mercoledì 20 maggio 2009

L’appello di Wwf e associazione “Bradipo”: «Non disinfestate il bosco del Montorfano»

Appello di Wwf e associazione “Il Bradipo”: «Non disinfestate il bosco di Montorfano contro la gatta pelosa, innanzitutto perché non è tale; in secondo luogo perché i prodotti chimici sconvolgerebbero l’ecosistema». «Non disinfestate il bosco del Montorfano contro le “gatte pelose”, perché innanzitutto non sono parassiti dell’iphantria americana ma larve di tignola, quindi due specie diverse. In secondo luogo perché la disinfestazione con i prodotti chimici si abbatterebbe su tutto l’ecosistema». La precisazione (con appello perché non si proceda ad interventi sommari) arriva dalle associazioni che gestiscono a Melegnano le oasi Wwf: il parco delle Noci in zona Quartiere Ovest e appunto il bosco di Montorfano lungo il corso del Lambro e della Vettabbia. Nei giorni scorsi al Montorfano sembrano essersi manifestati i chiari segnali della proliferazione delle cosiddette gatte pelose, le larve del bruco americano o iphantria cunea, che provocano la defoliazione di intere superfici alberate con il non gradevole effetto collaterale di una precipitazione continua di bruchi sulle strade, sulle auto, persino in testa a chi passa sotto. Ma secondo gli ambientalisti melegnanesi bisogna evitare di applicare la ricetta sbagliata. Dunque, precisano Giorgio Bianchini del Wwf ed Erminia Mandarini dell’associazione “Il Bradipo” «l’infestazione non è del lepidottero conosciuto come gatta pelosa ma di tignola comune, altro lepidottero che tuttavia non determina danni irreversibili alle piante. I bruchi della tignola attaccano solo il biancospino e il prugnolo e passata l’invasione cominceranno subito a spuntare nuove foglie». Secondo Wwf e “Bradipo” «la proliferazione dei bruchi è del tutto naturale in un’area come il bosco di Montorfano». Infine l’appello a non procedere a disinfestazioni sommarie: «Un intervento di disinfestazione provocherebbe un danno enorme, in quanto l’utilizzo di prodotti chimici si ripercuoterebbe su tutto il sistema del Montorfano. Sparirebbero innanzitutto gli uccelli insettivori e anche per le specie restanti c’è il rischio di danni profondi».Fonte: Il Cittadino

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