martedì 17 febbraio 2009

Alla Metro 30 lavoratori sono a rischio

Secondo il sindacato è una stima attendibile per quanto riguarda il magazzino sandonatese: «La recessione c’entra solo in parte».Lo sostiene la Cgil dopo gli esuberi annunciati dal gruppo tedesco.

Esuberi al Gruppo Metro Italia: i sindacati stimano 100 licenziamenti nell’area milanese, in dettaglio tra 20 e 30 per il magazzino di San Donato della multinazionale della vendita all’ingrosso.

Queste alla data di ieri le stime della sola parte sindacale (in particolare la Cgil-Filcams) in merito a quelle che potrebbero essere le ricadute misurate in posti di lavoro del Piano di ristrutturazione e rilancio annunciato dalla storica catena di supermercati per grossisti e clienti con partita iva.
A San Donato, quindi, si attende un taglio attorno ai venti posti con un allarme sindacale in più: si tratta di lavoratori “anziani”, over 40 se non 50.
«Ma la procedura di mobilità e ristrutturazione, di fatto, non è stata ufficialmente dichiarata dalla direzione generale di Metro Italia - spiega Sergio Fassina, segretario della Filcams Milano - per cui parliamo di stime, peraltro attendibili, fatte sulla base di alcuni incontri informativi avvenuti a Roma. Quello che ci preoccupa, come sindacato, è che i lavoratori dipendenti di Metro in media non sono giovani per il mercato. Potrebbero rifiutare le mobilità incentivate proprio per paura di non trovare altre collocazioni».
In tutta la vicenda è certo che Metro Italia Cash and Carry, multinazionale con sede centrale a Dusseldorf, quindi di proprietà tedesca, ha stabilito 295 posti in meno nei 48 magazzini di tutta Italia. La cifra esclude i rapporti di lavoro a tempo determinato. Il maggior numero di tagli avverrà nei centri distributivi che Metro classifica come «classici», cioè ipermercati sviluppati su superfici oltre i 10mila metri quadrati di estensione.
Fra questi l’iper Metro di San Donato Milanese, situato oltre la Paullese verso Peschiera. «L’area milanese è stata un po’ la “culla” della Metro in Italia - continua Fassina - perciò è lecito aspettarsi qui il grosso dei tagli come fu quattro anni fa, con la precedente ristrutturazione della catena di cash and carry. La concertazione sindacale, che speriamo sia attivata, dirà di più».
Metro International resta un nome leader della vendita self service all’ingrosso, con seicento punti vendita in 29 Nazioni e un bilancio, nel 2007, impennatosi a 31,7 miliardi di euro.
Eppure secondo la Filcams Cgil di Milano quella che si sta abbattendo, probabilmente anche su San Donato Milanese, è veramente una «crisi annunciata. La recessione economica c’entra si e no - conclude infatti il responsabile del settore commercio e distribuzione della Camera del lavoro - perché già nel 2004 Metro Group Italia decise un esubero massiccio nei punti vendita nazionali. La verità è che noi oggi scontiamo anche una gestione di Metro Italia, da parte della ex direzione nazionale, pesantemente immobilistica».
Fonte: Il Cittadino

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