Un gruppo di ragazzini giocavano con armi finte tra le macerie. Dopo la denuncia dei residenti è intervenuta la polizia locale.
Avevano scelto una location pericolosa per giocare alla guerra: i palazzi abbandonati del quartiere. Troppo, e così la polizia locale è intervenuta per allontanare un gruppo di ragazzini ed evacuare lo stabile. Caso Aler a Pieve: mentre
il degrado avanza e lo stato di abbandono dell’area, oggetto di un
progetto di recupero urbano diventato utopia dopo la scoperta del maxi
buco milionario, l’ex zona uffici diventa territorio per guerre simulate
e bande di ragazzi che si contendono il territorio.
Al quartiere
delle Rose non smetteranno mai di stupirsi i residenti che, in
trent’anni, da quando è stato costruito, ne hanno viste veramente di
tutti i colori. Tanto che c’è chi ipotizza una sorta di richiesta danni
per aver vissuto nel degrado quasi una vita intera.
L’ultimo episodio si è verificato domenica mattina: alcuni residenti
hanno notato un anomalo movimento all’esterno di uno dei sei edifici
rimasti in piedi (gli altri sono stati demoliti gli scorsi anni) e che
dovevano essere oggetto di riqualificazione.
Allarmati sono entrati e hanno notato almeno una trentina di ragazzi fra i 14 e 20 anni che si giocavano alla guerra. Probabilmente si stavano divertendo con le armi di soft air, saltando da un piano all’altro. Il problema è che l’edificio è devastato, rimane in piedi solo le scheletro e poco più e le inside sono molte.
«Erano all’interno della palazzina uffici di via dei Gigli, un gruppo
di 20/25 ragazzi — spiega Christian Labriola, presidente
dell’associazione Amici di via delle Rose —, giocavano con le armi finte
e si filmvano. Solo che all’interno di quegli edifici la sicurezza non
c’è. Sono molto pericolosi e il rischio che si potessero fare male era
elevato. Il problema è che quella è proprietà privata di Aler e dovrebbe
essere recintata e messa in sicurezza. Insomma resa inaccessibile e
invece l’area è aperta a tutti». Sul posto sono poi intervenuti gli agenti della polizia locale che
hanno individuato parte dei ragazzi che giovano alla guerra. «Certo è
meglio vederlo divertire all’aria aperta che davanti al computer o
attaccati agli smartphone. Ma in quelle palazzine è pericoloso giocare e
soprattutto è vietato entrare».Fonte: Il Giorno
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