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giovedì 17 dicembre 2015

Il Gruccione, scava il suo nido sulle rive dell’Adda

Per la prima volta, alcuni anni fa, vidi un gruppetto di gruccioni in volo nella zona di Cavenago d’Adda (LO), nel Parco Adda Sud.

Rimasi colpito dalla bellezza del piumaggio di questi uccelli, tanto che pensavo fossero una specie esotica fuggiti da qualche voliera privata. Poi parlando con un amico ornitologo  scoprii che  arrivano da noi alla fine di aprile, primi di maggio,  mentre lo svernamento avviene dopo un lungo viaggio nell’Africa posta a sud del Sahara. Quest’anno mi è capitato di rivederli durante un’escursione nella zona di Zelo Buon Persico (LO) nelle vicinanze dell’Adda.  Nei giorni scorsi   ho visto un dvd realizzato da Filippo Bertoli sulla vita del gruccione nel Parco Adda Sud e sono rimasto affascinato  dalla sua bellezza, motivo per cui ho pensato di  rendervi partecipi di questo mio interesse.
Il  gruccione, nome scientifico Merops apiaster, appartiene all’ordine CORACIIFORMES, famiglia MEROPIDAE; è un  uccello  di piccole-medie dimensioni, della lunghezza  di 25-27 cm, apertura alare 40 cm e peso  60-80 grammi. Il maschio  è di un color castano sul  dorso, e azzurro nel ventre, ma presenta anche sfumature  di giallo, verde, nero e arancione. Il becco è nerastro, lungo e ricurvo verso il basso. Le femmine sono molto simili, con una prevalenza del colore verde.
Dopo l’accoppiamento inizia la costruzione del nido, che dura 10-15 giorni, lungo le scarpate sabbiose-argillose dell’Adda; l’altezza della scarpata può variare da 1  metro a 3-4, con inclinazione da 45 a 90%. Il nido viene realizzato scavando una galleria orizzontale, che può raggiungere anche 3 metri di profondità e del diametro di 8 cm circa (questo metodo di nidificazione è adottato anche dal Topino che è una piccola rondine e dal Martin pescatore). Durante lo scavo il maschio e la femmina possono consumare la lunghezza del becco anche di 1 cm. La femmina depone 4/5 uova di forma sferica nella parte allargata  in fondo al cunicolo.  Entrambi i sessi  si occupano della cova che dura circa 20 giorni.  I piccoli lasciano il nido dopo 30 giorni dalla nascita. Di solito la specie effettua una sola covata all’anno tra maggio e giugno: se una coppia trova  un luogo favorevole  alla costruzione del nido, ne sopraggiungono altre fino a formare vere e proprie colonie. In Italia le colonie di nidificazione sono concentrate  quasi esclusivamente in pianura e collina fino a 500 metri. 
Il gruccione predilige ambienti aperti e campagne alberate, rive di fiumi con banchi sabbiosi, laghi, canali e cave perlopiù abbandonate. 
In Lombardia è stata osservata una netta predilezione per le aree con scarsa piovosità estiva, unita a una preferenza per le aree coltivate a mais, riso e cereali, inframmezzate da filari, fasce arboree e canali. Zone agricole, cave abbandonate, aree incolte sono invece gli ambienti di cui la specie trova ampia disponibilità in collina. Il substrato sabbioso è preferito nella stragrande maggioranza dei casi. I gruccioni sono insettivori, catturano le prede in aria, circa 100 specie  di insetti di cui  80%  di api, vespe, bombi, farfalle e libellule.  Quando gli insetti sono dotati di pungiglione, questi vengono ripetutamente colpiti su una superficie dura, con l’ausilio del becco.
La migrazione avviene tra agosto e settembre verso la savana sub-sahariana, tra il Senegal e la Nigeria.
Qualche problema il gruccione lo crea agli allevatori di api, insetti di cui va ghiotto; se individua un’arnia, ogni singolo individuo può consumare anche fino a 200  api al giorno.
In Europa è diffuso nelle regioni meridionali e orientali, dalla Spagna alla Russia. In Italia è migratore regolare e nidificante, soprattutto nella Pianura Padana sud-occidentale, lungo il litorale e l’entroterra tosco-laziale, nonché in Sardegna dove si riscontrano le colonie più numerose.
In Lombardia è presente nel periodo riproduttivo nella parte centro-meridionale della Regione.
Secondo le stime più recenti la popolazione di gruccione nidificante nell’Unione Europea è compresa tra 200.000 e 300.000 coppie. Quella italiana dovrebbe raggiungere le 5.000 - 10.000 coppie, sono in aumento in Lombardia.
Speriamo di vedere questi bellissimi uccelli nelle nostre zone anche in futuro. 
Buon Natale! 
Fonte: 7giorni (Walter Ferrari)

giovedì 9 aprile 2015

Per Pasquetta l’Adda ridotta a una discarica


Parcheggi selvaggi, prime passeggiate in riva all’Adda e rifiuti abbandonati. È bastato il primo accenno di sole e qualche giorno libero, dal fine settimana al giorno di Pasquetta, per trasformare lo spiaggione del parco Adda sud in un immondezzaio. Meta preferita la località Bocchi di Comazzo, dove i primi raggi attirano gli amanti del barbecue in riva al fiume. Non è ancora tempo di tuffi, ma già si vedono sfrecciare le moto da cross lungo i sentieri e attizzare i fuochi per arrostire la carne in barba ai divieti. Fonte: Il Cittadino

venerdì 25 gennaio 2013

Castelnuovo - Dagli ambientalisti il “no” alla centrale

Giù le mani dall’Adda. Si alza il grido del Wwf Lodigiano contro il progetto della centrale idroelettrica di Castelnuovo. L’organizzazione ambientalista ha presentato alla Provincia di Lodi il suo parere contrario. Sulla stessa linea anche il Wwf Cremonese che, pur non avendo presentato documenti formali, ha espresso pubblicamente i suoi timori e si è attivato con la Provincia di Cremona per vederci chiaro sullo sbarramento del fiume, proposto dalla società Vis di Maccastorna. Durissime le parole della presidente del Wwf Lodigiano Loredana Migliore, che non ha risparmiato pesanti critiche al Parco Adda Sud. «È incomprensibile la posizione del Parco Adda Sud - ha attaccato la Migliore -: sembra infatti che sia favorevole, in quanto non si è presentato alla conferenza di servizi che già si è svolta, facendo così valere il principio del silenzio-assenso». «Il nostro parere è che le centrali del piccolo idroelettrico, come quella prevista a Castelnuovo, siano di difficile esecuzione e diseconomiche, - ha dichiarato la Migliore - soprattutto per la crisi idrica che non da continuità alla produzione: abbiamo pertanto inviato alla Provincia di Lodi il nostro parere contrario». E per più di un motivo. Per la presidente Migliore infatti bisogna considerare nelle vicinanze dell’impianto, la presenza di un Sic (Sito di importanza comunitaria) a Spiaggioni di Spinadesco, in provincia di Cremona, ma occorre tener presente anche i problemi che potrebbero sorgere in caso di piene, per la vicinanza dell’Adda al Po: in caso di piena, il Grande fiume potrebbe restituire l’acqua a monte come rigurgito e trovare il blocco dell’opera. «A nostro avviso - ha continuato - dovrebbero essere concesse solo quelle opere che danno garanzia di buon inserimento nell’ambiente fluviale e che producano, direttamente o indirettamente, oltre all’energia idroelettrica, anche qualche miglioramento nella condizione del fiume e della golena». Ma la Migliore è andata oltre: «A monte di questi progetti ci sono i contributi regionali per questi impianti, tanto è vero che lungo tutto il fiume Adda mi risulta ci siano più progetti proposti da vari soggetti». «Non bisogna dimenticare nemmeno le ripercussioni sulla fauna ittica - ha dichiarato Bassano Riboni del Wwf cremonese - per le interferenze nel naturale processo di risalita dei pesci, rispetto a cui di solito in questo genere di impianti vengono previste delle scale di risalita che in realtà poi non funzionano». E mentre in Provincia di Lodi e nel municipio di Castelnuovo tutto tace, nel profondo sud della Bassa hanno cominciato a farsi sentire alcuni esponenti locali. Il capogruppo di opposizione a Castelnuovo Italo Pedrini si è detto pronto a presentare un’interpellanza al consiglio comunale. «Non vogliamo esprimere parere favorevole e contrario a priori - ha dichiarato -, ma è un progetto importante di cui il Comune ha le carte in mano da due anni, ma non ha mai parlato, vogliamo conoscere il progetto». Più critico il capogruppo di minoranza a Meleti Ivano Zilli: «Perché un progetto simile non l’ha presentato un ente pubblico? È accettabile che un privato sbarri un fiume per produrre energia per fare un interesse privato? Quali benefici per le comunità da questo intervento?».Fonte: Il Cittadino

mercoledì 16 gennaio 2013

Castelnuovo - «Centrale sull’Adda sicura ed ecologica»

Maxi investimento da circa 19 milioni di euro per realizzare una centrale idroelettrica a Castelnuovo Bocca d’Adda. Il progetto attualmente fermo in Provincia di Lodi e che ha messo in allarme il territorio cremonese è stato presentato nel gennaio 2010 dalla Vis srl, che fa capo ad Antonio Biancardi di Maccastorna e ai suoi figli. L’investimento prevede la costruzione di una centrale della potenza di 20mila megawatt da realizzarsi al confine fra Castelnuovo e Maccastorna, ancora entro i confini del Parco Adda Sud. In buona parte sugli stessi terreni di proprietà di Biancardi, noto imprenditore agricolo del Basso Lodigiano e patron della nota azienda di pomodori Solana di Maccastorna. «C’è sempre più bisogno di energia pulita e che costa meno - ha spiegato Biancardi - e l’energia idroelettrica ha entrambe queste caratteristiche». «Con l’energia prodotta da questa centrale, in particolare, vogliamo alimentare la cabina di Solana - ha spiegato Biancardi - vendendo il resto». Sui timori che in queste settimane hanno messo in allarme il Comune di Crotta e la Provincia di Cremona e in modo particolare gli agricoltori della zona, Biancardi ha assicurato: «Non c’è da temere: si tratta di un progetto innovativo, all’avanguardia, che prevede la realizzazione di una centrale non più grande di un impianto di biogas come quelli del territorio, e di una struttura in buona parte interrata e caratterizzata da lamiere particolari (contraddistinta da parti gonfiabili) che si alzano e si abbassano a seconda della portata delle acque». Dunque barriere pronte ad essere abbassate in caso di piena e alzate in case di poca acqua, evitando tanto gli allagamenti quanto la siccità dei campi. Tuttavia a Crotta d’Adda (che aveva richiesto la sospensiva per accedere agli atti) venerdì scorso si è tenuto anche un incontro con gli agricoltori della zona, interessati a eventuali ripercussioni dell’impianto sull’area. Timori condivisi dalla Provincia di Cremona (che aveva richiesto la sospensiva in attesa di una valutazione di incidenza ambientale) e sposati anche dalla Coldiretti cremonese, rispetto alla modifica del livello del fiume che la centrale potrebbe generare con ripercussioni per i terreni agricoli circostanti. «Capisco bene le preoccupazioni che possono esserci rispetto a un progetto di questo tipo - ha spiegato Biancardi -, per cui mi sono reso disponibile per un incontro in cui si ritrovino i rappresentanti dei Comuni e i tecnici che si sono occupati del progetto, per approfondire i dettagli». Un progetto per cui la Provincia di Lodi è chiamata a fornire di fatto due autorizzazioni: innanzitutto quella sulla concessione dell’utilizzo delle acque e in seconda battuta quella per la costruzione della centrale. Attualmente palazzo San Cristoforo si sta esaminando la valutazione di incidenza ambientale richiesta e fornita dai promotori del progetto insieme a tutti gli altri dati necessari. L’iter riprenderà con la convocazione della prossima conferenza dei servizi.Fonte: Il Cittadino

giovedì 8 novembre 2012

San Giuliano - Parte da Rocca Brivio la campagna per far conoscere i parchi lombardi

La Lombardia e i suoi splendidi parchi, talvolta ancora sconosciuti: per diffondere l’educazione all’ambiente è stato dato il via, ieri mattina a Rocca Brivio, a un seminario organizzato dalla provincia di Milano, dalla Regione, dal Parco Agricolo Adda Sud, da Area Parchi e dall’Ufficio Scolastico regionale. Due giorni per confrontarsi sull’educazione all’ambiente partendo proprio dalla collaborazione tra i parchi regionali e le scuole.«È una cosa nuova che offre spunti interessanti - ha commentato Vittorio Midoro, ricercatore del Cnr e moderatore degli incontri del workshop -. Qui sono riuniti i rappresentanti di parchi e scuole, operatori che quotidianamente lavorano nel settore». Partendo dall’esperienza di chi ha tramutato la teoria in pratica, secondo Midoro emergono progetti veramente validi, nascono un confronto diretto e la possibilità di esportare idee al di fuori del proprio ambiente.Il punto di partenza dei numerosi partecipanti a questo seminario, infatti, è l’analisi di ciò che già è attivo sul fronte dell’educazione ambientale: dal Parco Adda Nord a quello del Ticino, dalla Val Grigna ai colli bergamaschi, tutti hanno presentato dei cartelloni e illustrato le proprie proposte e i risultati ottenuti.Pasquale Maria Cioffi, dirigente del Settore Parco Agricolo Sud Milano, ha addirittura sottolineato le potenzialità di questo convegno nell’ottica di Expo 2015. «In una situazione così difficile, abbiamo bisogno di proposte, senza pensare immediatamente a come finanziarle - ha detto Cioffi -. Attraverso l’Expo possono nascere intese con partner internazionali».Milano, secondo Cioffi, è già ricca di attrattiva grazie alle sue molteplici espressioni di eccellenza, ma dopo il 2015 dovrà diventare anche un punto di riferimento per ambiente, agricoltura e sostenibilità. Anche Antonella Songia, che è intervenuta facendo le veci dell’assessore regionale all’ambiente Leonardo Salvemini, ha sottolineato l’importanza della collaborazione con la scuola: «Lavoriamo insieme da sempre, ma questi due giorni ci aiuteranno a creare un quadro d’insieme».La novità dell’evento, secondo gli organizzatori, sta nel partire dal basso, dall’esperienza vissuta: «Non sono due giorni di lezione, non ci saranno relazioni di esperti, ma i veri attori protagonisti sarete voi» ha detto uno dei promotori del lavoro, Eugenio Crenca del Parco Agricolo Sud Milano, prima di dare avvio ai lavori.Fonte: Il Cittadino

giovedì 1 novembre 2012

Stop al cemento sui confini del Parco

Stop al consumo di suolo nel Parco Adda Sud per i prossimi dieci anni. Si potranno mettere in campo interventi sul confine dell’oasi verde solamente in caso di estrema necessità e, soprattutto, si cercherà di puntare al recupero di ciò che già esiste. «In pratica - spiega il presidente Silverio Gori -, il Parco non subirà stravolgimenti e i pochi interventi saranno monitorati, condivisi e di estrema necessità, inoltre si punterà più al recupero delle strutture esistenti che ai nuovi insediamenti. Si tratta di una decisione valutata con gli enti locali nell’ambito di una comune responsabilità nella conservazione dell’ambiente e nella valorizzazione della natura lungo il bacino dell’Adda Sud. È una scelta importante che fa del Parco una delle realtà più virtuose in Lombardia in tema di difesa del territorio». I vertici sottolineano infatti come in tutta la regione ogni anno spariscano quasi 6mila ettari di territorio sotto il cemento di palazzi, strade e capannoni: «Il Parco Adda Sud ferma fuori dai propri confini il consumo selvaggio di suolo». Questo è possibile grazie alla variante al Piano territoriale di coordinamento (Ptc), in fase di approvazione presso il Pirellone; l’ente ha ridotto la trasformazione del territorio stabilendo un limite dell’1,3 per mille per i prossimi dieci anni nel caso di espansioni urbanistiche ai confini del Parco. Nel caso in cui fossero concessi interventi, questi dovranno prevedere delle compensazioni ambientali o economiche.La variante ha confermato tutte le tutele paesaggistiche previste dal Ptc, modificando alcune norme in materia di agricoltura per tutelare maggiormente le attività del comparto e favorire degli approfondimenti sul patrimonio storico-culturale del Lodigiano. Per esempio, l’intero bacino fluviale è considerato una zona di possibili ritrovamenti e depositi archeologici. Alcuni luoghi di ritrovamento sono legati alla presenza dei tracciati delle grandi strade romane, in particolare quelle che collegavano Milano a Cremona. La prima passava l’Adda in corrispondenza di Pizzighettone per poi salire sulla sponda destra verso Lodi Vecchio, mentre la seconda raggiungeva Cremona lungo la sponda sinistra attraverso San Bassano, Montodine, Moscazzano, Credera Rubbiano, Casaletto Ceredano, Zelo Buon Persico e Paullo, fino a raggiungere Milano. Nel Ptc sono stati individuati anche dei “poli di fruizione”, dove sarà possibile realizzare piccole strutture per permettere ai lodigiani di vivere la natura. Dopo l’approvazione da parte della Regione Lombardia, il documento diventerà operativo a tutti gli effetti e si potrà così iniziare il percorso di valorizzazione del “mondo meraviglioso” dell’Adda.Fonte: Il Cittadino

sabato 13 ottobre 2012

Castiglione - Lunedì sarà il giorno della libertà per le cicogne allevate dal Parco

Allargano le ali bianche e prendono il volo. Per sette cicogne della stazione di ambientamento di Castiglione, gestita dal Parco Adda Sud, è venuto il momento della libertà. Lunedì 15 ottobre, alle 9, per 7 delle 13 cicogne del centro visite si aprono le porte delle gabbie.

sabato 25 agosto 2012

Rifiuti e incendi, un boom di interventi. Dal Parco l’ennesimo invito a rispettare l’Adda e il suo ambiente

Cinquanta interventi in tre mesi per spegnere incendi e spazzare i rifiuti abbandonati sull’argine del fiume. Il Parco Adda Sud, questa estate, ha raddoppiato i controlli e gli interventi. Per contrastare l’azione di vandali e cittadini indisciplinati.

giovedì 23 agosto 2012

Uno stop ai falò nel Parco Adda Sud

Barbecue vietati lungo l’Adda. Oltre al divieto di accensione di fuochi a terra, presente nel tratto di fiume tra Zelo, Spino, Comazzo e Merlino, il Parco Adda Sud invita i visitatori a non accendere nessun tipo di fuoco, nemmeno attraverso griglie e barbecue, perché in un periodo di forte siccità potrebbero causare pericolosi incendi.

sabato 11 agosto 2012

Somaglia - Allarme per la scomparsa delle nitticore

La nitticora sta soffrendo. Le 400 coppie nidificanti contate nella riserva Monticchie a Somaglia nel ‘79 ora sono solo 93. I dati sono quelli raccolti dal direttore Luca Canova.

mercoledì 1 agosto 2012

Castiglione - Ibis sacro sbarca al centro visite e incontra le cicogne

Dalle sponde del Nilo a Castiglione. Domenica, tra le cicogne del centro visite del Parco Adda Sud, è stato avvistato un Ibis sacro. «Si è soffermato per alcune ore - ha raccontato Matteo Rossi, tra i collaboratori del centro visite - e ci ha sorpreso perché è decisamente raro nel nostro territorio».

venerdì 27 luglio 2012

Vizzolo - “Strani” lavori vicino all’Addetta, il Comune consolida una roggia

Campi rivoltati sottosopra nella zona dell’Addetta fra Vizzolo e Balbiano, ma i lavori sono di tipo idraulico, niente biogas o “diavolerie” simili in arrivo. Da alcune settimane chi passa nella zona verde che segue il corso del fiume vicino al molino Sarmazzano non può fare a meno di chiedersi che cosa rappresentino quei blocchi di mattone rivoltati che restringono la strada e quegli sbancamenti di terra in prossimità della roggia Dresana.

martedì 12 giugno 2012

Al parco ittico Paradiso di Zelo la nursery per cicogne bianche

Una voliera alta nove metri e due posatoi collocati a mezza altezza per la nuova “nursery” delle cicogne, inaugurata presso il parco ittico Paradiso a Villa Pompeiana. Due coppie di cicogna bianca vivono felici, coccolate dai visitatori e dalla famiglia Brambilla, con in prima linea Ovidio, amministratore del parco di Villa Pompeiana.

giovedì 10 maggio 2012

Castiglione - Sette cicogne in due settimane, “baby boom” nell’oasi del Parco

Le cicogne portano la prole e stavolta è proprio il caso di dirlo. Al centro di reintroduzione della cicogna bianca di Castiglione, nelle ultime due settimane, sono nati altri 7 pulcini. Quattro sono nati nei nidi all’interno della voliera, gli altri 3 nei nidi costruiti sopra e all’esterno delle gabbie.

venerdì 4 maggio 2012

Zelo - L’acqua del fiume si tinge ancora di nero

Di nuovo acque nere e nauseabonde in Adda. A due mesi di distanza dalla prima denuncia, il tratto del fiume tra Zelo e Spino si tinge ancora di scuro. L’associazione zelasca Sos Adda fa le pulci al depuratore di Spino, che non funzionerebbe adeguatamente, immettendo scarichi non filtrati in acqua.

lunedì 30 aprile 2012

Castiglione - Centro cicogne, una scolaresca dalla Valtellina

In bicicletta fra castelli e natura lungo il fiume Adda. Gita alternativa per una scuola della provincia di Sondrio che sabato mattina ha fatto tappa in bicicletta al centro cicogne del Parco Adda Sud di Castiglione. La seconda e la terza media della scuola media di Albosaggia (istituto Ligari di Sondrio) hanno percorso in bicicletta circa 130 chilometri per riscoprire la storia che abita nei territori che circondano l’Adda.

martedì 17 aprile 2012

Castiglione, pozzo a energia solare per mettere in salvo l’Adda morta

Un pozzo che funziona con l’energia del sole per salvare l’Adda morta di Castiglione. Il progetto è stato presentato dal Parco Adda Sud ed è stato appena approvato in una conferenza di servizio in Provincia, a breve sarà realizzato sfruttando l’energia elettrica prodotta da pannelli solari sistemati sul tetto. Un’iniziativa necessaria per far fronte alla continua mancanza d’acqua che metteva a rischio la vita della lanca e della biodiversità.«Si tratta di un progetto che ci permette di salvare una delle zone di pregio ambientale più importanti del nostro Parco - spiega il presidente Silverio Gori -, messa seriamente in pericolo durante la stagione primaverile ed estiva dalla mancanza di ricambio idrico e dalla minor portata delle rogge che portano acqua alla zona umida. Con questa realizzazione, da quest’anno, sia le tre piccole zone umide all’interno del Centro cicogne che tutta la lanca dell’Adda Morta, potranno godere di una nuova linfa e nei mesi estivi mantenere un’importante funzione ambientale, evitando un riscaldamento delle acque e un’eccessiva proliferazione di piante che finiscono per soffocare tutto».I pannelli solari permetteranno di avere energia pulita a costo zero nel periodo critico, quando cioè fa più caldo, mentre il pozzo darà accesso a una fonte d’acqua pulita in modo da garantire il ricambio dell’acqua ed evitare che la zona si prosciughi.«In quella fascia di territorio - spiega Maurizio Polli, responsabile dei servizi ambientali per il Parco - le aree palustri possono contare sulla presenza di piante come la tifa maggiore, il tabacco di palude e l’iris giallo, mentre negli spazi liberi dal canneto crescono anche le lenticchie d’acqua, il morso di rana e l’azola caroliniana. Le aree a bosco sono costituite in prevalenza da salice bianco e ontano nero. Fra gli arbusti troviamo la frangola, il pallon di neve, il sanguinello; essenze pregiate che, con la condivisione dell’amministrazione comunale, si è deciso di porre la nostra attenzione e salvaguardare quest’area molto significativa con la realizzazione del pozzo».Fonte: Il Cittadino

giovedì 22 marzo 2012

C’è speranza per le lanche dell’Adda. A un anno dalla denuncia del Comitato Adda Sud, il Parco avanza dei progetti; Lozzi: «Zone umide a rischio, salviamole»

Le lanche lodigiane possono sopravvivere, l’importante è proteggerle. A distanza di un anno dalla denuncia del Comitato Adda Sud, qualcosa “si muove”: il gruppo aveva sottolineato la necessità di difendere le zone umide create dall’Adda, abbandonate a se stesse e a rischio di “estinzione”.

sabato 17 marzo 2012

Le rondini continuano a calare: nel Parco Adda è un'ecatombe

Non ci sono più rondini nel Lodigiano. La denuncia parte da Somaglia e più precisamente da Virginia Bescapè, somagliese più nota come “gattara”, ma altrettanto attenta ai diritti di tutti gli amici animali e alla natura.

martedì 13 marzo 2012

Paullo - I sommozzatori liberano l’Addetta

Le acque dell’Addetta tornano a scorrere libere nel loro alveo nella zona produttiva tra Paullo e Tribiano. Due tronchi crollati nel bel mezzo del canale e altri che minacciavano di ostruire il letto dell’Addetta, sabato sono stati tagliati e recuperati dal gruppo intercomunale di Protezione civile che per tutta la giornata è stata impegnata nell’operazione.
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