Stop al consumo di suolo nel Parco Adda Sud per i prossimi dieci anni.
Si potranno mettere in campo interventi sul confine dell’oasi verde
solamente in caso di estrema necessità e, soprattutto, si cercherà di
puntare al recupero di ciò che già esiste. «In pratica - spiega il
presidente Silverio Gori -, il Parco non subirà stravolgimenti e i pochi
interventi saranno monitorati, condivisi e di estrema necessità,
inoltre si punterà più al recupero delle strutture esistenti che ai
nuovi insediamenti. Si tratta di una decisione valutata con gli enti
locali nell’ambito di una comune responsabilità nella conservazione
dell’ambiente e nella valorizzazione della natura lungo il bacino
dell’Adda Sud. È una scelta importante che fa del Parco una delle realtà
più virtuose in Lombardia in tema di difesa del territorio». I vertici
sottolineano infatti come in tutta la regione ogni anno spariscano quasi
6mila ettari di territorio sotto il cemento di palazzi, strade e
capannoni: «Il Parco Adda Sud ferma fuori dai propri confini il consumo
selvaggio di suolo». Questo è possibile grazie alla variante al Piano
territoriale di coordinamento (Ptc), in fase di approvazione presso il
Pirellone; l’ente ha ridotto la trasformazione del territorio stabilendo
un limite dell’1,3 per mille per i prossimi dieci anni nel caso di
espansioni urbanistiche ai confini del Parco. Nel caso in cui fossero
concessi interventi, questi dovranno prevedere delle compensazioni
ambientali o economiche.La variante ha confermato tutte le tutele
paesaggistiche previste dal Ptc, modificando alcune norme in materia di
agricoltura per tutelare maggiormente le attività del comparto e
favorire degli approfondimenti sul patrimonio storico-culturale del
Lodigiano. Per esempio, l’intero bacino fluviale è considerato una zona
di possibili ritrovamenti e depositi archeologici. Alcuni luoghi di
ritrovamento sono legati alla presenza dei tracciati delle grandi strade
romane, in particolare quelle che collegavano Milano a Cremona. La
prima passava l’Adda in corrispondenza di Pizzighettone per poi salire
sulla sponda destra verso Lodi Vecchio, mentre la seconda raggiungeva
Cremona lungo la sponda sinistra attraverso San Bassano, Montodine,
Moscazzano, Credera Rubbiano, Casaletto Ceredano, Zelo Buon Persico e
Paullo, fino a raggiungere Milano. Nel Ptc sono stati individuati anche
dei “poli di fruizione”, dove sarà possibile realizzare piccole
strutture per permettere ai lodigiani di vivere la natura. Dopo
l’approvazione da parte della Regione Lombardia, il documento diventerà
operativo a tutti gli effetti e si potrà così iniziare il percorso di
valorizzazione del “mondo meraviglioso” dell’Adda.Fonte: Il Cittadino
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