sabato 26 giugno 2010

I Comuni del centro lodigiano - Marudo

Cascina Rancati (nella foto) - Marudo appartenne, dopo il X secolo, dapprima al monastero di Santa Cristina da Ollona, poi al monastero di San Pietro di Lodi e ad altri enti ecclesiastici della città. Nel XVIII secolo passò agli Archinto e poi ai marchesi Cusani (1787). In età napoleonica (1809-16) Marudo fu frazione di Caselle, recuperando l'autonomia con la costituzione del Regno Lombardo-Veneto. Nel 1869 al comune di Marudo vennero aggregati i comuni di Castiraga da Reggio e Vidardo[2]; nel 1902 entrambe le frazioni furono di nuovo scorporate, andando a formare un nuovo comune unico, detto Castiraga Vidardo. Il nome deriva da "maturo". La parrocchiale, dedicata ai SS. Gervaso e Protaso, venne eretta nel 1790 sulle macerie di un piccolo oratorio, di cui rimangono tracce in alcuni frammenti di affreschi conservati nella chiesa stessa. Il terreno, fertile e argilloso, ha sempre favorito l'agricoltura, soprattutto la coltivazione del riso, che ancor'oggi rappresenta una sensibile fetta dell'economia di Marudo: sono presenti un buon numero di aziende agricole, per lo più a conduzione diretta, ed è diffuso anche l'allevamento di bovini. Non mancano però alcune imprese artigiane. La maggioranza della popolazione trova però lavoro nell'industria milanese, con un pendolarismo di oltre il 50%.

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