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lunedì 25 agosto 2025

Alberi a rischio a San Donato Milanese, il WWF chiede un cambio di rotta

 

«La sicurezza è fondamentale, ma l’abbattimento non può essere l’unica risposta»: l’associazione solleva dubbi su metodo, trasparenza e compensazioni, e invita il Comune a rivedere l’approccio

Il contesto: sei abbattimenti per motivi di sicurezza

Nei giorni scorsi il Comune di San Donato Milanese ha annunciato un piano che prevede l’abbattimento di più alberi «pericolanti» per ragioni di sicurezza. La comunicazione, datata 19 agosto 2025, ha acceso l’attenzione del Wwf Sud Milano (Wwf Martesana Sud Milano), che ha deciso di intervenire per esprimere il proprio punto di vista e sollevare alcune questioni rimaste, a loro dire, senza risposta.

Le domande inevase: dove e quali sono gli alberi interessati

Il primo nodo riguarda la trasparenza: quali sono esattamente gli alberi oggetto dell’intervento? Si trovano nei parchi, lungo i filari stradali o in altre aree pubbliche? Senza un elenco puntuale, mappa o perimetrazione, per il Wwf è difficile comprendere la reale portata del provvedimento e valutare, di conseguenza, l’impatto sull’ecosistema urbano e sulla fruizione degli spazi verdi da parte dei cittadini. L’associazione chiede quindi di chiarire sedi, specie e condizioni fitosanitarie di ogni pianta destinata al taglio.

L’approccio alla gestione del verde: costo o bene comune

Nessuno mette in discussione la priorità della sicurezza di persone e beni. Tuttavia, osserva il Wwf, l’impressione è che in città la gestione degli alberi venga letta soprattutto come un costo, anziché come un investimento sul benessere collettivo e sul futuro. Un albero maturo offre ombra, riduce le isole di calore, filtra gli inquinanti, ospita biodiversità e migliora la qualità della vita; perderlo significa rinunciare a servizi ecosistemici che non si recuperano in tempi brevi. Da qui l’appello a considerare gli alberi non come «problemi da rimuovere», ma come patrimonio da curare, programmando per tempo monitoraggi, manutenzioni e piani di gestione.

Alternative all’abbattimento: quando si può mettere in sicurezza

Un altro punto sollevato riguarda le alternative tecniche all’abbattimento. È davvero inevitabile arrivare al taglio ogni volta che si rileva un rischio? Secondo il Wwf, esistono soluzioni per aumentare la stabilità e la sicurezza di esemplari compromessi ma non condannati: consolidamenti mirati, potature di alleggerimento, ancoraggi o sostegni, interventi di cura del suolo e dell’apparato radicale. In molte città italiane – sottolinea l’associazione – non mancano esempi virtuosi in cui si è scelta la via della messa in sicurezza, preservando esemplari di alto valore paesaggistico e ambientale. Per questo si chiede che, prima di tagliare, siano esplorate e motivate in modo pubblico tutte le opzioni disponibili.

La falsa equivalenza: dieci giovani non “valgono” un grande albero

Il Wwf contesta anche l’idea, spesso utilizzata nei piani di compensazione, che un albero adulto possa essere «pareggiato» con la messa a dimora di una manciata di nuove piantine. Un esemplare di 50 o 60 anni garantisce volumi di ombra, stoccaggio di CO? e benefici microclimatici che i giovani alberi impiegheranno decenni a raggiungere. Inoltre, l’associazione invita a guardare ai numeri reali: quanti dei nuovi alberi messi a dimora sopravvivono dopo tre o cinque anni? Senza adeguata cura post-impianto, irrigazione e protezione, il tasso di mortalità può risultare elevato, vanificando la promessa di «compensazione». Per questo si chiede di pubblicare dati di sopravvivenza e manutenzione pluriennale delle nuove piantumazioni.

Cosa chiede il Wwf: più dati, più cura, più visione

In sintesi, l’associazione propone di cambiare prospettiva: pianificazione e manutenzione ordinaria del patrimonio arboreo, per ridurre l’emergenza; valutazioni fitostatiche motivate e accessibili; esplorazione trasparente delle alternative all’abbattimento quando esistono margini di sicurezza; programmi seri di post-impianto con obiettivi di sopravvivenza misurabili; e, quando il taglio è davvero inevitabile, sostituzioni coerenti per specie, portamento e servizi ecosistemici, non meri «numeri» da tabella. È un invito a riconoscere che proteggere gli alberi urbani significa proteggere salute, qualità dell’aria, resilienza climatica e bellezza diffusa della città.

Un interesse pubblico che riguarda tutta la città

Le richieste del Wwf, pur nate dal caso di San Donato Milanese, sono estensibili ad altri Comuni del territorio. L’obiettivo è aprire un confronto informato, coinvolgendo tecnici, amministratori e cittadini, affinché ogni decisione sul verde urbano sia supportata da evidenze e comunicata con chiarezza. In tempi di ondate di calore sempre più frequenti, tagliare un albero maturo è una scelta che pesa sul comfort termico dei quartieri e sul benessere delle persone: per questo, conclude l’associazione, serve una visione all’altezza delle sfide ambientali attuali, capace di conciliare sicurezza e tutela del patrimonio arboreo.

Fonte: 7giorni

giovedì 27 luglio 2023

San Donato, gli storici cedri di Mattei abbattuti dal temporale

 

Negli anni ’50 furono piantati su indicazione del fondatore dell’Eni.

Dopo avere regalato ombra per oltre sessant’anni, non sono riusciti a resistere all’ondata di maltempo che si è abbattuta nella notte tra lunedì e martedì sul Sudmilano. I due storici cedri del centro sportivo Mattei di San Donato hanno sfondato più di 200 metri di recinzione e sono finiti sul marciapiede di via Triulziana danneggiando due auto parcheggiate. Si tratta di esemplari presenti da sempre nel parco di Metanopoli, che fu costruito nel 1956 per volere di Enrico Mattei, il quale proprio per i cedri pare avesse una predilezione. Nel crollo, le due piante hanno anche trascinato dei rami di altri alberi che l’impresa incaricata ieri stava raccogliendo per fare pulizia. La ricognizione che è stata effettuata dai tecnici ha confermato che il muretto che delimita il complesso per lo sport e il tempo libero dal centro urbano che lo circonda si è comunque salvato, ma manca un pezzo di recinzione in alluminio che dovrà essere ripristinata quanto prima. Questo è il danneggiamento più consistente, oltre ai grossi cumuli di rami che hanno ricoperto strade e marciapiedi, che è stato registrato nella città dell’Eni dove ieri i cittadini hanno notato gli addetti che asportavano pezzi di tronchi e cumuli di rami dal recinto che è rimasto un pettine sdentato. L’assessore ai lavori pubblici Massimiliano Mistretta, ieri ha fatto sapere: «In questa fase sono in corso i lavori per fare pulizia di rami e vegetazione, in quanto martedì la priorità è andata alle carreggiate delle strade, dopodiché verranno effettuate le valutazioni necessarie per ripristinare la parte di recinzione che è rimasta schiacciata dagli alberi». Certo, anche quando verrà dato seguito alla manutenzione straordinaria, all’appello mancheranno due maestose testimonianze arboree che per decenni hanno fatto da cornice al pregiato complesso sportivo che fa parte della storia di San Donato. Del resto nel maggio scorso nel centro sportivo Mattei erano stati tagliati altri quattro cedri, e uno in piazza Santa Barbara, in quanto erano stati ritenuti dagli esperti a rischio di cedimento. Fonte: Il Cittadino

giovedì 20 luglio 2023

SAN DONATO Nasce il comitato di cittadini pronto a scendere in campo contro lo stadio del Milan

 

Cinque i portavoce del gruppo promosso dai volontari che hanno già raccolto oltre 1.300 sottoscrizioni nei banchetti allestiti nei vari quartieri.

«Facciamo squadra per non svendere la città»: con questo motto a San Donato è nato il comitato “No stadio” composto dalla cordata di cittadini che è scesa in campo per alzare in modo risoluto gli scudi contro l’impianto da 700 milioni di euro. Il nuovo organismo, promosso dai volontari che nel corso di una fitta staffetta di banchetti hanno già raccolto oltre 1300 firme per dire “no” al maxi investimento del Milan, avrà i seguenti portavoce: Annalisa Molgora, Iris Balestri, Innocente Curci, Giorgio Bianchini e Marco Menichetti. Figure, viene ricordato in una nota, che conoscono i problemi della città dell’Eni e del Sudmilano, accomunate da una spiccata vocazione ambientalista e che hanno fornito ampia disponibilità a condividere la propria esperienza. Il loro impegno, mettono in risalto i promotori dell’iniziativa, sarà quello di illustrare ai sandonatesi «quali siano i rischi e le difficoltà a cui si andrebbe incontro se fosse dato il via libera a questo intervento urbanistico così invasivo e così lontano dalle esigenze e dalle peculiarità della San Donato pensata e voluta da Enrico Mattei». Annunciando l’intenzione di mettere in pista contro lo stadio delle «iniziative di protesta in tutte le forme possibili previste dalla legge», il neo comitato non risparmia un affondo contro l’amministrazione comunale. In particolare i suoi esponenti sottolineano: «Il mega-complesso sportivo e commerciale, su cui si stanno dimostrando sempre più disponibili a scatola chiusa il sindaco e la sua maggioranza, non è mai stato posto in discussione in consiglio comunale e non è nemmeno indicato nel programma amministrativo della città». E proseguono osservando: «Seppure l’idea sia già propagandata come la panacea a tutti i problemi della nostra città, in realtà sono tantissimi i cittadini che stanno esternando il proprio disaccordo ed evidenziando forti preoccupazioni. Lo testimonia - concludono - la raccolta firme a supporto della petizione ufficiale No stadio: l’obiettivo minimo era di 300 firme di cittadini maggiorenni residenti, ma in poche settimane si è già raggiunta la cifra record di 1.300 adesioni».

Proprio al fine di tenere aperto un confronto trasversale con la città, il comitato è decollato senza simboli di partiti, associazioni o liste civiche. Fonte: Il Cittadino

mercoledì 25 gennaio 2023

Morto l'orso Juan Carrito investito da auto a Castel Sangro

 

(ANSA) - L'AQUILA, 23 GEN - "La sua perdita rattrista non solo l'Abruzzo, ma il mondo intero che ha scoperto l'Abruzzo e la bellezza degli orsi attraverso i numerosi video che lo ritraevano sin da cucciolo con i suoi fratelli e l'orsa Amarena".

Lo ha dichiarato il presidente della Regione Abruzzo, Marco Marsilio, dopo avere appreso "con grande dolore la notizia dell'investimento mortale di Juan Carrito, l'orso marsicano più famoso e amato d'Abruzzo, avvenuto sulla statale 17 all'altezza di Castel di Sangro".

venerdì 19 agosto 2022

SUDMILANO Il “sogno verde” resta a secco

 

Soffrono la sete i numerosi alberi messi a dimora tra San Giuliano, San Donato e Colturano

Temporali e piogge degli ultimi giorni donano un parziale, e ridotto, sollievo alla vegetazione, ma a far le spese del lunghissimo periodo di siccità e temperature torride c’è anche quello che era il “sogno verde” di una città che progetta di “tornar bosco” entro il 2030. Se infatti appare sempre più pesante il “conto” dei danni subiti dalla vegetazione spontanea e dalle coltivazioni, duramente colpite dalla lunga carestia idrica che ha seccato, letteralmente, il territorio, non meno preoccupante è la situazione che riguarda il “patrimonio verde” messo a dimora negli ultimi anni con l’obiettivo di riforestare città metropolitana e contribuire “in verde” alla lotta ai cambiamenti climatici. I progetti avviati da più soggetti – i principali, ForestaMi promosso da Città Metropolitana, Comune di Milano, Regione Lombardia, Parco Nord Milano, Parco Agricolo Sud Milano, Ersaf e Fondazione di Comunità, e Arbolia, società benefit nata da Snam e Fondazione CDP – hanno come obiettivo dichiarato quello di mettere a dimora oltre 3 milioni di alberi entro la data-simbolo del 2030, con l’intento di contribuire alla lotta all’inquinamento e alla regolamentazione termica dei centri abitati. Ad oggi il progetto ForestaMi dichiara di aver completato la messa a dimora di oltre 300mila piante, molte delle quali in aree del Sudmilano messe a disposizione dalle amministrazioni locali, come nel caso di Colturano, dove lo scorso autunno, lungo la pista ciclabile che affianca la provinciale Cerca, sono stati piantati oltre 800 alberelli. Un “investimento verde” che però pare scontrarsi con l’ “annus horribilis” climatico che ha decimato, letteralmente, le essenze arboree. Tanti gli steli e gli arbusti secchi che spuntano dalle protezioni che avrebbero dovuto garantire la crescita, ingiallimenti che non risparmiano nemmeno le altre piantumazioni, come nel caso dei quasi 2000 alberelli messi a dimora da Arbolia a San Giuliano, o le pianticelle soffocate da erba secca a San Donato. E ancora, quelle che sarebbero dovute diventare oasi verdi lungo le tangenziali – lo svincolo per Paullo era tra queste – mostrano ormai quasi solo “spuntoni” secchi. Fonte: Il Cittadino

mercoledì 1 giugno 2022

SAN GIULIANO Addio a fango, topi e odori nel Redefossi

 

Avviato un progetto per garantire un flusso costante di acqua pulita nel canale

«A seguito dello stanziamento da parte della Regione Lombardia di 2 milioni di euro per assicurare il deflusso minimo vitale di acqua nel Redefossi, i tecnici di Aipo hanno iniziato a lavorare sul progetto che dovrebbe essere pronto entro fine anno».

Il presidente della commissione regionale ambiente, Riccardo Pase, annuncia che il passo successivo alla delibera, con cui sono state destinate le risorse per eliminare i disagi dei cittadini di San Giuliano, si è concretizzato con l’avvio della progettazione che, spiega, «prevede il completo rifacimento del nodo idraulico per la ripartizione delle acque».

Il traguardo resta quello di fare scorrere una portata costante di acqua pulita in modo tale che non si formino più le pozze maleodoranti abitate da topi e nugoli di insetti. Se infatti in questa stagione nel letto del cavo è cresciuta l’erba, in caso di piena. quando vengono alzate le paratie, a San Giuliano arriva un fiume di fango che è la causa di una lunga serie di problemi di carattere igienico-sanitario. L’intervento sull’impianto idraulico che si trova al confine con San Donato se tutto dovesse filare liscio dovrebbe prendere quota nel 2023, ma intanto l’anno in corso potrebbe chiudersi con un piano che dovrà ottenere anche l’avallo di Regione Lombardia, nonché di Città metropolitana e del Comune di San Giuliano. Fonte: Il Cittadino

lunedì 28 marzo 2022

San Donato, camminata silenziosa al Pratone a difesa dell’ambiente

 

Iniziativa del Wwf “L’ora della terra”

Le parole di Papa Francesco, i pensieri della saggezza buddista, il monito di Michail Gorbačëv, poesie e miti greci che raccontano del legame indissolubile tra vita e pianeta, e la voglia di ricucire il filo che lega natura, anima e cuore: si sono ritrovati in tanti in una simbolica e suggestiva camminata illuminata solo parzialmente, e senza torce e fiamme vive in considerazione dei rischi legati alla lunga siccità in corso, per celebrare anche a San Donato l’Ora della Terra, evento mondiale voluto, dal 2007, dal WWF, e la magia ancora intoccata del Pratone. Promosso dalla sezione Sudmilanese dell’associazione ambientalista, e con la partecipazione di gruppi e associazioni del territorio, l’appuntamento ha animato il Central Park cittadino con un invito a riaffermare il legame con la madre terra. Fonte: Il Cittadino

venerdì 23 luglio 2021

San Donato, ultimo via libera per il maxi ampliamento del Policlinico


L’ok della Soprintendenza sblocca i cantieri: la settimana prossima partono i lavori per il nuovo parcheggio da 800 posti. Poi il parco

Scatteranno la settimana prossima i cantieri per la realizzazione del nuovo parcheggio del Policlinico San Donato: tra 9 mesi sarà a disposizione una moderna area sosta da 800 posti auto. L’iter si è concluso nei giorni scorsi con il benestare della Sovrintendenza a seguito del quale può partire la fase operativa del piano da 90 milioni di euro di ampliamento dell’ospedale. Per pazienti e visitatori saranno comunque creati dei percorsi ben segnalati con l’apposita cartellonista al fine di garantire sempre un contesto ordinato. In settembre prenderanno quota anche gli interventi per la realizzazione del Parco dei conigli che richiederà un investimento da 800 mila euro per creare un enorme giardino pubblico attrezzato da 80 mila metri quadrati. Fonte: Il Cittadino

mercoledì 23 giugno 2021

Da gioiello verde a oasi dell’incuria, un appello per “salvare” il Carengione

 

Peschiera, incendi e scarsa manutenzione: le associazioni, dopo i pioppi di via Galvani, accendono i riflettori sull’area naturalistica

Lavori sospesi da troppo tempo e «quello che è da sempre “cuore verde” di Peschiera, oasi-gioiello che rappresenta orgoglio e vanto della nostra città» rischierebbe di trasformarsi «ogni giorno di più in oasi dell’abbandono». Sono di nuovo sul piede di guerra, e chiamano in causa Parco Sud e associazioni ambientaliste, le combattive “signore degli alberi” che, vinta la battaglia in difesa dei pioppi cipressini di via Galvani, intendono riaccendere i riflettori sul «degrado che ormai da mesi domina nel Bosco del Carengione», la grande area che si stende tra le frazioni di Bettola, Mezzate e San Bovio e «ci era stato detto essere oggetto di un grande piano dettagliato, che ne prevedeva la sistemazione e realizzazione di percorsi in grado di valorizzare un’oasi naturale di immenso pregio». Fonte:Il Cittadino

mercoledì 28 aprile 2021

In bicicletta per dire no al “serpente d’asfalto

 

                             In bicicletta per dire no al “serpente d’asfalto

In bicicletta sull’antico sentiero dei monaci, e in tanti sabato hanno accolto l’invito a pedalare insieme per ricordare che “quella strada rappresenta una ferita inaccettabile “. Un lungo serpentone colorato - almeno 150, 200 partecipanti - ha attraversato le campagne tra San Donato e San Giuliano, dall’ingresso “nascosto” del futuro parco Gustavo Hauser fino all’abbazia di Viboldone, antica tappa che un tempo segnava il percorso dei monaci che popolavano, e custodivano, il territorio sudmilanese. Obiettivo, ribadire il no al contestato progetto di aprire una nuova strada al confine tra San Donato e San Giuliano. Fonte: Il Cittadino

giovedì 1 aprile 2021

In arrivo 54 nuovi alberi a San Donato. Partite le piantumazioni in diversi parchi della città

 

Lavori in corso per arricchire il patrimonio arboreo cittadino. Lo scorso venerdì i tecnici di Floricoltura – impresa incaricata alla manutenzione del verde pubblico sandonatese – hanno avviato le operazioni di messa a dimora di 54 nuove essenze, lavori che saranno eseguiti in diversi parchi cittadini e per le vie dei quartieri Concentrico, Metanopoli, Bolgiano, Certosa e della frazione di Poasco.

Le piantumazioni sono state pianificate dall’Amministrazione comunale con un duplice obiettivo. In primo luogo esse serviranno a sostituire gli alberi rimossi sulla base di prove di trazione con esito negativo e quelli abbattuti in seguito agli eventi atmosferici dello scorso inverno, quali, a titolo d’esempio, le abbondanti nevicate di inizio anno. In seconda battuta, tali operazioni daranno il via a una serie di nuove piantumazioni che continueranno nel corso del prossimo autunno e segneranno un incremento del numero di esemplari arborei presenti in città.

«I tecnici di Floricoltura – dichiara l’Assessore all’Ambiente e agli Orti Urbani Andrea Battocchio – sono già al lavoro per tradurre in pratica il piano di cura e arricchimento del verde pubblico approntato dall’Amministrazione. I lavori consentiranno di porre rimedio ai danni causati dal maltempo e di risolvere le criticità evidenziate nel corso degli ultimi mesi dai nostri tecnici e dall’impresa di manutenzione».

«Le piantumazioni avviate la scorsa settimana e che proseguiranno nel corso dell’anno – aggiunge il Sindaco Andrea Checchi – si pongono in linea continuità con le politiche adottate dalla nostra Amministrazione per il miglioramento del decoro urbano, della vivibilità degli spazi e della salubrità dell’aria. Siamo fermamente convinti del fatto che lavorare per il benessere del patrimonio arboreo significhi, in ultima istanza, lavorare per il benessere dell’intera comunità». Fonte: Il Cittadino

lunedì 1 marzo 2021

Multe, telecamere e grandi pulizie: nel Sudmilano la guerra dei rifiuti

 

Gli interventi di Città Metropolitana e dei Comuni non bastano mai. E spesso ci pensano i volontari.


Video-camere trappola, collegamenti con immagini satellitari, multe salate. Senza contare le periodiche campagne di “pulizia straordinaria” per quello che rappresenta ormai da anni una delle maggiori spine nel fianco per il Sudmilano: la presenza di discariche abusive che spuntano indifferentemente ai bordi delle strade, nelle aree verdi e di campagne, in pieno Parco Sud
Sono di pochi giorni fa gli ultimi, imponenti, interventi di raccolta straordinaria di rifiuti abbandonati lungo le principali arterie stradali che tagliano il Sudmilano. Grandi manovre, dunque, che hanno riguardato l’ex statale Paullese, dove piazzole e rientranze erano diventate discariche a pieno titolo, ma anche la provinciale Binasca, tra Melegnano e Carpiano, dove sono finalmente spariti i cumuli di immondizia che imbrattavano quasi ogni piazzola. Grandi pulizie anche lungo le bretelle di collegamento tra via Emilia, Cerca e Binasca, e in diverse aree interne del Parco Sud, dove sono entrati in azione anche numerosi volontari
I Comuni si sono mobilitati. È il caso di San Giuliano che ha dichiarato guerra agli scaricatori, ripulendo le zone prese di mira – dalla Viboldone-Pedriano alla zona di cascina Occhiò, solo per citare alcuni casi – e identificando, in diverse occasioni, i responsabili. Una battaglia condivisa, che vede in prima fila anche altri comuni del sudmilano – da Carpiano a Cerro, da Peschiera Borromeo a Mediglia, fino a Tribiano e Colturano – con l’obiettivo comune di contrastare un fenomeno che, spiegano gli amministratori, «non è solo frutto di inciviltà e speculazione, ma anche di scarsissima educazione ambientale». Fonte: Il Cittadino

sabato 9 gennaio 2021

San Donato, il Wwf accende i riflettori sul degrado degli orti “abusivi”

 

Le baracche sorgono a ridosso del canale scolmatore, tra montagne di rifiuti abbandonati ovunque.

Degrado, abbandono e illegalità, e il Wwf Sudmilano accende, ancora una volta, i riflettori su una realtà da tempo segnalata, quella degli orti «probabilmente abusivi», segnalano gli ambientalisti, che ricoprono un’ampia fetta di territorio al confine tra i comuni di San Donato e San Giuliano. «Per centinaia di metri – spiegano dal Wwf – e per una superficie di quasi due ettari si possono notare baracche di vario genere e di varia dimensione, molte delle quali arroccate dietro porte improvvisate messe a protezione dei propri confini. Gli orti in sé non sono una cosa negativa, ma la situazione dello scolmatore è insostenibile» Al di là dell’occupazione del suolo pubblico, si rintracciano “montagne” di rifiuti abbandonati ovunque. con accensione periodica di falò che bruciano materie plastiche che rendono l’aria irrespirabile. Fonte: Il Cittadino

mercoledì 9 settembre 2020

Nuove proteste contro il taglio di 240 pioppi ma il Comune di Peschiera va avanti

 

Il sindaco: «Va tutelata anche la sicurezza dei cittadini». 

 

È muro contro muro tra chi vuole proteggere i 240 pioppi di Peschiera Borromeo e chi, per una questione di sicurezza pubblica, intende abbatterli. Il comitato “La voce degli alberi” chiama a raccolta il popolo green (circa 60 persone) e corre nuovamente sotto le alte chiome in via Galvani, con striscioni e megafono, per bloccare l’apertura del cantiere ipotizzata per ieri. Ma di transenne e attrezzature non vi è traccia, l’intervento potrebbe essere stato rimandato per maltempo.
Di fermarsi non ne hanno la minima intenzione. Le sei signore de “La voce degli alberi”, e il loro seguito, continuano a far rumore: dopo gli appelli alle istituzioni e autorità (ad esempio al ministro dell’Ambiente Sergio Costa e a monsignor Delpini) e la diffida formale al municipio a procedere all’abbattimento del patrimonio arboreo (trasmessa tramite ufficio legale), si sono date appuntamento alle 7 di ieri mattina, sempre in via Galvani, per un sit-in di protesta e per interrompere gli operatori incaricati al taglio, laddove fossero presenti. «Presiederemo l’area tutti i giorni per tenerla sotto controllo, fino alla neve - riferiscono durante manifestazione, scortate da una sessantina di persone -. Siamo pronte a incatenarci ai nostri alberi, per i quali cerchiamo cura e manutenzione, non l’abbattimento». Il corteo si è poi spostato sotto il palazzo istituzionale.
Mentre il numero di sostenitori della causa (anche da altre regioni) aumenta e la faccenda diventa di interesse nazionale, Caterina Molinari, primo cittadino di Peschiera Borromeo, difende la progettualità e il ragionamento alla sua base: «Accolgo e comprendo le preoccupazioni di cittadini e comitati, sono le stesse che hanno animato l’amministrazione che ha richiesto tutti gli approfondimenti possibili per valutare la questione - chiarisce -. Il nostro obiettivo principale è la tutela della sicurezza dei cittadini ed è l’elemento che guida le nostre decisioni e che dà seguito al progetto di riqualificazione di via Galvani. C’è un pericolo oggettivo e non si può rischiare che anche un solo albero cada addosso a qualcuno». La sorte del doppio filare parrebbe, a questo punto, decretata e non più ribaltabile. Ma le “signore degli alberi” sono pronte a dare ancora battaglia. Fonte: Il Cittadino

lunedì 13 gennaio 2020

San Donato, la Campagnetta diventerà un parco pubblico

La svolta a quasi tre anni dall’acquisto del Comune e dalla bonifica dai metalli pesanti che rallentò l’iter. 

La Campagnetta esce dalle sabbie mobili. A quasi tre anni dal passaggio di proprietà del terreno al Comune e una bonifica dai metalli pesanti da mezzo milione di euro che ha rallentato l’iter, nel 2020 l’area verde di via Di Vittorio diventerà un parco pubblico.

Il 20 partirà il percorso di progettazione partecipata, il Comune chiamerà a raccolta gli abitanti dei quartieri Di Vittorio, Parri e Certosa per scambiare idee e fissare le linee guida che verranno consegnate agli architetti che disegneranno il parco urbano dedicato a Gustavo Hauser. A tirare le fila del percorso partecipativo sarà un trio di architetti specializzati nella valorizzazione delle aree urbane - Anzivino, Masera e Pomodoro - che lavoreranno fianco a fianco con i facilitatori di partecipazione di “Avanzi – Sostenibilità per azioni”, un’azienda specializzata in soluzioni innovative, che negli scorsi mesi ha curato la regia del progetto Cascina Roma Creative Lab.
«L’obiettivo - spiega il sindaco, Andrea Checchi - è sintetizzare, entro l’estate, le linee guida a cui si dovranno attenere i tecnici chiamati a progettare l’area. Si comincia a intravedere la linea di arrivo di un’idea germogliata negli Novanta, quando il Comune bandì un concorso di idee per la progettazione di un parco naturale, poi accantonata, per essere infine sostenuta con convinzione da tanti cittadini e dalla Giunta".

Il primo incontro con i cittadini lunedì 20 (alle 20.45) alla Biblioteca di via Parri, luogo che nei prossimi mesi ospiterà un punto dedicato alla raccolta di idee e suggerimenti da parte dei cittadini. A salvare la Campagnetta dalla cementificazione - con la costruzione di palazzi in un quartiere già saturo di case e abitanti - era stata la mobilitazione in massa dei residenti. Dopo l’approvazione del "Pgt Dompè", era nata una levata di scudi da parte dl quartiere, sfociata nella nascita del Comitato “Salviamo la Campagnetta”. Erano seguiti anni di battaglie simboliche: lenzuola appese alle finestre per dire no alla nuova colata di cemento, raccolte firme in tutta la città, proteste corali. Il passaggio cruciale è avvenuto nell’estate del 2017 con l’acquisizione dell’area da parte del Comune. L’accordo prevedeva il passaggio della proprietà al Comune dei 53.400 metri quadrati che compongono la Campagnetta.
In cambio l’Ente ha ceduto una superficie di 5.230 metri quadri nella zona di via Ravenna, spostando là i diritti edificatori della Campagnetta. In capo alla controparte, era stato posto l’onere della realizzazione del piano operativo di bonifica, quantificato in un importo sotto il mezzo milione di euro. Fonte Il Giorno

venerdì 26 ottobre 2018

Melegnano, è Sos pescatori di frodo nel Lambro

Carpe e tinche in diminuzione, si affaccia l’ipotesi di un mercato verso Est


Dopo i siluri del Po, le carpe del Lambro.Il sospetto è che la pesca, non sempre regolare, che si svolge lungo le rive del fiume vada ad alimentare il commercio clandestino di specie ittiche, diretto verso i Paesi dell’Est. Il fenomeno riguarda anche il Sud Milano, dove a lanciare l’allerta sono ambientalisti e associazioni di tutela. Da anni, nei loro sopralluoghi sul territorio, gli esperti riscontrano periodiche puntate di pescatori, per lo più stranieri e non sempre dotati di licenza, che battono i sentieri di accesso alle sponde, incuranti del fatto che il corso d’acqua è inquinato e la qualità della fauna ne risente."Un dato è certo: nel Sud Milano il numero di pesci presenti nel Lambro, e anche nella Vettabia, è diminuito negli ultimi anni – dichiara Giorgio Bianchini, responsabile locale del Wwf -, come si può notare in diversi punti di rilevamento, dall’oasi Levadina a San Donato fino al bosco urbano di Montorfano a Melegnano. A volte lungo il fiume sono state avvisate anche barche di pescatori. Una delle ipotesi è che tutto questo contribuisca ad alimentare un mercato parallelo, uno smercio diretto all'estero". Nel Lambro sono presenti per lo più carpe e tinche, due specie che potrebbero sommarsi ai siluri del Po, catturati con scorribande notturne da parte dei predoni d’acqua dolce, per andare a rafforzare il business del sommerso. "Talvolta a Montorfano il pescato viene consumato sul posto con grigliate e pic-nic improvvisati, che possono costituire un potenziale pericolo per l’oasi, col rischio d’incendi – racconta Erminia Mandarini dell’associazione Il Bradipo -. Fenomeni più ampi, come il commercio di frodo, sono complessi e difficili da approfondire; di certo bisognerebbe aumentare i controlli". Spesso il monitoraggio delle oasi è lasciato ai soli appassionati e volontari, mentre manca una cabina di regia che possa coordinare gli interventi e cercare di arginare l’abusivismo. Il tutto è complicato dai regolamenti che non vietano la pesca lungo il Lambro, ma solo il consumo del pescato. Poiché le acque del fiume non sono considerate di pregio, la cattura della fauna ittica non è normata e questo alimenta un sottobosco ai limiti dell’irregolarità, dove più dei divieti vige la discrezionalità individuale. Aspetti collaterali del problema sono l’accumulo di rifiuti nelle aree vicino al fiume e il continuo calpestio "che fa sparire la vegetazione dalle sponde e le rende più franose - dicono gli esperti -. Ci vorrebbero regole più rigide e un monitoraggio costante". Intanto si aspetta, da parte del Comune di Melegnano, l’emissione di un bando di gara per la gestione delle oasi di Montorfano e del parco Noci. Un affidamento che, almeno nelle intenzioni, porterà anche a un maggiore controllo dei due polmoni verdi. Fonte: Il Giorno

sabato 28 luglio 2018

Da Monza a Milano il fiume Lambro si colora di verde


Il Lambro di colore verde per scarichi illegali nel fiume

Nella prima serata di martedì 24 luglio 2018, verso le 20:30, il fiume Lambro si è colorato di un bel verde smeraldo. I primi ad accorgersene sono stati i cittadini della provincia di Monza, in particolare di Cologno Monzese, che hanno immediatamente avvisato i vigili del fuoco. La cosa ha poi interessato il corso del Lambro fino a Milano.

La colorazione anomala del corso d'acqua è stata causata dallo sversamento nel fiume di scarichi prodotti da un'azienda farmaceutica, si tratta in particolare di un composto chimico chiamato fluoresceina  sodica - o sale sodico della fluoresceina - che a contatto con i raggi ultravioletti assume un colore verde fluorescente e che si utilizza nella preparazione di coloranti per lana e seta, come indicatore  in speleologia per individuare corsi d'acqua sotterranei ma anche in oculistica per evidenziare lesioni vascolari nella retina o nelle analisi del fondo oculare.

L’azienda regionale per la protezione dell'ambiente (Arpa) ha effettuato dei campionamenti dell'acqua per verificare l'eventuale tossicità del composto, il quale è risultato dalla tossicità molto bassa - è considerata una sostanza irritante - e biodegradabile (aspetto che dovrebbe far tornare alla normalità le acque del Lambro nel giro di pochi giorni).

Le autorità hanno quindi individuato l'azienda responsabile, che verrà dunque sanzionata.
Tuttavia, come ricorda Legambiente, non è il primo caso  di sversamento illegale nelle acque del fiume Lambro: un analogo episodio si era verificato già nel 2013, fortunatamente senza conseguenze ambientali.
Ma in passato ci sono stati altri casi che hanno invece avuto pesanti conseguenze sull'ambiente, come nel 2010 quando dallo stesso collettore fognario sono state riversate nelle acque del fiume diverse tonnellate di idrocarburi, con pesanti danni per l'ambiente. Inoltre risale ai primi di luglio la segnalazione di una moria di pesci nel fiume per cause ancora ignote.

Secondo quanto dichiarato dalla presidente di Legambiente Lombardia, Barbara Meggetto: «Purtroppo è solo l'ennesimo episodio di sversamento nei fiumi lombardi; Il periodo estivo e l'abbassamento dei controlli rappresentano infatti una ghiotta occasione per chi vuole disfarsi illegalmente di sostanze derivanti dall'attività produttiva  oppure di rifiuti privati. Fortunatamente in questo caso si tratta di un composto pressoché innocuo, ma rimane il timore di veder compromesso l'ecosistema fluviale. Non bisogna abbassare la guardia, perché se ogni estate ci troviamo a parlare di scarichi impropri significa che qualcosa nella macchina dei controlli e dei presidi del sistema depurativo non funziona».
Legambiente inoltre sottolinea come inciviltà e illegalità spesso vadano a braccetto e chiede pertanto di potenziare le verifiche degli scarichi industriali nel bacino del fiume Lambro per reprimere questi fenomeni, che si ripetono con troppa frequenza. Fonte: 7giorni

venerdì 9 marzo 2018

Milano, presentazione del progetto di recupero naturalistico dell'area di Ponte Lambro/Monluè

Tante attività didattiche e di fruizione dell'area da parte della cittadinanza

Entra nel vivo il progetto di recupero naturalistico dell'area denominata dall'ex ecomostro di Ponte Lambro/Monluè, gestito dal WWF Martesana-Sud Milano e reso possibile grazie al finanziamento di 130.000 Euro concesso dalla Regione Lombardia.

Nel mese corrente avverrà la messa in dimora di quasi duemila piante nelle zone in cui, la primavera scorsa, sono avvenuti gli interventi di pulizia e ripristino del fontanile dei Certosini. Le piante tipiche padane e dell'ambiente fluviale permetteranno di ricreare ambienti tipici della pianura quali: il bosco di latifoglie e un arbusteto campestre. 

Ciò che interessa di più agli attivisti del WWF sono le successive attività di fruizione ed educazione ambiente che saranno successivamente proposte alla cittadinanza e agli alunni delle 
scuole. Al fine di presentare  le attività didattiche annesse al progetto,
sono state organizzate due serate che avranno luogo rispettivamente il 9 Marzo, a partire dalle ore 21, presso il CAM Parea e il 22 Marzo, dalle ore 21, presso la sala capitolare dell'abbazia di Monluè.

Nell'ambito delle azioni di fruizione dell'area da parte dei cittadini, Lunedì 12 Marzo, alle ore 21, presso il CAM Parea prenderà il via il corso base di birdwatching e botanica finalizzato alla scoperta delle specei ornitiche e botaniche che popolano la zona. Fonte: Ansa.it

venerdì 10 novembre 2017

San Donato: presto al via la bonifica della Campagnetta

Il proprietario dell’area ha comunicato che i lavori per bonificare il terreno, condizione necessaria per il passaggio al Comune, inizieranno mercoledì 15 novembre.

L’area verde diverrà il parco Gustavo Hauser

I lavori di bonifica della Campagnetta, l’area verde da 60mila mq alle spalle di via Di Vittorio a San Donato, risultata avere una contaminazione diffusa di metalli nello strato superficiale del terreno, partiranno il 15 novembre. A comunicarlo al Comune in via ufficiale è stato l’attuale proprietario del terreno, Francesco Cavagna: la bonifica è una condizione necessaria per consentire il passaggio della Campagnetta all’Ente locale, che la tramuterà poi nel parco Gustavo Hauser. Lo scorso agosto, in occasione della sottoscrizione dell’atto di permuta che stabiliva il passaggio della Campagnetta al Comune a fronte della cessione di un’area in via Ravenna, nell’atto stesso era stata inclusa una condizione sospensiva a tutela dell’Ente, cioè la realizzazione del Piano operativo di bonifica. L’onere di perfezionare l’operazione, quantificata in un importo di poco inferiore al mezzo milione di euro, era stato posto in capo al cessionario dell’area. Quest’ultimo ha comunicato formalmente la data d’inizio dei lavori, mercoledì 15 novembre. A eseguire la bonifica e le operazioni di messa in sicurezza permanente sarà la società Marazzato Soluzioni Ambientali. «La bonifica – spiega il sindaco Andrea Checchi – produrrà diverse ricadute positive. Riqualificherà un polmone verde della nostra città che diventerà di tutti noi. E con il passaggio della proprietà al Comune, potremo finalmente avviare il percorso di urbanistica partecipata per realizzare il Parco Gustavo Hauser». Fonte: 7giorni

giovedì 31 agosto 2017

San Donato, conigli selvatici invadono i prati: è allerta malattie

conigli selvatici proliferano nel Sud Milano. E ora si vigila sulla mixomatosi. Sale l’allerta per i risvolti sanitari legati alla presenza di alcune colonie di conigli, che sono state avvistate e segnalate in diversi punti del territorio. Con un’ordinanza, Ats Città Metropolitana ha istituito in 25 Comuni del Sud Milano una zona di protezione, relativa proprio alla mixomatosi, una malattia infettiva che può colpire questi animali, con esiti spesso letali. San Donato, San Giuliano, Melegnano, Peschiera Borromeo, Paullo e Mediglia sono solo alcune delle aree interessate dal provvedimento, che riguarda anche Basiglio, Binasco, Casarile, Lacchiarella e Locate Triulzi. La zona di attenzione si estende anche a Comuni di piccole dimensioni, nella fascia di confine fra Milanese, Lodigiano e Pavese. La misura di profilassi impone l’adozione di particolari accorgimenti, primo fra tutti l’obbligo di operare un controllo da parte degli enti preposti. Inoltre, in tutta l’area interessata sono vietate l’immissione e l’asportazione di conigli vivi, mentre è d’obbligo l’abbattimento degli esemplari infetti, a cura della polizia provinciale. Ancora. Lungo i confini dei Comuni interessati dal provvedimento, dovranno essere collocati dei cartelli con la dicitura "zona di protezione da mixomatosi dei conigli", mentre è vietata l’organizzazione di mostre, fiere e mercati con la presenza di questi animali. Obiettivo dell’ordinanza è debellare la malattia virale che può diffondersi fra i quadrupedi, ma non è trasmissibile all’uomo. Le misure di protezione saranno revocate dopo sei mesi dalla constatazione dell’ultimo caso di malattia. Non solo mixomatosi. Nei giorni scorsi, in alcuni Comuni del Sud-Est Milanese Ats ha istituito una zona di vigilanza per l’influenza aviaria, in seguito ad un focolaio di questa patologia, che si è registrato in un allevamento di volatili del Lodigiano. Fonte: Il Giorno
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