro aspetto dolente è la questione relativa ai finanziamenti relativamente all’anno 2015, per la gestione delle oasi melegnanesi. «Sappiamo - proseguono Bianchini e Mandarini - che nel bilancio 2015 sono stati previsti fondi per 12.000,00 euro. Tuttavia all’oggi sono disponibili soltanto 7.000,00 euro. Si tratta di una cifra assolutamente esigua, considerato anche che quest’anno, in seguito all’alluvione del Lambro e della Vettabbia dello scorso autunno, abbiamo svolto un’enorme mole di lavoro straordinario per ripulire il Bosco di Montorfano da tutto il pattume trasportato dai due corsi d’acqua. Questa continua incertezza relativa ai fondi a disposizione non ci consente di pianificare le attività e i lavori da svolgere sul lungo periodo». Non sono solo le Associazioni a richiedere maggiori certezze e sicurezza, infatti, anche i residenti nei pressi delle oasi esprimono la propria preoccupazione a riguardo,  scegliendo di rivolgersi a tali associazioni, piuttosto che al Comune: «Spesso i cittadini che risiedono vicino alle oasi, ci chiedono di effettuare interventi di potatura delle piante che dalle oasi si protendono verso le loro abitazioni, ma purtroppo, a causa della scarsità di fondi a disposizione non abbiamo la possibilità di intervenire. Noi per le oasi ci impegniamo al massimo – concludono Mandarini e Bianchini – ci auguriamo e vorremmo che dall’amministrazione comunale di Melegnano arrivassero risposte certe e maggiore collaborazione». Fonte: 7giorni

martedì 24 febbraio 2015

Dai una mano alla natura con WWF, fiume Lambro e laghetto delle Vergini


WWF sud Milano propone due iniziative per ripulire il fiume Lambro e il "Laghetto delle Vergini"

Per gli amanti della natura, Legambiente comunica due iniziative promosse in collaborazione con WWF-sud Milano. 

La prima iniziativa avrà luogo il 28 febbraio, nell'oasi di Montorfano-Melegnano, dalle 9.30 alle 12.30 e rientra nel progetto VOLARE (Valorizzare il fiume Lambro nella Rete Ecologica Regionale) che si propone di realizzare la connessione ecologica lungo la Valle del Lambro nel sud-est Milanese da San Donato M.se a Melegnano.  Alle ore 11 verrà presentata la pianificazione del Bio-corridoio nel luogo interessato. Oltre a ripulire le rive del fiume Lambro, con questa iniziativa si parteciperà anche alla pulitura dell’oasi, un patrimonio naturale che necessita costantemente di protezione. Il punto di ritrovo per la pulizia sarà al Ponte Cappuccina nell'Oasi Bosco di Montorfano in Via Verdi a Melegnano. L’impegno dei volontari sarà ricompensata con un rinfresco, durante il quale si assaporeranno i prodotti della Cascina Santa Brera.

WWF Martesana, propone la seconda iniziativa che avrà luogo presso l’Idroscalo, il giorno 1 marzo, ovvero la giornata del volontariato ambientale. Si richiede la partecipazione a chi voglia contribuire alla pulizia del “laghetto delle vergini”, con ritrovo davanti all'ingresso di quest’ultimo per le ore 9.30. Si formeranno dei gruppi di lavoro e verranno distribuiti gli utensili necessari alla pulitura dei sentieri ma anche alla sistemazione delle staccionate. L’adesione è aperta a tutti, con un’unica avvertenza sull'abbigliamento che deve essere consono a questo tipo di lavoro: pantaloni lunghi, guanti e scarponcini. Chi fosse già in possesso di rastrelli o badili è consigliabile portarli, nel caso in cui quelli a disposizione non fossero abbastanza in rapporto al numero dei partecipanti. Al termine della mattinata di volontariato si potrà usufruire di una visita guidata gratuita alla serra delle farfalle. Il Laghetto è facilmente raggiungibile, parcheggiando in via circonvallazione Idroscalo, Segrate, all'ingresso est.

Entrambe le iniziative saranno posticipate in caso di maltempo. Per ulteriori informazioni sull'iniziativa del 28 febbraio, visitare la pagina Facebook WWF sud Milano, o il sito www.lombardia.legambiente.it. Per informazioni sulla seconda iniziativa del 1 marzo, visitare la pagina Facebook WWF sud milano, o il sito www.idroscalo.info,www.wwfmartesana.it Fonte 7giorni

mercoledì 23 ottobre 2013

Sud Milano è allerta meteo

Sud Milano è allerta meteo
 
 Sud Milano è allerta meteoAllarme per il Lambro. I margini sono ingrossati, timore per le prossime ore


Lambro ai livelli massimi in zona Montorfano, le zone limitrofe di Melegnano vivono momenti di forte preoccupazione. È salita l’allerta infatti per il fiume che attraversa gran parte del Sud Milano. Dopo le abbondanti piogge di queste ore, il Lambro è tornato ad essere un osservato speciale.Sud Milano è allerta meteo
 

La situazione più delicata è quella del quartiere ad est di Melegnano dove, complici le sponde basse, il fiume in piena ha ormai raggiunto il livello del bosco del Montorfano gestito dal Wwf e dal Bradipo.Fonte: MilanoToday


sabato 2 giugno 2012

Melegnano - Palude sulla Vettabbia: «È colpa del pioppo caduto»

«Rimuovete subito quell’albero dalla Vettabia». Il monito arriva dalle associazioni ambientaliste di Melegnano. «In quel tratto di fiume si è creata una vera palude». Il caso era scoppiato una settimana fa, quando un grosso pioppo era caduto nella Vettabia in prossimità del bosco di Montorfano. In quel tratto di fiume l’albero faceva da barriera al regolare corso dell’acqua, il che creava una sorta di palude formata dal deposito di erbacce e rifiuti. Senza contare che il grosso pioppo ostruiva il passaggio nel bosco di Montorfano. Di qui l’intervento dei volontari della Protezione civile di Melegnano e San Giuliano che, dopo aver calato un gommone nella Vettabia, avevano tentato di porre rimedio. L’operazione era parzialmente riuscita, sebbene sin da subito il leader della Protezione civile di Melegnano Stefano Besozzi aveva chiarito che, per la rimozione definitiva del pioppo, sarebbe stata necessaria la presenza di una gru. Sta di fatto che, ad una settimana di distanza, i rifiuti si sono nuovamente ricreati in quel tratto di fiume, che è quindi tornato ad essere una sorta di palude.Fonte: Il Cittadino

venerdì 13 aprile 2012

Melegnano - Dalla bretella alle piste ciclopedonali, tutte le richieste degli ambientalisti

Bretella Cerca-Binasca, Pgt e piste ciclabili: l’appello di Wwf e Bradipo al futuro inquilino di palazzo Broletto. In queste ore le due associazioni ambientaliste, che gestiscono il parco delle Noci e il bosco di Montorfano, hanno incalzato su diversi punti i candidati sindaci. «In questi anni ci siamo sempre opposti alla Cerca- Binasca, che attraverserebbe un contesto ambientale e storico di indubbio pregio quale quello di Rocca Brivio, della Vettabia e del bosco di Montorfano - hanno spiegato i leader del Wwf Giorgio Bianchini e del Bradipo Erminia Mandarini -.

giovedì 18 agosto 2011

Melegnano - Pista ciclabile nel degrado al Montorfano: sale la protesta

«Cartelli coperti dagli alberi e avallamenti lungo la pista: quel percorso ciclo-pedonale è un disastro». I residenti del Montorfano sparano a zero sulla pista in fondo al quartiere. «Da ormai diverso tempo a questa parte, infatti - hanno attaccato gli abitanti del quartiere a est di Melegnano -, il percorso versa in uno stato di perdurante abbandono». La pista “incriminata” collega il cuore del Montorfano alla zona residenziale in fondo al quartiere, area densamente abitata con la presenza di vari nuclei condominiali. «Sempre più spesso, del resto, i cartelli stradali sono coperti dagli alberi - hanno proseguito i residenti dell’estrema periferia est di Melegnano -. Ma le piante presenti ai lati della pista sono deleterie per lo stesso percorso ciclo-pedonale. Le radici creano infatti dei veri e propri avallamenti, che rendono quantomeno difficoltoso il passaggio in ampi tratti della pista. Il risultato è che, per chi transita in bici, l’impressione è quella di trovarsi in montagna - hanno quindi ironizzato gli abitanti della zona -. E la sensazione non cambia di molto neppure se si procede a piedi».

martedì 10 maggio 2011

Melegnano - Montorfano, dopo il fuoco l’allarme: «Bisogna fermare i pescatori di frodo»

«Basta con i pescatori di frodo al Montorfano». 

I custodi dell’oasi Wwf sono sul piede di guerra. «Il rogo di ieri (domenica, ndr) pomeriggio - hanno attaccato Erminia Mandarini e Vincenzo Caminada, che gestiscono il bosco per conto di Bradipo e Wwf - è solo l’ultimo di una serie di gravi episodi avvenuti negli ultimi mesi». Domenica le fiamme sono divampate proprio in riva al fiume Lambro, e hanno distrutto decine tra piante ed arbusti. «Soprattutto nei fine settimana i pescatori di frodo sono diventati i veri padroni del bosco - hanno incalzato i custodi -. Eppure il pesce pescato non è commestibile, dato che il Lambro non è certo un fiume pulito. Dopo aver pescato, poi, è nata l’abitudine di accendere i fuochi per far cuocere i pesci». I protagonisti di questi “happening” illegali sarebbero soprattutto giovani stranieri, che spesso si radunano nel bosco di Montorfano per organizzare veri e propri pic-nic. «Non mi stupirei se, seppur involontariamente, fossero stati proprio loro ad appiccare l’incendio - ha ripreso Mandarini -. Nei giorni scorsi ho visto addirittura un gruppo di ragazzi arrivare con una rete, che hanno gettato in acqua per catturare i pesci. Ma uno di loro si è servito addirittura di una balestra per tentare di uccidere gli animali. Vogliamo denunciare l’episodio alle forze dell’ordine, anche perché la balestra è un’arma che può cagionare gravi danni». Di qui l’appello di Caminada e Mandarini. «Invitiamo quindi le istituzioni - hanno esortato - a controlli più puntuali e costanti nella zona». Pronta la replica del sindaco Vito Bellomo. «La pesca di frodo è un fenomeno da debellare - ha tagliato corto -. Stiamo quindi valutando la fattibilità tecnica di una nuova ordinanza sulla questione che, oltre alla multa, punisca i trasgressori con il sequestro del materiale usato per la pesca abusiva». Fonte: Il Cittadino

lunedì 9 maggio 2011

Melegnano - Un mozzicone acceso e l’oasi va in fiamme

A fuoco il bosco di Montorfano a Melegnano. In fumo decine di piante nell’area verde in riva al Lambro. L’incendio è scoppiato ieri pomeriggio attorno alle 13.30, come ha raccontato Giuseppe Protti, tra i primi a dare l’allarme. «Dal balcone di casa mia, che sorge in riva al Lambro in zona Carmine, ho visto una nuvola di fumo alzarsi in cielo - ha spiegato Protti -. Il bosco di Montorfano stava andando a fuoco, ecco perchè ho dato subito l’allarme». E così hanno fatto anche un volontario melegnanese dei vigili del fuoco di Sant’Angelo e una giovane residente al Montorfano che, passando per il quartiere a est della città, hanno notato il fumo e le fiamme. Oltre che a pochi metri da una zona densamente abitata, l’area verde si trova in prossimità della via Emilia. Al Montorfano si sono precipitati gli agenti della polizia locale di Melegnano che, in attesa dell’arrivo dei vigili del fuoco, hanno compiuto un primo sopralluogo all’interno del bosco. Le fiamme stavano bruciando diversi arbusti, ma sembravano circoscritte ad una zona ben definita dell’area verde. Dopo pochi minuti a Melegnano sono sopraggiunti anche i pompieri di Lodi, che sin da subito si sono dati da fare per spegnere l’incendio. Le fiamme sono state domate nel giro di 30 minuti, cui è seguita la definitiva messa in sicurezza del bosco. In base ad una prima stima, che nelle prossime ore sarà ovviamente verificata, complessivamente sono andati in fumo diverse decine di metri dell’area in riva al Lambro. Quanto alle cause dell’incendio, al momento i vigili del fuoco preferiscono non sbilanciarsi, mentre in queste ore sono in corso una serie di ulteriori accertamenti. Come denunciato a più riprese dai custodi del bosco, l’area verde è meta costante dei pescatori di frodo, che si radunano in riva al Lambro soprattutto nei finesettimana. Non è quindi escluso che, seppur involontariamente, a scatenare il rogo possa essere stato qualcuno di loro, magari con una sigaretta lasciata imprudentemente accesa. Fonte: Il Cittadino

lunedì 4 aprile 2011

Melegnano - «Lambro infestato dai pescatori di frodo» - Secondo gli ambientalisti si tratta di Est europei che infestano anche il bosco del Montorfano con bivacchi. Il Wwf chiede al sindaco di intervenire con un’ordinanza più dura

A Melegnano torna l’allarme pescatori di frodo nel Lambro. Palazzo Broletto corre ai ripari: «Polizia provinciale e nuova ordinanza contro i trasgressori». Tra sabato e ieri un gruppo di pescatori ha nuovamente preso di mira la sponda del Lambro dal lato del bosco di Montorfano, oasi naturale protetta nel quartiere omonimo nella periferia est di Melegnano, dove pure esiste un’ordinanza ad hoc che vieta la pesca. L’ennesima denuncia è arrivata dai rappresentanti del Wwf e del Bradipo, le due associazioni che gestiscono l’oasi naturalistica. Non è neanche l’ultima, se è vero che gli ambientalisti sovente denunciano casi legati alla pesca illegale in una zona in cui non è consentita.«Soprattutto nei finesettimana i pescatori di frodo sono diventati i veri padroni del bosco di Montorfano - ha confermato la presidente del Bradipo Erminia Mandarini -. Sin dalle prime ore del mattino, infatti, piazzano le loro canne da pesca sulle sponde del Lambro, dove rimangono sino al tardi pomeriggio».I pescatori abusivi erano stati avvistati addirittura all’indomani del 23 febbraio 2010, quando il Lambro era stato coinvolto nel disastro ambientale che aveva visto lo sversamento nelle sue acque di migliaia di litri di idrocarburi tossici. «Eppure il pesce pescato non è commestibile, dato che il Lambro non è certo un fiume pulito - ha incalzato Mandarini -. Dopo aver pescato, poi, è nata l’abitudine di accendere i fuochi, probabilmente per far cuocere i pesci». I protagonisti di questi “happening” illegali sarebbero soprattutto giovani dell’Europa dell’Est, che sono soliti radunarsi nel bosco di Montorfano per organizzare veri e propri pic-nic. «Solo la scorsa settimana - ha ripreso la responsabile del Bradipo - ho recuperato decine di bottiglie che, dopo aver concluso il festino in riva al fiume, i pescatori abusivi avevano abbandonato nel bosco di Montorfano. E ovviamente con l’arrivo della bella stagione questi fenomeni sono destinati a diventare sempre più frequenti. Invitiamo quindi le autorità preposte ad un controllo più attento dell’oasi naturalistica».L’assessore al Parco sud Denis Zanaboni non si è nascosto la problematica. «Chiederemo a palazzo Isimbardi di intervenire con la polizia provinciale, che potrà supportare le forze dell’ordine presenti in città - ha ribattuto l’assessore -. Inviteremo poi il sindaco Vito Bellomo ad integrare l’ordinanza in materia, che ad oggi punisce i trasgressori con una semplice sanzione amministrativa. Il nuovo provvedimento potrebbe invece prevedere anche il sequestro del materiale usato per la pesca abusiva».  Fonte: Il Cittadino

giovedì 10 marzo 2011

Melegnano - Tagliati sessanta alberi nel bosco “protetto”, guerra Comune-Enel - Il Wwf: «Danni per 5mila euro, chiederemo un risarcimento»

Bufera su 60 piante tagliate nell’oasi naturalistica. «I danni ammontano a quasi 5mila euro». Il caso è scoppiato quando un gruppo di operai incaricati dall’Enel si sono presentati con tanto di motosega nel bosco di Montorfano, che conta la presenza di diverse specie animali e vegetali. «In passato gli operai avevano già compiuto operazioni analoghe, ma nelle precedenti occasioni eravamo sempre stati avvisati per tempo - hanno spiegato Erminia Mandarini e Vincenzo Caminada, tra i responsabili locali del Bradipo e del Wwf, le due associazioni ambientaliste che gestiscono l’oasi per conto del comune di Melegnano -. Ecco perché, proprio per evitare tagli avventati, nella maggior parte dei casi seguivamo gli interventi in presa diretta. Stavolta, invece, nessuno ci ha avvertito della loro presenza, per cui ci siamo trovati a fare i conti con una brutta sorpresa».Una volta all’interno del bosco di Montorfano infatti, seguendo sin troppo alla lettera le direttive di un’apposita legge in materia, i tecnici incaricati dall’Enel hanno tagliato una sessantina tra alberi ed arbusti che si trovavano in prossimità dei tralicci dell’elettricità. «Si tratta in particolare di 25 biancospini, 15 rose canine, 12 prugnoli e 10 ligustri - hanno precisato i custodi del bosco -. Rispettiamo ovviamente la finalità della legge, che mira a salvaguardare i tralicci, ma è pur vero che quasi tutte le piante tagliate avevano ormai raggiunto la loro altezza massima, per cui non avrebbero creato alcun tipo di problema. Senza contare che i tagli sono avvenuti in un’oasi naturalistica protetta. E, dopo averle tagliate, gli operai se ne sono andati abbandonando i rami in mezzo alla boscaglia». I referenti locali delle due associazioni ambientaliste hanno immediatamente segnalato l’episodio a Luca Ravizza, tecnico dell’ufficio ambiente del comune di Melegnano, che altrettanto prontamente ha preso contatto con gli appositi uffici dell’Enel. «E, al termine di un sopralluogo compiuto nei giorni scorsi, gli stessi tecnici dell’Enel hanno ammesso di aver esagerato - hanno continuato Mandarini e Caminada -. A quel punto, però, il danno era ormai fatto». In questi giorni, intanto, Bradipo e Wwf hanno fatto una prima stima dei danni, che complessivamente ammontano a 4.855 euro. «A breve quindi - hanno concluso i custodi del bosco -, attraverso il comune proprietario dell’oasi naturalistica, chiederemo che l’Enel (o la ditta incaricata dei tagli) ci risarcisca, almeno in parte, i danni cagionati». Fonte: Il Cittadino

martedì 8 marzo 2011

Melegnano - Pescavano “di frodo”, il custode li caccia - Increscioso episodio nel bosco del Montorfano

A Melegnano è ancora allarme per i pescatori abusivi. A denunciarlo è stata Erminia Mandarini, tra i responsabili del Bradipo, l’associazione ambientalista che in città si occupa della gestione del bosco di Montorfano, oasi naturalistica che sorge nel quartiere omonimo. «Anche sabato mattina, infatti, ho “pizzicato” nel bosco un paio di persone che stavano pescando nel Lambro - ha raccontato Mandarini -. Eppure all’interno dell’oasi naturalistica esiste un apposito divieto di pesca. Ecco perché ho immediatamente provveduto ad allontanarli. E non è di certo la prima volta che accade una cosa simile, come del resto in passato ci avevano segnalato a più riprese gli stessi residenti del quartiere». D’altra parte, i pescatori abusivi erano stati avvistati addirittura all’indomani del 23 febbraio 2010, quando il Lambro era stato coinvolto nel disastro ambientale che aveva visto lo sversamento nelle sue acque di migliaia di litri di idrocarburi tossici. «Dopo aver pescato, poi - ha ripreso Mandarini -, è nata l’abitudine di accendere i fuochi, probabilmente per far cuocere i pesci». I protagonisti di questi “happening” illegali sarebbero soprattutto giovani dell’Europa dell’Est che, in particolare durante i fine settimana, sono soliti radunarsi nel bosco di Montorfano per organizzare pic-nic. «E ovviamente con l’arrivo della bella stagione questi fenomeni sono destinati a diventare sempre più frequenti - ha ribadito Mandarini in conclusione -. Ecco perché invitiamo le autorità preposte ad un controllo sempre più costante e puntuale dell’oasi naturalistica». Fonte: Il Cittadino

sabato 18 dicembre 2010

Melegnano - Festa ecologica al Parco delle Noci con Bradipo e Wwf

Festa di Natale al Parco delle noci con il Bradipo e Wwf Melegnano. 

E “sotto l’albero” le due associazioni insegneranno a chi parteciperà un buon gesto ambientalista per l’inverno: costruire una mangiatoia per uccelli nel momento in cui la sopravvivenza diventa più dura. Alle 15 di domani si concluderanno le attività proposte dalle associazioni che sovrintendono alla gestione delle oasi urbane di Melegnano, ma anche di San Donato e San Giuliano: il Bradipo e Wwf sud milanese. L’aspetto più interessante della visita allo spazio natura sarà costituito dal laboratorio di “mangiatoie fai da te”. Si tratta in effetti di un modo consigliato da tempo per aiutare le popolazioni animali, soprattutto gli uccelli, a resistere ad inverni sempre più rigidi. Come valore ecologico in più, le casette per il mangime saranno realizzate in materiali di recupero e riciclabili. Alle 15 partiranno anche escursioni guidate all’area naturalistica, che si potrà esplorare nel volto della stagione del riposo e del freddo. «In questa stagione - spiega Erminia Mandarini, presidente dell’associazione il Bradipo - aiutare gli uccelli fornendo loro del cibo è un’ottima abitudine perché ciò di cui si nutrono abitualmente, come gli insetti,durante l’inverno scarseggia. Il miglior cibo da offrire sono i semi, in particolare quelli di girasole, e le briciole dolci come quelle del panettone». La fine dell’anno si avvicina ed è tempo di bilanci per il “Panda” e il suo collega Bradipo. «Il 2010 è stato un anno impegnativo - commentano Giorgio Bianchini, presidente del Wwf Sud Milano ed Erminia Mandarini -. A febbraio il disastro avvenuto sul Lambro ci ha fatto temere che anche il Bosco di Montorfano, dall’altra parte di Melegnano, potesse subire danni definitivi. Fortunatamente l’oasi è stata lambita solo marginalmente dalla marea nera. L’unico aspetto positivo di questa amara vicenda è che almeno ha risvegliato un certo interesse, non solo nelle istituzioni ma in tutti, nei confronti del Lambro».Fonte: Il Cittadino

giovedì 1 ottobre 2009

Melegnano - Segnalati gamberi killer a spasso al Montorfano

Il gambero killer fa la sua comparsa nel centro abitato di Melegnano.

Ieri mattina gli abitanti del Montorfano, zona residenziale nella periferia est di Melegnano, hanno infatti avvistato un gambero della Louisiana aggirarsi tranquillamente nel loro quartiere. «Lo abbiamo notato - hanno confermato - sul marciapiedi nei pressi del grande parcheggio al centro del Montorfano». Di colorazione rossastra per una lunghezza massima di 15 centimetri e un peso di 100 grammi, la specie, piuttosto aggressiva e immune agli inquinanti e ai pesticidi, è originaria della Louisiana ed è stata successivamente introdotta in altre regioni del mondo. In Italia originariamente il gambero era presente soltanto in alcuni allevamenti, mentre attualmente è diffuso in molte zone del bacino del Po, dell’Arno, del Tevere e ora anche del Lambro, visto che il Montorfano dista poche decine di metri dal corso periferico del fiume, che poi attraversa per gran parte Melegnano. Quando ieri mattina se lo sono trovati davanti, gli abitanti del Montorfano sono rimasti decisamente sorpresi. «Anche perchè - hanno affermato - almeno all’inizio non sapevano neppure di che animale si trattasse». Tocca dunque a Luca Ravizza, tecnico dell’ufficio animali del comune di Melegnano, fare il punto della situazione: «Recentemente - ha spiegato - il gambero della Louisiana è stata avvistato nel bosco di Montorfano, mentre l’ipotesi più plausibile è che provenga dalla Vettabia. Si tratta di un gambero piuttosto grosso - ha chiarito Ravizza - che, se non è pericoloso per l’uomo, può diventare invece letale per insetti, anfibi e pesci. Non a caso è definito gambero killer». Fonte: Il Cittadino

martedì 28 luglio 2009

Melegnano - «Panchine divelte, parchi sporchi» Sos dal Pd per il degrado del verde

Il consigliere Pavesi denuncia lo stato di abbandono dei giardini cittadini.

«I parchi di Melegnano versano in uno stato di perdurante degrado». A denunciarlo è stato Silverio Pavesi, consigliere del Partito democratico locale, che nei giorni scorsi sull’argomento ha presentato un’interpellanza in consiglio comunale. «Perché - ha attaccato il consigliere del Pd - è sotto gli occhi di tutti la critica situazione in cui si trovano gran parte delle aree verdi cittadine». Con l’arrivo della bella stagione e la fine della scuola sono decine i bambini che, accompagnati dai genitori e dai nonni, prendono d’assalto i parchi di Melegnano. «A partire dal parco del castello - ha incalzato Pavesi -, che sinora non è stato fatto oggetto di alcun tipo d’intervento da parte dell’amministrazione di centrodestra. Così, le strutture utilizzate dai piccoli mostrano tutta la loro precarietà, il prato si presenta costantemente cosparso di cartacce e i bambini sono costretti a correre in mezzo alle deiezioni canine». E la situazione non cambia se ci si sposta al Giardino, quartiere densamente abitato a sud di Melegnano: «Le aree verdi in via dei Tigli e in via Giardino - ha affermato il consigliere del Pd - necessitano di interventi tanto consistenti quanto urgenti, mentre nel parchetto di via dei Cedri ci sono due panchine divelte che sovente vengono persino collocate in mezzo alla strada. Per non parlare dell’area verde in fondo a via degli Olmi, che è stata addirittura chiusa». Pollice verso anche per il parco di via Pertini in centro città e per quello del Montorfano nella periferia est di Melegnano: «Il tanto promesso parchetto di via Pertini è appunto solo una promessa - ha chiarito Pavesi -. La riqualificazione del giardino Oldani al Montorfano invece, con tanto di riparazione della pavimentazione e sostituzione delle panchine, è andata puntualmente disattesa». L’ultima battuta di Pavesi è stata per il parco di viale Lombardia, dove è collocata la casa dell’acqua: «L’area è stata privata dei giochi - ha dichiarato -, mentre alcuni cittadini sono stati vittime di azioni criminose. Chiediamo all’amministrazione di informare l’assemblea sulla programmazione e la tempistica degli interventi previsti sulle aree verdi». Fonte: Il Cittadino

giovedì 16 luglio 2009

Melegnano - Gli ambientalisti tengono d’occhio il consumo di acqua

Normalità quasi tornata alle oasi Wwf di Melegnano dopo la “cura dimagrante” dell’acqua decisa dal comune: ma gli occhi degli ambientalisti restano puntati sulla prossima erogazione controllata per evitare che si ripetano effetti deserto. Come si erano rischiati tempo fa, in seguito alla prima sperimentazione di riduzione del flusso idrico nei due spazi verdi di Montorfano e delle Noci. «Si è ristabilito un afflusso sufficiente di acqua nelle oasi situate alle due periferie di Melegnano - spiega Erminia Mandarini, portavoce dell’associazione Il Bradipo di Lodi, che gestisce i parchi assieme al Wwf Sud Milano -, anche se il parco delle Noci appare ancora un po’ in sofferenza. Indubbiamente l’amministrazione comunale e i tecnici incaricati di controllare la portata dei tubi di irrigazione si sono resi conto che qualcosa era andato storto nel passaggio all’irrigazione a tempo. Ci sono stati un paio di giorni addirittura in cui negli stagni non è entrato un solo litro di nuovo liquido». I parchi melegnanesi classificati come oasi urbane riconosciute Wwf, contrariamente a quanto si può immaginare, non sono irrigati con risorse idriche spontanee e anche le zone umide, tre stagni, vengono alimentati con condotte artificiali. Nelle scorse settimane il comune ha deciso di ridurre i consumi che palazzo Broletto sostiene ogni anno alla voce “bollette idriche oasi”: 27mila euro in dodici mesi. «D’accordo sul principio - è la presa di posizione degli ambientalisti -, riduciamo pure l’acqua, ma all’inizio si è partiti con uno stop totale, causato da disguidi tecnici, che ha rischiato quasi di far sparire ogni forma di vita nelle zone umide. Resta un punto interrogativo su quale sia il periodo ottimale d’irrigazione. Per noi quattro ore al giorno di acqua corrente sono poche». Fonte: Il Cittadino

mercoledì 8 luglio 2009

Melegnano - Pescate due grosse carpe: il Lambro ritorna a respirare

Pescate due enormi carpe nel Lambro, il grande fiume evidentemente è tornato a “respirare”.

Nei giorni scorsi, infatti, un gruppo di cittadini ha pescato un paio di carpe alla confluenza tra il fiume Lambro e la Vettabia in zona Montorfano, quartiere che si trova nella periferia est di Melegnano. A raccontare l’intero episodio ci ha pensato Ulderico Merli, pensionato residente al Montorfano con l’hobby della fotografia. «Girando per il quartiere - ha raccontato Merli - ho notato un gruppo di pescatori che avevano appena pescato due grosse carpe, piuttosto lunghe e dal peso di diversi chili. A quel punto, non ci ho pensato due volte e ho scattato una foto per immortalare gli animali. Anche perché - ha concluso Merli - non capita tutti i giorni di avvistare le carpe nel Lambro, fiume che non brilla certo per pulizia». Sulla vicenda ha preso posizione Luca Ravizza, che fa parte dell’ufficio ecologia del comune di Melegnano: «Dopo la realizzazione del depuratore di Nosedo - sono state le sue parole -, le condizioni del Lambro sono certamente migliorate, per cui capita di trovarci anche alcuni tipi di animali». D’altra parte, qualche tempo fa un esemplare di airone cenerino ha fatto la sua comparsa su un piccolo isolotto all’interno del fiume nella zona del ponte in via Frisi nel cuore di Melegnano. «Ed effettivamente - ha proseguito il tecnico comunale - avevamo già avuto segnalazione della presenza delle carpe, che vivono prevalentemente lungo i corsi d’acqua di pianura su fondali perlopiù fangosi, motivo per cui non si tratta di un buon indicatore della qualità delle acque. Bisogna poi verificare se sono pesci davvero commestibili. Personalmente, ad esempio, sconsiglio di cibarsene». Nella zona del centro città, intanto, sembrano procedere spediti i lavori sulle sponde del Lambro. Costato complessivamente circa 350mila euro e realizzato dall’Aipo (Agenzia interregionale per il fiume Po ndr), entro l’anno prossimo l’intervento dovrebbe portare alla completa riqualificazione degli argini del fiume lungo l’intero tratto urbano. Fonte: Il Cittadino

mercoledì 17 giugno 2009

Melegnano - Acqua a tempo, ma nei parchi le zone umide hanno sete

«Gli stagni di Montorfano e delle Noci a Melegnano sono diventati un deserto in pochi giorni con la fornitura temporizzata di acqua. La situazione è grave soprattutto al parco delle Noci, dove lo stagno grande si è quasi prosciugato». Le associazioni ambientaliste Il Bradipo di Lodi e Wwf di San Donato, che da diversi anni si fanno carico della manutenzione delle oasi Wwf a Melegnano, non hanno gradito l’esordio del metodo “rubinetto” per regolare i consumi idrici nei due spazi verdi della città. Settimana scorsa, dopo anni di discussione, è entrato in funzione un sistema, basato su valvole a tempo, di economizzazione sui consumi idrici delle oasi melegnanesi, per le quali il comune attualmente spende 27mila euro annui in erogazione d’acqua nelle zone umide. Il problema, secondo i due sodalizi verdi, è che “l’austerity” decisa da palazzo Broletto è stata di quelle da cavallo: si è passati dall’irrigazione continua di acqua, con tubo da cento litri di portata, a bocchette temporizzate a ore che buttano giusto una goccia. Anzi neanche quella, perché secondo Erminia Mandarini del Bradipo «è probabile che nello scorso fine settimana le pompe non abbiano funzionato del tutto». Il risultato, spiega l’esponente ambientalista, è «catastrofico al parco delle Noci, dove lo stagno grande ha forse mezzo metro d’acqua e le ninfee sono in grande sofferenza, mentre al Montorfano i bacini d’acqua sono stati reinvasati dopo un’asciutta completa di quattro o cinque giorni: speriamo che i danni siano recuperabili». Una “mano pesante” che però vede l’assessore alle politiche ambientali Luigi Tessarin rifiutare l’etichetta di aguzzino dei parchi: «Se le pompe sono state ferme, lo sono state al massimo in quelle 36 ore in cui abbiamo installato i temporizzatori la settimana scorsa - dichiara Tessarin - posso assicurare che da venerdì scorso le pompe vanno, tre ore al giorno». Wwf e Bradipo ribadiscono di non essere in disaccordo sul principio in sé del risparmio idrico ma «su un suo esordio che è apparso scriteriato. L’apporto d’acqua è stato veramente tirato al filo, abbiamo trovato persino carpe in putrefazione areate sugli stagni assetati». SecondoTessarin «si sapeva che il sistema di regolazione oraria dell’acqua doveva andare a regime, e che quelli iniziali sarebbero stati esperimenti per approssimarsi alla quantità adeguata, che potrà essere di quattro, cinque, sei ore al giorno, quanto necessario a mantenere un certo livello negli stagni. In ogni caso, dal principio dei minori costi non si torna indietro: chi è ambientalista non può permettere che 27mila euro di acqua potabile siano sottratti all’uso pubblico in estate, quando forse ha senso farlo, e in autunno,quando invece la carenza idrica non esiste». Fonte: Il Cittadino

mercoledì 20 maggio 2009

L’appello di Wwf e associazione “Bradipo”: «Non disinfestate il bosco del Montorfano»

Appello di Wwf e associazione “Il Bradipo”: «Non disinfestate il bosco di Montorfano contro la gatta pelosa, innanzitutto perché non è tale; in secondo luogo perché i prodotti chimici sconvolgerebbero l’ecosistema». «Non disinfestate il bosco del Montorfano contro le “gatte pelose”, perché innanzitutto non sono parassiti dell’iphantria americana ma larve di tignola, quindi due specie diverse. In secondo luogo perché la disinfestazione con i prodotti chimici si abbatterebbe su tutto l’ecosistema». La precisazione (con appello perché non si proceda ad interventi sommari) arriva dalle associazioni che gestiscono a Melegnano le oasi Wwf: il parco delle Noci in zona Quartiere Ovest e appunto il bosco di Montorfano lungo il corso del Lambro e della Vettabbia. Nei giorni scorsi al Montorfano sembrano essersi manifestati i chiari segnali della proliferazione delle cosiddette gatte pelose, le larve del bruco americano o iphantria cunea, che provocano la defoliazione di intere superfici alberate con il non gradevole effetto collaterale di una precipitazione continua di bruchi sulle strade, sulle auto, persino in testa a chi passa sotto. Ma secondo gli ambientalisti melegnanesi bisogna evitare di applicare la ricetta sbagliata. Dunque, precisano Giorgio Bianchini del Wwf ed Erminia Mandarini dell’associazione “Il Bradipo” «l’infestazione non è del lepidottero conosciuto come gatta pelosa ma di tignola comune, altro lepidottero che tuttavia non determina danni irreversibili alle piante. I bruchi della tignola attaccano solo il biancospino e il prugnolo e passata l’invasione cominceranno subito a spuntare nuove foglie». Secondo Wwf e “Bradipo” «la proliferazione dei bruchi è del tutto naturale in un’area come il bosco di Montorfano». Infine l’appello a non procedere a disinfestazioni sommarie: «Un intervento di disinfestazione provocherebbe un danno enorme, in quanto l’utilizzo di prodotti chimici si ripercuoterebbe su tutto il sistema del Montorfano. Sparirebbero innanzitutto gli uccelli insettivori e anche per le specie restanti c’è il rischio di danni profondi».Fonte: Il Cittadino

venerdì 15 maggio 2009

Invasione di gatte pelose al Montorfano: i pensionati: «Dobbiamo salvare il bosco»

Pericolo gatte pelose al bosco di Montorfano. A sollevare la questione sono stati un gruppo di pensionati che sono soliti trascorrere i pomeriggi nell’oasi naturalistica della periferia est di Melegnano: «Perché - hanno attaccato - gli alberi del bosco sono stati presi d’assalto dalle gatte pelose, che stanno lentamente mangiando vari tipi di foglie». Il bosco di Montorfano è il frutto di un intervento di rinaturalizzazione di un’area degradata alla confluenza tra il fiume Lambro e la Vettabbia. All’interno dell’oasi si trovano diverse tipologie di piante caratteristiche del bosco di pianura, mentre l’attività dell’oasi è gestita dalla sezione del Wwf sudmilanese, che propone tutta una serie di visite guidate rivolte alle scolaresche del territorio. «Sta di fatto - hanno ripreso preoccupati i pensionati - che sinora sono circa una quarantina gli alberi assaliti dalle gatte pelose. Ma il rischio è che il fenomeno si possa rapidamente estendere anche alle altre piante presenti nel bosco». Pertanto, nei giorni scorsi è scattata la segnalazione agli agenti della polizia locale. «Ma non si potrebbe far proprio nulla - si sono chiesti infine i pensionati - per arrestare la moria degli alberi?». Tocca quindi a Luca Ravizza, membro dello staff dell’ufficio ecologia di palazzo Broletto, fare il punto della situazione: «Le gatte pelose fanno parte dell’ecosistema del bosco di Montorfano - ha affermato -, in cui tra l’altro non abbiamo mai effettuato alcun tipo di disinfestazione. Perciò, saranno gli altri animali presenti nell’oasi a cibarsi delle gatte pelose». La questione è invece diversa per gli alberi assaliti dalle gatte pelose che si affacciano sulle strade del quartiere Montorfano. «In questo caso - ha concluso Ravizza -, di concerto con l’assessore alla partita, decideremo se operare o meno la disinfestazione». Fonte: Il Cittadino
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