Terrore in via Nilde Jotti a Locate
Triulzi per gli esiti di quello che si delinea sempre più come un
attentato intimidatorio nei confronti dei gestori del bar-panetteria "La
dolce vita". L'origine dell’incendio sembra sia dolosa. I malviventi
hanno agito dall’esterno.
«Stavo dormendo sul divano, il mio
compagno era davanti al pc quando abbiamo sentito un botto e siamo scesi
di corsa in strada, in pigiama e ciabatte: abbiamo visto il bar in fiamme.
Abbiamo citofonato a tutti i vicini e chiamato i vigili del fuoco». Il
racconto di Chiara Visigalli, che vive al primo piano della palazzina
andata in fiamme ed è pure titolare di un centro estetico che confina
con il bar devastato dal rogo, è all’insegna del terrore. La sensazione vissuta la notte scorsa da una trentina di famiglie locatesi in via Nilde Jotti per gli esiti di quello che si delinea sempre più come un attentato intimidatorio nei confronti dei gestori del bar-panetteria «La dolce vita». L'origine dell’incendio sembra sia dolosa. I malviventi hanno agito dall’esterno.
Prima
hanno segato una grata di ferro, poi hanno rotto la vetrata e fatto
esplodere il locale. Non è ancora chiaro se il «botto» sia stato
provocato da un ordigno, oppure da combustibile che avrebbe «contagiato»
la bombola a gas di un frigorifero. Su questo stanno lavorando gli
inquirenti. Unica certezza, l’esplosione è stata violenta,
come racconta la famiglia che risiede nell’appartamento sopra
l’obiettivo, ancora non dichiarato agibile dai vigili del fuoco. «Dopo
il botto e gli urli siamo scappati giù», racconta Vladimiro Mezzetti .
«Eravamo a letto siamo stati invasi dal fumo, siamo fuggiti in pigiama a
piedi scalzi, spaventati e sconcertati – aggiunge la moglie, Silvia
Cucaro – . Eravamo convinti di aver perso tutto». Il boato, poco dopo le
due. Le fiamme si sono alzate altissime raggiungendo il terzo e ultimo
piano mansardato dello stabile.
«Abito al secondo piano
ed ero sola a casa con mio figlio di 2 anni e il cane, mio marito era al
lavoro – racconta Silvia Cordovani – è stato terribile. Ho preso il
bambino e Fido e ho infilato le scale. Mi sono calmata solo quando sono
arrivati i miei genitori e i vicini con coperte e maglioni per ripararci
dal freddo e dalla pioggia». Sono intervenuti i vigili del fuoco di
Pieve e quelli di Milano. Fortunatamente nessuno degli inquilini è
rimasto intossicato o ferito, così come i vigili del fuoco al lavoro per
ore. Il bar distrutto dalla fiamme era stato aperto recentemente ed è
di proprietà di una famiglia di imprenditori edili.Fonte: Il Giorno
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