Normalità quasi tornata alle oasi Wwf di Melegnano dopo la “cura dimagrante” dell’acqua decisa dal comune: ma gli occhi degli ambientalisti restano puntati sulla prossima erogazione controllata per evitare che si ripetano effetti deserto. Come si erano rischiati tempo fa, in seguito alla prima sperimentazione di riduzione del flusso idrico nei due spazi verdi di Montorfano e delle Noci. «Si è ristabilito un afflusso sufficiente di acqua nelle oasi situate alle due periferie di Melegnano - spiega Erminia Mandarini, portavoce dell’associazione Il Bradipo di Lodi, che gestisce i parchi assieme al Wwf Sud Milano -, anche se il parco delle Noci appare ancora un po’ in sofferenza. Indubbiamente l’amministrazione comunale e i tecnici incaricati di controllare la portata dei tubi di irrigazione si sono resi conto che qualcosa era andato storto nel passaggio all’irrigazione a tempo. Ci sono stati un paio di giorni addirittura in cui negli stagni non è entrato un solo litro di nuovo liquido». I parchi melegnanesi classificati come oasi urbane riconosciute Wwf, contrariamente a quanto si può immaginare, non sono irrigati con risorse idriche spontanee e anche le zone umide, tre stagni, vengono alimentati con condotte artificiali. Nelle scorse settimane il comune ha deciso di ridurre i consumi che palazzo Broletto sostiene ogni anno alla voce “bollette idriche oasi”: 27mila euro in dodici mesi. «D’accordo sul principio - è la presa di posizione degli ambientalisti -, riduciamo pure l’acqua, ma all’inizio si è partiti con uno stop totale, causato da disguidi tecnici, che ha rischiato quasi di far sparire ogni forma di vita nelle zone umide. Resta un punto interrogativo su quale sia il periodo ottimale d’irrigazione. Per noi quattro ore al giorno di acqua corrente sono poche». Fonte: Il Cittadino
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