Un tavolo di discussione del progetto di realizzazione di piste
ciclabili lungo l’argine del Po e del Gandiolo che veda coinvolti l’ente
promotore (Consorzio di bonifica Muzza-Bassa Lodigiana), l’Agenzia
interregionale per il Po (Aipo), la Provincia di Lodi, i sindaci dei
comuni interessati (Meleti, Castelnuovo Bocca d’Adda e Caselle Landi),
le associazioni di categoria degli agricoltori e cacciatori e gli
agricoltori stessi, che gestiscono i terreni di confine con gli argini.
Questa la richiesta avanzata da un gruppo di agricoltori e cacciatori
bassaioli riuniti in un’assemblea pubblica martedì 30 ottobre a Meleti
convocata, nella sua duplice funzione di “addetto ai lavori” e di
consigliere di minoranza del gruppo Difendiamo Meleti, da Ivano Zilli.
«Tra pochi giorni partiranno - ha detto Zilli - i lavori per la
realizzazione di queste piste ciclabili sugli argini che da almeno 100
anni noi agricoltori utilizziamo per raggiungere e lavorare nei nostri
fondi. È chiaro che se da un lato questo progetto è teso a valorizzare
il territorio e la sua natura ecologico-ambientale dall’altro provocherà
disagi a chi quotidianamente questo territorio lo vive per lavoro. In
questa ottica appare incomprensibile come si sia potuto arrivare a un
progetto definitivo-esecutivo senza che gli “utenti” cioè gli
agricoltori siano mai stati interpellati o chiamati a esprimere le loro
osservazioni. Va supposto - ha concluso Zilli - che un progetto di tale
portata, per cui si ipotizza un finanziamento di alcuni milioni di euro,
doveva essere a conoscenza della Provincia e dei sindaci del
territorio, che però si sono “dimenticati” di far conoscere tali
interventi agli agricoltori che in tutti questi anni hanno utilizzato
gli argini, ma li hanno anche curati con il taglio diserbante, le
riparazioni, il taglio dei vecchi alberi e la messa a dimora di nuovi».
Il disappunto e la sensazione di impotenza degli agricoltori presenti -
che hanno immaginato «ulteriori balzelli per poter utilizzare gli
argini» - è stato efficacemente interpretato da Italo Pedrini,
consigliere comunale di minoranza di Castelnuovo Bocca d’Adda, che ha
parlato di un «autentico sopruso, di un’evidente prepotenza di un ente
superiore che decide di realizzare opere utilizzando finanziamenti
pubblici senza coinvolgere chi nel territorio ne usufruisce». Pedrini ha
accusato «Provincia ed amministrazioni comunali di aver volutamente
ignorato il problema». Infine la proposta di un rinvio dei lavori dopo
un incontro chiarificatore e di una convenzione con gli agricoltori per
la cura degli argini.Fonte: Il Cittadino
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