giovedì 1 novembre 2012

Stop al cemento sui confini del Parco

Stop al consumo di suolo nel Parco Adda Sud per i prossimi dieci anni. Si potranno mettere in campo interventi sul confine dell’oasi verde solamente in caso di estrema necessità e, soprattutto, si cercherà di puntare al recupero di ciò che già esiste. «In pratica - spiega il presidente Silverio Gori -, il Parco non subirà stravolgimenti e i pochi interventi saranno monitorati, condivisi e di estrema necessità, inoltre si punterà più al recupero delle strutture esistenti che ai nuovi insediamenti. Si tratta di una decisione valutata con gli enti locali nell’ambito di una comune responsabilità nella conservazione dell’ambiente e nella valorizzazione della natura lungo il bacino dell’Adda Sud. È una scelta importante che fa del Parco una delle realtà più virtuose in Lombardia in tema di difesa del territorio». I vertici sottolineano infatti come in tutta la regione ogni anno spariscano quasi 6mila ettari di territorio sotto il cemento di palazzi, strade e capannoni: «Il Parco Adda Sud ferma fuori dai propri confini il consumo selvaggio di suolo». Questo è possibile grazie alla variante al Piano territoriale di coordinamento (Ptc), in fase di approvazione presso il Pirellone; l’ente ha ridotto la trasformazione del territorio stabilendo un limite dell’1,3 per mille per i prossimi dieci anni nel caso di espansioni urbanistiche ai confini del Parco. Nel caso in cui fossero concessi interventi, questi dovranno prevedere delle compensazioni ambientali o economiche.La variante ha confermato tutte le tutele paesaggistiche previste dal Ptc, modificando alcune norme in materia di agricoltura per tutelare maggiormente le attività del comparto e favorire degli approfondimenti sul patrimonio storico-culturale del Lodigiano. Per esempio, l’intero bacino fluviale è considerato una zona di possibili ritrovamenti e depositi archeologici. Alcuni luoghi di ritrovamento sono legati alla presenza dei tracciati delle grandi strade romane, in particolare quelle che collegavano Milano a Cremona. La prima passava l’Adda in corrispondenza di Pizzighettone per poi salire sulla sponda destra verso Lodi Vecchio, mentre la seconda raggiungeva Cremona lungo la sponda sinistra attraverso San Bassano, Montodine, Moscazzano, Credera Rubbiano, Casaletto Ceredano, Zelo Buon Persico e Paullo, fino a raggiungere Milano. Nel Ptc sono stati individuati anche dei “poli di fruizione”, dove sarà possibile realizzare piccole strutture per permettere ai lodigiani di vivere la natura. Dopo l’approvazione da parte della Regione Lombardia, il documento diventerà operativo a tutti gli effetti e si potrà così iniziare il percorso di valorizzazione del “mondo meraviglioso” dell’Adda.Fonte: Il Cittadino

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