martedì 3 febbraio 2009

Mucche «maltrattate», al via il processo

Bertonico - Potrebbero cavarsela con una multa, il tribunale di Lodi ammette la Lega antivivisezione come parte civile.Macellatori e veterinario alla sbarra chiedono di patteggiare.

Il tribunale di Lodi ha ammesso la costituzione di parte civile della Lega antivivisezione nel processo per “maltrattamento di animali” a carico dei titolari del macello Calzi di Bertonico, di due loro dipendenti e di un veterinario dell’Asl. Una vicenda nata dal dossier elaborato dalla Lav attraverso ispezioni in 12 macelli, 16 allevamenti e un mercato del bestiame, in tutta Italia, in un periodo compreso tra la fine del 2005 e l’inizio del 2006, con relazioni e filmati sulla cui base diverse procure hanno avviato inchieste.Ieri il difensore dei cinque imputati, avvocato Oreste Riboli di Casalpusterlengo, ha ottenuto dal pubblico ministero Anna Maria Ghigna il consenso a un patteggiamento di pochi mesi per tutti gli imputati (30 giorni in più per uno dei titolari del macello), e il prossimo 23 febbraio il giudice Manuela Scudieri si esprimerà in merito all’accordo, che dovrebbe chiudere la vicenda con sanzioni pecuniarie. «Il patteggiamento non è un’ammissione di responsabilità - premette l’avvocato Riboli -, ma è nato dalla volontà dei miei assistiti di dimostrare collaborazione con la Lav. Siamo di fronte a una normativa complessa che a mio parere ripropone la questione dei “tecnicismi” di tanti regolamenti europei. Che vi siano gli estremi del maltrattamento di animali è tutto da dimostrare, ma occorrerebbe un processo lungo e con molti testimoni». La questione di cui si discute è quella delle “mucche a terra”, cioè di bovine da latte a fine “carriera” che secondo la Lav sono arrivate ai macelli dopo essere state trascinate con catene, sollevate con ruspe e spronate con scariche elettriche: «Una normativa italiana, nel periodo in cui abbiamo compiuto i sopralluoghi da Calzi, e, quindi, una normativa comunitaria, in vigore dal gennaio 2007, indicano chiaramente che un bovino non in grado di reggersi sulle zampe non può essere trasportato, ma va macellato d’urgenza, se si trova in luogo idoneo, oppure deve essere abbattuto e smaltito - spiega Simone Pavesi, coordinatore Lav per la Lombardia -. Come associazione prima di inviare i dossier alle procure avevamo cercato il dialogo con gli allevatori e i trasportatori, ma fu fatto “muro” alla nostra iniziativa. Riguardo alla costituzione a parte civile, se ci sarà patteggiamento potremo rivalerci in separata sede, ma è una decisione che tocca al nostro presidente. La mia impressione è che in questa campagna ci scontriamo con forti interessi economici, ma le norme parlano chiaro». Confrontando i regolamenti su “come” si sarebbero dovute trattare queste mucche e le situazioni documentate dalla Lav il procuratore capo della Repubblica di Lodi, Giovanni Pescarzoli, è arrivato a formulare l’ipotesi di reato di maltrattamento di animali: “Chiunque, per crudeltà o senza necessità, cagiona una lesione a un animale ovvero lo sottopone a sevizie o a comportamenti o a fatiche o a lavori insopportabili per le sue caratteristiche ecologiche è punito con la reclusione da tre mesi a un anno o con la multa da 3.000 a 15.000 euro”, recita il codice penale.«Il riconoscimento di parte civile è significativo - chiosa l’avvocato della Lav, Roberto Rota di Lodi -, in quanto si tratta di un’associazione riconosciuta sia dal ministero della Sanità sia da quello dell’Ambiente».

Fonte: Il Cittadino

Nessun commento:

Posta un commento

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...