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giovedì 16 febbraio 2023

Lambro e Addetta, la grande sete del Sudmilano

 

La mancanza di precipitazioni ha ridotto ai minimi la portata dei fiumi, cresce l’allarme per l’estate. Agricoltori preoccupati

Precipitazioni che non arrivano, e riserve di acqua sempre più a rischio, e il 2023 rischia di essere «peggiore del già drammatico 2022». Specchio di una siccità che non accenna a mollare la presa sono i corsi d’acqua che attraversano il Sudmilano e che, tradizionalmente simbolo di fertilità e ricchezza di un territorio considerato “granaio” dell’area metropolitana, mostrano ormai da giorni un volto sofferente. Livelli minimi, acque in alcuni punti stagnanti, argini secchi che si alzano sempre più imperanti, e per il Sudmilano la siccità ha come immagine-simbolo gli isolotti, ormai quasi “continenti” che emergono sotto il ponte della Paullese, tra San Donato e Peschiera Borromeo dove il Lambro ridotto ad un rigagnolo appare quasi “fuori stagione”, in secca come solitamente è durante il mesi estivi. Flussi ridotti, e portate minime, anche per gli altri corsi d’acqua che tagliano il territorio, dall’Addetta che, solitamente imponente nastro idrico che taglia le campagne, pare ritirata e ridotta ad un “nastrino” sofferente, fino al canale Vettabbia, che in diversi punti mostra sofferenza per i mancati apporti idrici legati all’asciutta della Martesana – dove sono in corso lavori di pulizia e manutenzione straordinaria – e alle “strette” dall’Adda a sua volta in sofferenza. Una situazione «estremamente preoccupante», conferma Mario Vigo, storico rappresentante delle realtà agricole del Sudest milanese, a sua volta imprenditore agricolo e attento osservatore della realtà esistente. Secondo Vigo, che proprio nei giorni scorsi ha incontrato i rappresentanti di categoria ed ha in programma un summit d’emergenza con il Consorzio Villoresi per tentare di individuare possibili strade da percorrere, «dobbiamo prepararci per tempo ad una stagione che – dice – se non cambiano in fretta le cose, si preannuncia durissima. Se non si interviene per modificare il sistema di gestione delle acque, il rischio è di non poter garantire supporto al sistema cerealicolo lombardo, con conseguenze pesantissime per il settore». Preoccupano i livelli minimi dei grandi laghi, riserve idriche per la pianura, le mancate precipitazione sull’arco alpino, e una siccità che, almeno per ora, non sembra destinata a interrompersi. «Come agricoltori – dice ancora Vigo – possiamo prendere qualche iniziativa, dall’anticipare le semine per cercare di evitare le stagioni più calde, all’introdurre varietà meno idrovore, ma ora come ora è necessario pensare a iniziative che possano realmente incidere». Fonte: Il Cittadino

giovedì 17 dicembre 2015

Il Gruccione, scava il suo nido sulle rive dell’Adda

Per la prima volta, alcuni anni fa, vidi un gruppetto di gruccioni in volo nella zona di Cavenago d’Adda (LO), nel Parco Adda Sud.

Rimasi colpito dalla bellezza del piumaggio di questi uccelli, tanto che pensavo fossero una specie esotica fuggiti da qualche voliera privata. Poi parlando con un amico ornitologo  scoprii che  arrivano da noi alla fine di aprile, primi di maggio,  mentre lo svernamento avviene dopo un lungo viaggio nell’Africa posta a sud del Sahara. Quest’anno mi è capitato di rivederli durante un’escursione nella zona di Zelo Buon Persico (LO) nelle vicinanze dell’Adda.  Nei giorni scorsi   ho visto un dvd realizzato da Filippo Bertoli sulla vita del gruccione nel Parco Adda Sud e sono rimasto affascinato  dalla sua bellezza, motivo per cui ho pensato di  rendervi partecipi di questo mio interesse.
Il  gruccione, nome scientifico Merops apiaster, appartiene all’ordine CORACIIFORMES, famiglia MEROPIDAE; è un  uccello  di piccole-medie dimensioni, della lunghezza  di 25-27 cm, apertura alare 40 cm e peso  60-80 grammi. Il maschio  è di un color castano sul  dorso, e azzurro nel ventre, ma presenta anche sfumature  di giallo, verde, nero e arancione. Il becco è nerastro, lungo e ricurvo verso il basso. Le femmine sono molto simili, con una prevalenza del colore verde.
Dopo l’accoppiamento inizia la costruzione del nido, che dura 10-15 giorni, lungo le scarpate sabbiose-argillose dell’Adda; l’altezza della scarpata può variare da 1  metro a 3-4, con inclinazione da 45 a 90%. Il nido viene realizzato scavando una galleria orizzontale, che può raggiungere anche 3 metri di profondità e del diametro di 8 cm circa (questo metodo di nidificazione è adottato anche dal Topino che è una piccola rondine e dal Martin pescatore). Durante lo scavo il maschio e la femmina possono consumare la lunghezza del becco anche di 1 cm. La femmina depone 4/5 uova di forma sferica nella parte allargata  in fondo al cunicolo.  Entrambi i sessi  si occupano della cova che dura circa 20 giorni.  I piccoli lasciano il nido dopo 30 giorni dalla nascita. Di solito la specie effettua una sola covata all’anno tra maggio e giugno: se una coppia trova  un luogo favorevole  alla costruzione del nido, ne sopraggiungono altre fino a formare vere e proprie colonie. In Italia le colonie di nidificazione sono concentrate  quasi esclusivamente in pianura e collina fino a 500 metri. 
Il gruccione predilige ambienti aperti e campagne alberate, rive di fiumi con banchi sabbiosi, laghi, canali e cave perlopiù abbandonate. 
In Lombardia è stata osservata una netta predilezione per le aree con scarsa piovosità estiva, unita a una preferenza per le aree coltivate a mais, riso e cereali, inframmezzate da filari, fasce arboree e canali. Zone agricole, cave abbandonate, aree incolte sono invece gli ambienti di cui la specie trova ampia disponibilità in collina. Il substrato sabbioso è preferito nella stragrande maggioranza dei casi. I gruccioni sono insettivori, catturano le prede in aria, circa 100 specie  di insetti di cui  80%  di api, vespe, bombi, farfalle e libellule.  Quando gli insetti sono dotati di pungiglione, questi vengono ripetutamente colpiti su una superficie dura, con l’ausilio del becco.
La migrazione avviene tra agosto e settembre verso la savana sub-sahariana, tra il Senegal e la Nigeria.
Qualche problema il gruccione lo crea agli allevatori di api, insetti di cui va ghiotto; se individua un’arnia, ogni singolo individuo può consumare anche fino a 200  api al giorno.
In Europa è diffuso nelle regioni meridionali e orientali, dalla Spagna alla Russia. In Italia è migratore regolare e nidificante, soprattutto nella Pianura Padana sud-occidentale, lungo il litorale e l’entroterra tosco-laziale, nonché in Sardegna dove si riscontrano le colonie più numerose.
In Lombardia è presente nel periodo riproduttivo nella parte centro-meridionale della Regione.
Secondo le stime più recenti la popolazione di gruccione nidificante nell’Unione Europea è compresa tra 200.000 e 300.000 coppie. Quella italiana dovrebbe raggiungere le 5.000 - 10.000 coppie, sono in aumento in Lombardia.
Speriamo di vedere questi bellissimi uccelli nelle nostre zone anche in futuro. 
Buon Natale! 
Fonte: 7giorni (Walter Ferrari)

sabato 3 ottobre 2015

Spino d’Adda e Zelo Buon Persico uniti per la salvaguardia del fiume Adda

A breve un protocollo d’intesa per contrastare la pratica incivile dell’abbandono di rifiuti

Le Amministrazioni di Spino d’Adda e Zelo Buon Persico fanno fronte comune a tutela della salute del fiume Adda, le cui sponde sono fatte ripetutamente oggetto di abbandono indiscriminato di rifiuti e materiali di risulta. Il Comune di Spino, infatti, sta avviando l'iter per la stipula di un protocollo di intesa con quello di Zelo al fine di istituire un presidio delle rive dell'Adda. I rifiuti vengono abbandonati principalmente sulla sponda sinistra del fiume, a monte e a valle del ponte della Paullese, per alcune centinaia di metri. Lungo la riva del fiume sono stati abbandonati decine di quintali di immondizia che richiamano topi e insetti di ogni genere. Il Parco Adda Sud ha individuato che le zone a maggior criticità si trovano sia sul territorio spinese, sia sul territorio di competenza del comune di Zelo Buon Persico, motivo per cui si rende necessaria un’azione di contrasto coordinata e congiunta. Nonostante il posizionamento di cartellonistica e di divieti, l’abbandono di rifiuti prodotti in seguito alla massiccia affluenza di utenti durante il periodo estivo, risulta elevato, obbligando, per quanto di competenza, ad intervenire periodicamente alla raccolta. «Nei giorni scorsi – fanno sapere dal Comune di Spino - per opera di Linea Ambiente e su richiesta dell'Ufficio Ecologia Comunale, la pulizia straordinaria delle rive dell'Adda ha portato a raccogliere 640kg di rifiuti». Fonte: 7giorni

lunedì 6 luglio 2015

Ha un malore e cade nell'Adda. Ricerche in corso

Stava parlando con alcuni amici, quando si è sentito male, è stato visto barcollare e cadere nell'Adda, all'altezza di Credera Rubbiano, dove si trovava per cercare un po' di refrigerio.
E' successo intorno alle 16 di ieri e l a persona caduta nell'Adda è un uomo di 60 anni di Melegnano. Sul posto sono arrivati i vigili del fuoco di Crema e di Lodi che hanno cominciato a scandagliare l'Adda con canotti e battendo le rive. Le ricerche non hanno dato però alcun esito e riprenderanno questa mattina. Fonte: Il Giorno

giovedì 9 aprile 2015

Per Pasquetta l’Adda ridotta a una discarica


Parcheggi selvaggi, prime passeggiate in riva all’Adda e rifiuti abbandonati. È bastato il primo accenno di sole e qualche giorno libero, dal fine settimana al giorno di Pasquetta, per trasformare lo spiaggione del parco Adda sud in un immondezzaio. Meta preferita la località Bocchi di Comazzo, dove i primi raggi attirano gli amanti del barbecue in riva al fiume. Non è ancora tempo di tuffi, ma già si vedono sfrecciare le moto da cross lungo i sentieri e attizzare i fuochi per arrostire la carne in barba ai divieti. Fonte: Il Cittadino

giovedì 5 marzo 2015

Peschiera Borromeo, "100 fontanili dall'Adda al Ticino", il progetto esposto alla Gardanella Sport Village


Peschiera Borromeo, il giorno 7 marzo, presso la “Gardanella Sport Village” in località Mezzate, avrà luogo un incontro pubblico per la presentazione del progetto “100 Fontanili”.
Il piano di lavoro "100 Fontanili dall'Adda al Ticino" studia il sistema dei fontanili lombardi e, in particolar modo, quelli milanesi ed il contesto ambientale in cui si trovano. Essi rappresentano una rete diffusa capillarmente sul territorio agricolo e Il progetto punta a individuare i sistemi di fontanili maggiormente significativi e strategici per la Rete Ecologica, assieme alle azioni e agli interventi per riattivarli. Walter Ferrari, dell’Associazione Naturalista Carengione si occuperà dei saluti introduttivi, mentre Simona Colombo, di Legambiente Lombardia, presenterà il progetto. I risultati verranno esposti da Stefano Gomarasca, dell’Università degli Studi di Milano. Durante l’incontro, verranno mostrati alcuni dei fontanili dell’est milanese, inoltre si visiterà il Fontanile Gambarone. All’arrivo, l’Associazione Naturalista Carengione offrirà ai partecipanti caffè o cappuccino. L'evento si terrà alla "Gardanella Sport Village", in via grandi 46, in località Mezzate, Peschiera Borromeo, alle ore 9.30, sabato 7 marzo.Fonte: 7giorni

lunedì 2 dicembre 2013

Presentato a Milano il progetto di fattibilità per la riapertura dei Navigli

Progetto per la riapertura dei NavigliProgetto per la riapertura dei NavigliIl Politecnico di Milano, sotto il coordinamento del professor Antonello Boatti, ha presentato il progetto di fattibilità per la riapertura dei Navigli.

Nello specifico, il progetto consta di tre esempi concreti di riapertura dei Navigli in via Melchiorre Gioia, via Francesco Sforza e via Conca del Naviglio, tesi non solo a migliorare la vivibilità di Milano, ma anche a risolvere cronici problemi connessi a traffico e parcheggi. Le soluzioni ipotizzate comportano la creazione di un'unica via d’acqua dai laghi Maggiore e di Como fino all’Adriatico, con la riscoperta della darsena come porto di Milano, e un’unica pista ciclabile che colleghi Adda, Ticino e Po e attraversi il cuore della città. A ciò si assocerebbe poi la realizzazione di un anello centrale per il teleriscaldamento e il riordino degli altri sottoservizi, oltre alla riduzione del traffico veicolare nel centro storico, per mezzo della creazione di nuove zone a traffico limitato. «Il progetto è molto affascinante - ha dichiarato l’assessore all'Urbanistica Ada Lucia De Cesaris -. Ora dobbiamo fare un ulteriore passo avanti nella progettazione e nella valutazione economica per valutarne le modalità reali di realizzazione».Fonte: 7giorni

martedì 20 agosto 2013

Rifiuti sull’Adda, controlli congiunti

Troppi rifiuti all’Adda? Ecco allora la proposta del comune di Spino ai vicini di Zelo: eseguire una serie di controlli congiunti attraverso la polizia locale. L’obiettivo è quello di redigere una convenzione, che permetta agli agenti di intervenire su tutto il territorio, senza limiti di giurisdizione. L’unico modo per rispondere all’emergenza in maniera efficiente, anche perché lungo il fiume i confini tra i due comuni si confondono, con il dubbio su quale ente abbia competenza. “Con il comune di Zelo – commenta il vice sindaco di Spino Luciano Sinigaglia – c’è un’ottima collaborazione: con loro abbiamo già fatto un tentativo per gli accertamenti circa la presenza dei nudisti all’Adda».Fonte: Il Cittadino

giovedì 14 marzo 2013

Paullese, ipotesi per finanziare il ponte

Appena appaltato il secondo lotto della Paullese, da Dovera a Spino, i sindaci pensano già al ponte sull’Adda. Che, a questo punto, potrebbe anche trovare l’insperato finanziamento. Come? Attraverso il risparmio di più di 10 milioni di euro, ottenuto dalla provincia di Cremona, grazie al ribasso d’asta a seguito dell’aggiudicazione dei lavori sul tratto cremasco dell’ex statale 415.Fonte: Il Cittadino

domenica 10 marzo 2013

Lodi - Emergenza per le sponde dell’Adda

Alcuni tratti delle rive del fiume Adda stanno cedendo. Fra le province di Lodi e Cremona, lungo il tratto da Rivolta al Po, passando per Spino, Lodi, Pizzighettone e Castelnuovo, si sono verificati cedimenti di sponde, sparizioni di gerali ed erosioni di spiagge. È quanto emerge da un monitoraggio del parco Adda Sud realizzato dal gruppo di Protezione civile coordinato dal referente Antonio Locatelli. «Durante tutto lo scorso anno - spiega Maurizio Polli, vice direttore del parco - le Guardie ecologiche volontarie hanno effettuato dei rilevamenti da terra e dall’alveo registrando le variazioni che si sono verificate rispetto alle mappe in nostro possesso». Secondo Polli, «è emersa una situazione in evoluzione, con cambiamenti significativi nel percorso del fiume». Dalla rilevazione si evince che, tra Rivolta e il ponte della strada provinciale 14 (’Rivoltanà) sono stati rilevati due punti di erosione con la sparizione di altrettanti ghiaioni e l’emersione di un terzo gerale. Dal ponte della provinciale fino alla presa del Canale Vacchelli Bocchi a Spino d’Adda, invece, partendo dalla cascata a valle del ponte vecchio sono stati registrati 4 punti di cedimento ed erosione delle sponde. Situazione più critica invece fra il ponte di Spino e Lodi. «In questo tratto - spiega Antonio Locatelli, referente del gruppo di rilevatori del Parco - abbiamo rilevato 5 punti di criticità molto pericolosi ed estesi, con cedimenti ed erosioni, e numerosi alberi sradicati nel letto del fiume». Stesso quadro nel tratto che va dal ponte di Lodi fino a Pizzighettone e poi fino alla cascata di Castelnuovo Bocca d’Adda, con la rilevazione di 12 punti critici e con il collasso di sponde e tronchi nel fiume. Fonte: Il Cittadino

venerdì 25 gennaio 2013

Castelnuovo - Dagli ambientalisti il “no” alla centrale

Giù le mani dall’Adda. Si alza il grido del Wwf Lodigiano contro il progetto della centrale idroelettrica di Castelnuovo. L’organizzazione ambientalista ha presentato alla Provincia di Lodi il suo parere contrario. Sulla stessa linea anche il Wwf Cremonese che, pur non avendo presentato documenti formali, ha espresso pubblicamente i suoi timori e si è attivato con la Provincia di Cremona per vederci chiaro sullo sbarramento del fiume, proposto dalla società Vis di Maccastorna. Durissime le parole della presidente del Wwf Lodigiano Loredana Migliore, che non ha risparmiato pesanti critiche al Parco Adda Sud. «È incomprensibile la posizione del Parco Adda Sud - ha attaccato la Migliore -: sembra infatti che sia favorevole, in quanto non si è presentato alla conferenza di servizi che già si è svolta, facendo così valere il principio del silenzio-assenso». «Il nostro parere è che le centrali del piccolo idroelettrico, come quella prevista a Castelnuovo, siano di difficile esecuzione e diseconomiche, - ha dichiarato la Migliore - soprattutto per la crisi idrica che non da continuità alla produzione: abbiamo pertanto inviato alla Provincia di Lodi il nostro parere contrario». E per più di un motivo. Per la presidente Migliore infatti bisogna considerare nelle vicinanze dell’impianto, la presenza di un Sic (Sito di importanza comunitaria) a Spiaggioni di Spinadesco, in provincia di Cremona, ma occorre tener presente anche i problemi che potrebbero sorgere in caso di piene, per la vicinanza dell’Adda al Po: in caso di piena, il Grande fiume potrebbe restituire l’acqua a monte come rigurgito e trovare il blocco dell’opera. «A nostro avviso - ha continuato - dovrebbero essere concesse solo quelle opere che danno garanzia di buon inserimento nell’ambiente fluviale e che producano, direttamente o indirettamente, oltre all’energia idroelettrica, anche qualche miglioramento nella condizione del fiume e della golena». Ma la Migliore è andata oltre: «A monte di questi progetti ci sono i contributi regionali per questi impianti, tanto è vero che lungo tutto il fiume Adda mi risulta ci siano più progetti proposti da vari soggetti». «Non bisogna dimenticare nemmeno le ripercussioni sulla fauna ittica - ha dichiarato Bassano Riboni del Wwf cremonese - per le interferenze nel naturale processo di risalita dei pesci, rispetto a cui di solito in questo genere di impianti vengono previste delle scale di risalita che in realtà poi non funzionano». E mentre in Provincia di Lodi e nel municipio di Castelnuovo tutto tace, nel profondo sud della Bassa hanno cominciato a farsi sentire alcuni esponenti locali. Il capogruppo di opposizione a Castelnuovo Italo Pedrini si è detto pronto a presentare un’interpellanza al consiglio comunale. «Non vogliamo esprimere parere favorevole e contrario a priori - ha dichiarato -, ma è un progetto importante di cui il Comune ha le carte in mano da due anni, ma non ha mai parlato, vogliamo conoscere il progetto». Più critico il capogruppo di minoranza a Meleti Ivano Zilli: «Perché un progetto simile non l’ha presentato un ente pubblico? È accettabile che un privato sbarri un fiume per produrre energia per fare un interesse privato? Quali benefici per le comunità da questo intervento?».Fonte: Il Cittadino

mercoledì 16 gennaio 2013

Castelnuovo - «Centrale sull’Adda sicura ed ecologica»

Maxi investimento da circa 19 milioni di euro per realizzare una centrale idroelettrica a Castelnuovo Bocca d’Adda. Il progetto attualmente fermo in Provincia di Lodi e che ha messo in allarme il territorio cremonese è stato presentato nel gennaio 2010 dalla Vis srl, che fa capo ad Antonio Biancardi di Maccastorna e ai suoi figli. L’investimento prevede la costruzione di una centrale della potenza di 20mila megawatt da realizzarsi al confine fra Castelnuovo e Maccastorna, ancora entro i confini del Parco Adda Sud. In buona parte sugli stessi terreni di proprietà di Biancardi, noto imprenditore agricolo del Basso Lodigiano e patron della nota azienda di pomodori Solana di Maccastorna. «C’è sempre più bisogno di energia pulita e che costa meno - ha spiegato Biancardi - e l’energia idroelettrica ha entrambe queste caratteristiche». «Con l’energia prodotta da questa centrale, in particolare, vogliamo alimentare la cabina di Solana - ha spiegato Biancardi - vendendo il resto». Sui timori che in queste settimane hanno messo in allarme il Comune di Crotta e la Provincia di Cremona e in modo particolare gli agricoltori della zona, Biancardi ha assicurato: «Non c’è da temere: si tratta di un progetto innovativo, all’avanguardia, che prevede la realizzazione di una centrale non più grande di un impianto di biogas come quelli del territorio, e di una struttura in buona parte interrata e caratterizzata da lamiere particolari (contraddistinta da parti gonfiabili) che si alzano e si abbassano a seconda della portata delle acque». Dunque barriere pronte ad essere abbassate in caso di piena e alzate in case di poca acqua, evitando tanto gli allagamenti quanto la siccità dei campi. Tuttavia a Crotta d’Adda (che aveva richiesto la sospensiva per accedere agli atti) venerdì scorso si è tenuto anche un incontro con gli agricoltori della zona, interessati a eventuali ripercussioni dell’impianto sull’area. Timori condivisi dalla Provincia di Cremona (che aveva richiesto la sospensiva in attesa di una valutazione di incidenza ambientale) e sposati anche dalla Coldiretti cremonese, rispetto alla modifica del livello del fiume che la centrale potrebbe generare con ripercussioni per i terreni agricoli circostanti. «Capisco bene le preoccupazioni che possono esserci rispetto a un progetto di questo tipo - ha spiegato Biancardi -, per cui mi sono reso disponibile per un incontro in cui si ritrovino i rappresentanti dei Comuni e i tecnici che si sono occupati del progetto, per approfondire i dettagli». Un progetto per cui la Provincia di Lodi è chiamata a fornire di fatto due autorizzazioni: innanzitutto quella sulla concessione dell’utilizzo delle acque e in seconda battuta quella per la costruzione della centrale. Attualmente palazzo San Cristoforo si sta esaminando la valutazione di incidenza ambientale richiesta e fornita dai promotori del progetto insieme a tutti gli altri dati necessari. L’iter riprenderà con la convocazione della prossima conferenza dei servizi.Fonte: Il Cittadino

giovedì 6 dicembre 2012

La furia dei fiumi mette sempre più paura: ecco i centri dove è meglio correre ai ripari

La furia dei fiumi spesso ha causato problemi ai lodigiani. E ha seminato paura tra i cittadini. In base all’elenco stilato dalla Provincia di Lodi, ci sono 38 Comuni considerati a rischio idrogeologico. Si tratta di tutti quei centri che si trovano pericolosamente vicini ai corsi d’acqua e che quindi possono essere interessati da un’alluvione. In tutti questi paesi si dovrà fare attenzione alle novità previste dal ministero dell’Ambiente, senza dimenticare però un aspetto fondamentale: in molti Comuni sono a rischio soprattutto le terre golenali e non i centri abitati che sorgono più in alto. Proprio per questo motivo è ragionevole pensare che solo una parte degli abitanti dovrà provvedere all’assicurazione e che solo una parte del territorio sarà vincolata dai provvedimenti.I Comuni che devono fare i conti con il “grande fiume”, il Po, sono in tutto 13: Orio Litta, Senna Lodigiana, Somaglia, Guardamiglio, San Rocco al Porto, Santo Stefano Lodigiano, Corno Giovine, Cornoovecchio, Caselle Landi, Maleo, Meleti, Maccastorna e Castelnuovo Bocca d’Adda.Per quanto riguarda l’Adda, il numero sale a 16: Abbadia Cerreto, Bertonico, Boffalora d’Adda, Camairago, Castiglione d’Adda, Cavacurta, Cavenago d’Adda, Comazzo, Corte Palasio, Galgagnano, Lodi, Merlino, Montanaso Lombardo, san Martino in Strada, Turano Lodigiano e Zelo Buon Persico. Infine, il Lambro preoccupa Borghetto Lodigiano, Borgo San Giovanni, Salerano sul lambro, Castiraga Vidardo, Graffignana, Livraga, Lodivecchio, Sant’Angelo Lodigiano e Villanova del Sillaro.Fonte: Il Cittadino

lunedì 3 dicembre 2012

Lodi - Un’altra “notte brava” sul lungo fiume

Cestini dell’immondizia divelti e il muretto spezzato. Altri atti vandalici sfregiano la città, dopo gli episodi che avevano già destato preoccupazione. Dopo l’incuria e i gesti d’inciviltà che avevano colpito il quartiere Revellino, questa volta lo scempio ha colpito il Lungo Adda. A segnalarlo un cittadino che ha trovato davanti a sé un cestino per gli scarti, che era stato sradicato dal terreno e un muro basso che è stato danneggiato.Gli assalti degli ignoti si sono concentrati sul Lungo fiume, all’altezza del parco delle Lavandaie, in zona Isolabella. Un’area che è al centro di un impegno di sistemazione da parte dell’amministrazione comunale. A breve dovrebbe anche essere aperto un nuovo locale di ristoro, costruito dal Broletto, per dare un tocco di vitalità al Lungo fiume. Al momento però continua a rimanere regno dell’incuria, per colpa di vandali. La follia distruttrice si deve essere manifestata nella notte di venerdì e non è passata sotto silenzio. Un cittadino è passato vicino al fiume e ha voluto denunciare: «Io credo che i personaggi che hanno deciso di divertirsi con il nuovo muretto di protezione costruito non da moltissimo tempo e con i cestini, non hanno pensato che i danni provocati vengono pagati da tutti i cittadini. Purtroppo nonostante la riqualificazione del nostro lungo Adda, il posizionamento di telecamere, credo che non sia cambiato molto», sottolinea Daniele Gregori. Un appello per garantire più sicurezza in zona è stato lanciato anche da Gino Cassinelli, referente dell’associazione “Nüm del Burgh”. Il gruppo di volontariato gestisce anche il bar sul Lungo fiume e ha voluto lanciare l’allarme: «Sono stati in grado persino di sollevare i marmi del muretto, che si affaccia sulle rive dell’Adda. Non so proprio come abbiano fatto. È una vergogna. Chiunque sia stato lo ha fatto solo per danneggiare e io dico che queste ondate devono finire. Questa zona sta diventando troppo abbandonata. Noi chiediamo un passaggio maggiore delle forze dell’ordine, di vigili, polizia, carabinieri. Dopo la morte del carabiniere di quartiere Giovanni Sali avevano organizzato anche dei posti di controllo, ma purtroppo questo rafforzamento della sorveglianza è durato pochi giorni. Poi è tornato tutto come prima e la zona è stata di nuovo abbandonata dalle istituzioni. Noi gestiamo un bar, che in alcuni giorni sta aperto anche fino all’1 di notte, e il nostro è un importante presidio sociale, ma quando ce ne andiamo rischia di non rimanere più nessuno in questa zona. Basterebbe forse qualche passaggio in più dei mezzi delle forze dell’ordine». Già nei giorni scorsi i vandali si erano accaniti in via del Contarico, nel quartiere Revellino, dove ignoti avevano rovesciato e aperto dei cassonetti. Danneggiamenti anche in viale Dante e, qualche settimana prima, era stato divelto persino il tirante di un arco in piazza della Vittoria.Fonte: Il Cittadino

giovedì 29 novembre 2012

Lodi - Maltempo, i fiumi tornano a far paura

I fiumi tornano a fare paura. Le previsioni di abbondanti piogge dei prossimi giorni hanno fatto alzare il livello di allerta a Lodi e nella bassa Lodigiana. In arrivo un progressivo aumento di portata dell’Adda per effetto delle precipitazioni ed è in crescita anche il Po. C’è un monitoraggio costante del Consorzio Muzza Basso Lodigiano, che è in stretto contatto sia con il Comune di Lodi che con le autorità. Al momento la situazione viene definita sotto controllo. I valori registrano un livello al ponte storico di Lodi di 0,29 sotto lo zero idrometrico (alle 18 del di ieri). Il problema è l’afflusso dal lago di Como (511 metri cubi al secondo) e dal Brembo (213 metri cubi al secondo), mentre la pioggia accumulata è stata pari 20,2 millimetri. È stato attivato anche il presidio continuo dei due impianti idrovori posti lungo l’asse di viale Milano, con controllo costante dei deflussi dei corsi d’acqua Gelata e Gaetana. «Per ora la situazione è assolutamente nella norma – fa sapere Ettore Fanfani, direttore del Consorzio Muzza – sono in crescita i livelli e la portata del fiume, per effetto delle precipitazioni a monte, ma siamo ancora lontani da valori di allerta». L’Adda diventa “sorvegliato speciale” per effetto del maltempo. Secondo i meteorologi di 3bmeteo.com nelle prossime ore in Lombardia ci sono saranno consistenti precipitazioni. Gli accumuli saranno anche di 150 millimetri. Questo a causa di una perturbazione atlantica che ha raggiunto l’Italia e porterà un ciclone molto profondo su tutto il nord. Da domani arriverà anche l’inverno con ondate di aria artica che porterà neve sulle Alpi e temperature gelide in pianura. Il freddo durerà fino ai primi di dicembre. Occhi puntati anche sulla piena del Po. Il grande fiume che attraversa la Bassa Lodigiana è in crescita. È stato registrato un metro e mezzo in più in meno di 24 ore. Ad analizzare l’aumento della portata la Coldiretti, che ha sottolineato che martedì il fiume era a meno 1,91 metri sotto lo zero idrometrico, mentre ieri era già salito a meno 39 centimetri. E la progressione risulta ancora più evidente se si guardano i dati di domenica, quando sono iniziate le prime piogge e il Po era ancora a meno 2,27 metri. Da allora l’alveo si è gonfiato a tal punto da salire quasi due metri in tre giorni. «Siamo ancora sotto il livello di guardia – spiega la Coldiretti Lombardia – ma è chiaro che la violenza delle precipitazioni di queste ore sta creando non poche preoccupazioni nelle cascine che si trovano più vicine al fiume o addirittura all’interno delle aree golenali. Intanto sale a 3 miliardi di euro la conta dei danni diretti e indiretti provocati all’agricoltura dagli eventi estremi nel 2012, con neve e ghiaccio che hanno bloccato l’Italia durante l’inverno e poi da caldo e siccità estivi che hanno bruciato i raccolti». E dalla Coldiretti Lombardia hanno aggiunto: «Le alluvioni degli ultimi giorni – sottolinea la Coldiretti - concludono un anno devastante dal punto di vista climatico per l’agricoltura che ha provocato un contenimento delle produzioni nazionali».Fonte: Il Cittadino

martedì 27 novembre 2012

Lodi - Liberati nelle acque del fiume oltre sette quintali di pesce

Sette quintali e mezzo di pesce vivo per ripopolare le acque del fiume. Sabato mattina, sfidando la spessa nebbia che attorno alle 10 ancora avvolgeva le rive dell’Adda, il comitato direttivo dell’Associazione lodigiana pescatori dilettanti si è dato appuntamento al Belgiardino per la tradizionale semina di novembre, durante la quale sono state rilasciate in acqua alcune specie ittiche tipiche dell’Adda: persici, scardole, enormi tinche dal ventre rosato, provenienti dalla piscicoltura Menozzi di Bonferraro, in provincia di Verona. Arrivati a bordo di un camion cisterna, con l’aiuto di un retino i pesci sono stati trasferiti in grandi bacinelle azzurre e liberati nel fiume, vicino alla riva: la maggior parte ha preso subito il largo, altri hanno avuto bisogno del “servizio rianimazione” dei Pescatori dilettanti che, sotto l’occhio vigile delle guardie della Provincia e del Parco Adda, li hanno indirizzati verso il centro del fiume. «Una volta, quando l’Adda era pulita, non c’era bisogno di seminare il pesce - commenta il presidente del sodalizio Giancarlo Magli -, oggi questa pratica è diventata purtroppo una necessità: la popolazione ittica è sempre più scarsa ed è per questo che si effettuano i ripopolamenti». Il destino dei pesci seminati è, in molti casi, appeso all’amo di un pescatore, oppure nel becco di un cormorano, ma qualche esemplare riuscirà a riprodursi, contribuendo così alla vitalità del fiume. Un fiume che è sempre più sporco e inquinato, come si può facilmente constatare osservando i sassi vicino alle rive: l’ultima ondata di piena ha lasciato sulla superficie una fanghiglia nera e vischiosa, che nemmeno la pioggia è riuscita a lavare.Fonte: Il Cittadino

venerdì 16 novembre 2012

Corte Palasio - Via ai lavori in piazza Terraverde per la nuova stazione di biciclette

Dopo i lavori a Boffalora, si comincia anche a Corte Palasio. L’Unione dei Comuni oltre Adda guidata da Marco Stabilini ha infatti imposto tramite ordinanza la chiusura della via a senso unico di piazza Terra Verde, per consentire i lavori di costruzione di un deposito di biciclette. Un’opera inserita nel progetto “Bike_4 art”, cioè la rete ciclabile che collegherà Corte Palasio, Abbadia Cerreto e Boffalora da un itinerario apposito per biciclette. Quattro stazioni posizionate nei tre paesi confinanti, dalle quali si potranno prelevare gratuitamente biciclette elettriche per visitare i luoghi dell’oltre Adda. Ogni deposito sarà contrassegnato da uno specifico significato, visto che ognuno rappresenterà uno dei quattro elementi naturali (aria, acqua, terra e fuoco) e a decorarli saranno altrettanti artisti lodigiani (Daniele Nitti, Paolo Tatavitto, Marco Uggè e Paolo Curti). L’ente capofila di “Bike_4 art” è l’Unione dei Comuni oltre Adda, cioè l’ente che accorpa i principali servizi di Corte Palasio e Abbadia Cerreto, ma nello scenario sono coinvolti anche il comune di Boffalora, la Provincia di Lodi e soprattutto Regione Lombardia, che finanzierà al 90 per cento un progetto il cui costo si aggira attorno ai 300mila euro. Ogni stazione di prelievo delle biciclette sarà una struttura eco sostenibile tramite l’installazione di appositi pannelli fotovoltaici e oltre alle rastrelliere per le biciclette sarà presente anche un servizio igienico. L’area di piazza Terra Verde rimarrà chiusa fino al termine dei lavori di costruzione e anche i tre parcheggi con disco orario resteranno inagibili fino alla chiusura del cantiere.Fonte: Il Cittadino

martedì 13 novembre 2012

Boffalora - Quattro stazioni di “bici pubbliche” lungo i percorsi verdi dell’Oltre Adda

A Boffalora incomincia ad assumere una forma concreta il progetto “Bike_4art”. La costruzione della stazione per l’utilizzo pubblico delle biciclette è infatti iniziata nei giorni scorsi presso il parchetto di via Monsignor Luigi Bravi. Il progetto prevede la realizzazione di un itinerario ciclabile che attraverserà i territori di Boffalora, Corte Palasio e Abbadia Cerreto e che vedrà posizionate nei comuni un totale di quattro stazioni per il “bike sharing”, ovvero l’utilizzo pubblico di biciclette elettriche. Un’iniziativa dal carattere innovativo, che abbinerà ecologia, sostenibilità e anche arte, visto che l’allestimento di ognuna delle quattro stazioni sarà curata da un artista lodigiano che rappresenterà su di esse uno dei quattro elementi naturali (aria, acqua, terra e fuoco rappresentati da Daniele Nitti, Paolo Tatavitto, Marco Uggè e Paolo Curti). Un progetto da circa 300mila euro finanziato al 90 per cento da Regione Lombardia che farà piovere sul territorio circa 250mila euro, utili appunto per la realizzazione dei quattro depositi di biciclette elettriche che si ricaricheranno con i pannelli solari collocati sui tetti delle strutture. L’utilizzo sarà gratuito e questi parcheggi saranno dotati anche di un piccolo servizio igienico. Da ogni stazione sarà possibile spostarsi per raggiungere i luoghi d’interesse sul territorio: le spiaggette sull’Adda in zona Boffalora o alla frazione Casellario, la Lanca di Soltarico a Corte Palasio, l’abbazia cistercense risalente al 1137 di Abbadia Cerreto (in paese nascerà in futuro anche il punto “Info cultura” al vecchio mulino) e molti altri luoghi d’interesse che caratterizzano un territorio molto omogeneo come quello dell’Oltre Adda. Il progetto ha coinvolto operativamente le tre municipalità lodigiane sotto la regia della Provincia di Lodi, che ha eletto poi a stazione appaltante l’Unione dei Comuni Oltreadda (l’ente che raggruppa i principali servizi di Corte Palasio e Abbadia Cerreto).Fonte: Il Cittadino

lunedì 12 novembre 2012

Lodi - Il fiume Adda diventa“sorvegliato speciale”

Il fiume cresce e torna a fare paura. Gli abitanti della città bassa hanno gli occhi puntati sull’Adda. Le abbondanti piogge hanno gonfiato la portata. La corrente è molto forte e trascina piante e detriti. L’acqua si è innalzata in misura considerevole vicino agli argini. Ieri alle 17.30 aveva raggiunto il picco di 21 centimetri sopra lo zero idrometrico, vicino al ponte di Lodi, nel quartiere Borgo. Per effetto delle precipitazioni negli ultimi due giorni c’è stato un aumento del livello di circa 1 metro.Il Consorzio Muzza è da 48 ore si è mobilitato per verificare la portata del fiume. «Ci siamo avvicinati alla soglia di preallerta, ma per ora la situazione è sotto controllo – riferisce uno dei tecnici incaricati, Marco Chiesa, che insieme con Giuseppe Meazza e Alberto Belloni, forma il gruppo di monitoraggio previsione allerta idro-meteorologico – avevamo fatto delle previsioni sulla base anche della possibilità di precipitazioni a monte e i dati sono stati confermati. Si è verificato un incremento progressivo, che nei prossimi giorni dovrebbe fermarsi. Bisogna considerare che la soglia effettiva di preallerta è a 90 centimetri sopra lo zero, adesso il livello è più basso. Uno dei fattori che ha contribuito a tenere sotto le soglie di guardia l’altezza dell’acqua è stato l’abbassamento della briglia, altrimenti con questa portata saremmo a 70/80 centimetri sopra il livello». Ieri (sempre alle 17.30) la portata era a 750 metri cubi al secondo, il deflusso dal lago di Como era pari a 300 metri cubi al secondo, 330 metri cubi al secondo il deflusso invece dal torrente Brembo, la portata dai bacini di valle invece aveva raggiunto la velocità di 95 metri cubi al secondo. Quella di ieri viene considerata una punta massima per l’innalzamento dell’Adda, poi nei prossimi giorni il livello dovrebbe calare. «La perturbazione si dovrebbe spostare verso oriente – informa il direttore del Consorzio Muzza Ettore Fanfani, con gli altri tecnici – quindi il livello scenderà al regime stagionale, che è pari a meno 70 o 80 centimetri sotto lo zero.Fonte: Il Cittadino

giovedì 8 novembre 2012

Tribiano - Rifiuti galleggianti, Addetta nel mirino degli inquinatori

Rifiuti galleggianti e acqua intorbidata da scarichi inquinanti. È una situazione vecchia, che a Tribiano si ripresenta di anno in anno. E se fortunatamente gli scarichi abusivi sono divenuti sempre meno frequenti, la stessa cosa non si può dire per i rifiuti che abbondano sulle rive dell’Addetta e lungo le strade provinciali. E la cosa più grave è che il gran numero di tronchi spezzati rischiano di fare da “tappo” alle bocche del colatore, aumentando di conseguenza il rischio di esondazioni.»Sono quasi due mesi - spiega il consigliere di Per Tribiano Marco Landenna - che alcuni cittadini hanno segnalato lo scarso stato di manutenzione delle sponde dell’Addetta. A se­guito delle abbon­danti precipitazioni, infatti, varie piante stanno franando verso l’alveo con il rischio che occlu­dano la sezione di deflusso delle acque con conse­guenti esondazioni. È necessario inter­venire prontamente e l’amministrazione si deve fare carico di questo problema (magari attivandosi con chi di dove­re) prima che sia troppo tardi». Molto attiva è la protezione civile di Paullo e Tribiano, che già a marzo si era attivata per la rimozione degli alberi caduti in acqua. Le attività principali si sono focalizzate sui 2 fusti presenti nella riva destra dell’Addetta che rischiavano di crollare: sono stati prima tagliati dalle radici e rami che li tenevano ancora ancorati all’argine, poi sono stati imbragati e legati in modo da poter essere spostati sulla riva opposta dove era previsto il punto di ammassamento della legna recuperata. Un’operazione complessa, facilitata grazie ad una gru in grado di sollevare fino a 10 tonnellate messa a disposizione da un’azienda locale di Tribiano.Fonte: Il Cittadino
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