venerdì 28 ottobre 2011

San Donato - La città commemora Mattei: «Il ricordo è più vivo che mai»

«Viviamo oggi in un’atmosfera energetica dominata dal gas naturale e il nome di Enrico Mattei è indissolubilmente legato a questa forma di energia, pressoché sconosciuta in Europa occidentale prima di lui». Lo storico dell’Eni, Francesco Gudi, nel corso della Messa che è stata celebrata ieri mattina presso la chiesa di Santa Barbara in occasione del 49mo anniversario della morte del primo presidente dell’Eni, nel suo discorso ha sottolineato l’estrema attualità della lungimirante scoperta di Mattei.

È stata così tenuta viva nell’occasione la tradizione portata avanti nel tempo dagli esponenti dell’Associazione Pionieri e veterani Eni, che di anno in anno si raccolgono in preghiera nel ricordo del “capostipite” della compagnia. «Sono passati 49 anni da quel giorno - ha spiegato l’ingegner Guidi per l’occasione - , ma ci accorgiamo che il clima di queste cerimonie non si affievolisce con il tempo, ma diviene anzi più caldo e pieno di commozione, perché il personaggio Mattei acquista sempre di più, con il passare degli anni, una figura e un significato internazionale, uscendo dalle dimensioni di un manager nazionale». Riallacciando le fila degli eventi che hanno avuto eco mondiale, è stato inoltre ricordato: «Mattei incominciò a pensare di metanizzare l’Italia, subito dopo la sua nomina, il 30 aprile 1945, a commissario straordinario dell’Agip, alla fine della Seconda Guerra Mondiale. L’Agip aveva scoperto l’anno prima, nel 1944 a Caviaga, una frazione di Cavenago d’Adda, una decina di chilometri da Lodi, un grande giacimento di gas naturale. Le sue riserve (come è stato successivamente accertato) erano di 12 miliardi di metri cubi di gas. Prima di allora, in Italia, erano stati scoperti giacimenti con riserve al massimo di qualche centinaio di milioni di metri cubi (Podenzano - Piacenza)». E l’esperto dei trascorsi della grande azienda ha proseguito, spiegando che «anche negli altri Paesi dell’Europa occidentale non c’erano state fino ad allora significative scoperte di giacimenti di gas». Ma se San Donato non dimentica Mattei, un esempio arriva anche dal Medioriente, in particolare, dall’Algeria, che «ha voluto chiamare con il suo nome il Transmed, il pipeline che porta il gas algerino in Italia attraverso il Mediterraneo». Nella chiesa voluta dal pioniere manager che ha realizzato il quartiere Metanopoli per dare case e servizi proprio ai colletti bianchi dell’azienda Eni, anche quest’anno, nel corso della Messa, il solido gruppo di ex dipendenti ha ricordato la sua figura sul piano umano e imprenditoriale.Fonte: Il Cittadino
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