domenica 22 febbraio 2009

I Comuni del basso lodigiano - Graffignana


Cascina Porchirola


Il comune di Graffignana sorge sulla riva destra del Lambro, in un territorio in gran parte pianeggiante, ma che al suo confine meridionale diventa lievemente ondulato con le colline di San Colombano.Vi si trovano ricchi strati fossiliferi, che ne denunciano l’origine marina, da un atollo corallino sorto durante il Pliocene e ricoperto dopo il ritiro delle acque di materiale di fluitazione: argille, sabbie, ciottoli. Lo strato superficiale è costituito da una miscela di sabbie finissime e calcaree, che permette con successo la coltivazione della vite. Graffignana va fiera della propria produzione vinicola ( per lo più in piccoli poderi a conduzione familiare), per la quale è stata ottenuta la Denominazione di Origine Controllata.
I primi abitatori di questa zona, celti, liguri, umbri, etruschi, scelsero forse di stanziarvisi proprio per sfruttare la fertilità della terra, particolarmente adatta a produrre un ottimo vino. Alcuni ritengono che il nome di Graffignana sia di origine romana: sarebbe da collegare a “Corfiniana”, a sua volta derivante da “Corfinius”, proprietario latino del territorio. Altri invece suppongono che il nome sia più tardo, e di eredità longobarda: la “Gaifaniana Langobardorum” citata in documenti del XI secolo. Comunque qualche ulteriore ed interessante informazione sulle origini del paese ci viene dagli scavi, che si effettuarono nella zona collinare soprattutto verso la fine del secolo scorso e nei primi decenni del’900.
Studiosi, archeologi, paleontologi, spesso dietro segnalazione dei contadini, rinvennero in località Ronchi, verso Miradolo, una tomba romana formata da tavelloni, contenente tre grandi urne cinerarie, monete e ossa combuste; resti di sepolture gallo-romane furono scoperti anche alla Cascina Porchirola e a Valle Lambrana, presso San Colombano. Il primo documento scritto che riporta il nome “Gaifiniana” è un atto dotale della prima metà del X secolo: la bella principessa Adelaide, figlia di re Rodolfo, andando sposa a Lotario II re d’Italia, ne riceveva in dono la “Curtis Ollona” (Corteolona) con tutte le sue spettanze, fra cui Graffignana. Sposatasi una seconda volta con l’imperatore Ottone I, Adelaide regalò Graffignana al monastero pavese di San Salvatore. Assieme ad altri paesi vicini, nel 1034. Graffignana passa poi all’arcivescovo di Milano Ariberto d’Intimiano. Durante le lotte fra Federico Barbarossa e i comuni lombardi, Graffignana fu teatro di un tentativo (fallito) di riappacificazione fra le due parti. Distrutta per due volte Lodi dai milanesi, distrutta anche Milano dall’imperatore con i lodigiani alleati, i comuni lombardi si uniscono nella lega di Pontida, ma prima tentano un accordo per scongiurare lo scontro frontale: è il convegno di Graffignana del 1176; le parti non raggiungono un’intesa e scoppia la guerra che a Legnano si concluderà con la sconfitta e l’umiliazione dell’Hohenstaufen. In seguito il nuovo vescovo di Milano Giovanni Visconti, investe dei beni di Graffignana alcuni feudatari minori. La signoria dei Visconti mantiene dunque sul paese il proprio dominio, finchè il più famoso di questi, Gian Galeazzo decide di regalare Graffignana, San Colombano, Porchirola, Vimagano e Campo San Salvatore alla “fabbrica della Certosa di Pavia “: la magnifica chiesa, voluta quale sontuoso mausoleo sepolcrale dal duca, iniziata nel 1396. Incomincia così l’appartenenza di Graffignana ai certosini, che, salvo qualche brevissima interruzione, lo terranno per quattro secoli, fino al 1782. I certosini abili agricoltori, esperti in tecniche di irrigazione e bonifiche d’avanguardia, diedero un assetto esemplare a queste terre, ed in segno di riconoscenza lo stemma comunale di Graffignana reca il moto antico della Certosa di Pavia “GRA CAR”, che significa “Gratiarum Cartusiae”, ovvero Certosa delle Grazie (come è noto tutte le Certose sono infatti dedicate alla Madonna delle Grazie). Nel 1782 Giuseppe II d’Austria toglie il feudo ai certosini e lo concede al principe Lodovico Belgioioso, suo ministro plenipotenziario nei Paesi Bassi, per ricompensarlo dei suoi servigi, ma l’investitura dura poco tempo, perché nel 1792 i feudi vengono soppressi. La storia risorgimentale ricorda un valoroso bersagliere di Graffignana, Bianchi Costante, che disertò per unirsi a Garibaldi nel 1862, ma venne fucilato in Sicilia.

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