mercoledì 20 maggio 2009

Viboldone, sì al piano di recupero

Prevista tra l’altro l’acquisizione da parte del comune di Corte Grande e alcuni complessi residenziali.Via libera dal Parco agricolo allo sviluppo della frazione.

Semaforo verde per il decollo del piano di recupero del borgo di Viboldone. Martedì mattina il Parco agricolo Sudmilano ha detto “si” al nuovo progetto che nel in precedenza si era guadagnato il benestare delle forze politiche, assicurando così un futuro basato sulla ristrutturazione e su un moderato incremento volumetrico della pregiata nicchia storica che ospita l’abbazia degli Umiliati. Questo ultimo passaggio in aula istituzionale ha infatti dato certezze allo schema che sostanzialmente prevede l’acquisizione da parte del comune della Corte Grande; la ristrutturazione delle vecchie case dei salariati che si snodano lungo via Folli; la realizzazione di alcuni complessi residenziali nella parte finale del borgo, che riporterà un gruppo di residenti nel tratto che da anni è semideserto; la chiusura al traffico di via Folli. Concluso l’estenuante percorso burocratico che negli ultimi anni ha visto alternarsi diversi progetti - compreso un Programma integrato di intervento che una volta approvato è stato poi bocciato da Provincia e Sovrintendenza - si sta per aprire dunque una nuova pagina riguardo la difficile scommessa della gestione, soprattutto per quanto riguarda il recupero della pregiata Corte Grande, che sorge di fronte all’abbazia, che diventerà proprietà del comune di San Giuliano. In base a quanto è emerso dagli ultimi confronti, è prevista l’istituzione di una Fondazione - in cui confluiranno le risorse legate anche ad un cospicuo lascito -, per la gestione delle attività che verranno ospitate dopo la ristrutturazione della corte che sorge di fronte all’abbazia e al monastero. Una partita che a questo punto passerà quindi alla prossima amministrazione che prenderà in mano le redini di San Giuliano. L’idea per il momento punta a far si che il domani di quello che dovrebbe diventare un punto di riferimento che terrà conto dell’esigenza di quiete dei luoghi, fulcro della nuova pagina che si aprirà per l’antica nicchia sangiulianese, preveda la partecipazione di una rosa di rappresentanti dei sodalizi che hanno gravitato in questi anni intorno all’Abbazia e al borgo, nonché del complesso monastico, con l’apporto del comune e di tutte le realtà che in qualche modo hanno voce sul delicato capitolo.
Partner dell’operazione sarà probabilmente lo stesso ente - si parla ancora di un dipartimento universitario -, che si insedierà nel comparto in via di recupero. Progetti che in ogni caso trovano base su un piano che assicura un domani di certezze, attraverso uno schema che ha tenuto conto di una serie di vincoli a tutela di un patrimonio che arriva dal passato, lambito dalla Vettabbia e immerso nella natura del Parco agricolo Sudmilano. Fonte: Il Cittadino

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