Per il ponte dell’Adda, l’ultimo pezzo da completare per vedere finita
la Paullese, servono 20 milioni di euro. Ma, secondo la Provincia di
Cremona, si può risparmiare. Scendere addirittura di un milione di euro
rispetto alla stima, aprendo nuovi spiragli per la sua finanziabilità.
Ecco perché da Cremona sono state valutate delle soluzioni, che verranno
prospettate alla Provincia di Milano, titolare dell’intervento (su
mandato di quella di Lodi).
Del futuro dell’opera, a completamento dei lotti in fase di cantiere, si è discusso al summit dei sindaci, che si è svolto venerdì sera in sala consigliare a Spino, sotto la guida del primo cittadino spinese Paolo Riccaboni e la partecipazione dei colleghi del tratto cremasco della Paullese. Dalla provincia di Cremona sono arrivati il presidente Massimiliano Salini e l’assessore Giuseppe Fontanella, insieme alla senatrice Cinzia Fontana, all’assessore regionale Gianni Rossoni e al consigliere regionale Agostino Alloni. Per loro la buona notizia è che il tratto tra Crema e Spino verrà riqualificato entro la seconda metà del 2014. Ma la preoccupazione di tutti, lodigiani e cremaschi, è che le due corsie per senso di marcia si blocchino all’altezza del ponte, mentre la Paullese in terra lodigiana, tra Merlino e Zelo, sarà ad una sola corsia per senso di marcia. Un collo di bottiglia, che rischia di fare dell’ex statale 415 una camera a gas per gli abitanti di Zelo e di Spino che respireranno i fumi dei tubi di scappamento dei veicoli che inevitabilmente vi rimarranno incagliati e rimarranno incolonnati prima e dopo il ponte. Il viadotto di Bisnate rappresenterà il collo di bottiglia che rischia di vanificare l’utilità della Paullese raddoppiata. «Dobbiamo mantenere aperto il discorso dell’intera Paullese, perché provincia di Milano e Provincia di Cremona non possono dimenticarsi il tratto lodigiano - avverte l’assessore regionale Rossoni -: vanno recuperati 43,5 milioni per finire l’opera, ponte e tracciato zelasco compresi. È un impegno per tutti, perché il problema dell’intera asta sia risolto in maniera definitiva». E soprattutto per questo la Provincia di Cremona ha formulato delle proposte in sede tecnica per il ponte: «La valutazione di 20 milioni di euro è per noi decisamente prudenziale, perché riteniamo possibile fare l’opera con molto meno. Sulla finanziabilità del ponte e del tratto zelasco vanno verificate altre forme di finanziamento: purtroppo non ho speranza che reperire il denaro sarà facile. Bisognerà che i soldi li tiri fuori il territorio, non penso ci siano alternative. Bisogna fare economia locale. La modalità migliore è che la Lombardia riconosca la centralità di quest’opera: questa scelta la Lombardia l’ha fatta».Fonte: Il Cittadino
Del futuro dell’opera, a completamento dei lotti in fase di cantiere, si è discusso al summit dei sindaci, che si è svolto venerdì sera in sala consigliare a Spino, sotto la guida del primo cittadino spinese Paolo Riccaboni e la partecipazione dei colleghi del tratto cremasco della Paullese. Dalla provincia di Cremona sono arrivati il presidente Massimiliano Salini e l’assessore Giuseppe Fontanella, insieme alla senatrice Cinzia Fontana, all’assessore regionale Gianni Rossoni e al consigliere regionale Agostino Alloni. Per loro la buona notizia è che il tratto tra Crema e Spino verrà riqualificato entro la seconda metà del 2014. Ma la preoccupazione di tutti, lodigiani e cremaschi, è che le due corsie per senso di marcia si blocchino all’altezza del ponte, mentre la Paullese in terra lodigiana, tra Merlino e Zelo, sarà ad una sola corsia per senso di marcia. Un collo di bottiglia, che rischia di fare dell’ex statale 415 una camera a gas per gli abitanti di Zelo e di Spino che respireranno i fumi dei tubi di scappamento dei veicoli che inevitabilmente vi rimarranno incagliati e rimarranno incolonnati prima e dopo il ponte. Il viadotto di Bisnate rappresenterà il collo di bottiglia che rischia di vanificare l’utilità della Paullese raddoppiata. «Dobbiamo mantenere aperto il discorso dell’intera Paullese, perché provincia di Milano e Provincia di Cremona non possono dimenticarsi il tratto lodigiano - avverte l’assessore regionale Rossoni -: vanno recuperati 43,5 milioni per finire l’opera, ponte e tracciato zelasco compresi. È un impegno per tutti, perché il problema dell’intera asta sia risolto in maniera definitiva». E soprattutto per questo la Provincia di Cremona ha formulato delle proposte in sede tecnica per il ponte: «La valutazione di 20 milioni di euro è per noi decisamente prudenziale, perché riteniamo possibile fare l’opera con molto meno. Sulla finanziabilità del ponte e del tratto zelasco vanno verificate altre forme di finanziamento: purtroppo non ho speranza che reperire il denaro sarà facile. Bisognerà che i soldi li tiri fuori il territorio, non penso ci siano alternative. Bisogna fare economia locale. La modalità migliore è che la Lombardia riconosca la centralità di quest’opera: questa scelta la Lombardia l’ha fatta».Fonte: Il Cittadino