Con tutte le piogge e le nevicate di questo inverno si può dire addio alla siccità, ma gli agricoltori mettono le mani avanti e annunciano comunque possibili danni alle colture. Causate ovviamente dalla troppa pioggia. «Le piogge e le nevicate di questo inverno hanno riequilibrato parzialmente il deficit idrico che c’era negli ultimi anni - spiega il direttore tecnico del Consorzio Muzza Marco Chiesa -. L’incremento delle risorse idriche c’è stato, anche se non è possibile quantificare con precisione a quanto ammonti il ripristino della falda acquifera. Gli accumuli idrici sono stati buoni, sia sul territorio sia sotto forma di neve caduta in montagna, che agirà positivamente sui livelli dei laghi e quindi, a cascata, sull’intero sistema idrico, in primavera e in estate». Insomma, l’ormai cronica siccità ha avuto una prima, significativa inversione di tendenza, sebbene ancora non sia chiara la portata del fenomeno e se sarà duraturo o meno. Anche gli stessi agricoltori ammettono che il pericolo siccità dovrebbe essere scongiurato, e gli allarmi tardo-primaverili degli ultimi anni non dovrebbero verificarsi questa stagione. «Il picco di siccità toccato nel 2003 e negli anni successivi ha portato a un grande impoverimento delle risorse idriche - spiega Mario Vigo, presidente Confagricoltura di Milano e Lodi -. Le scorte idriche quest’anno dovrebbero essere ripristinate e in tal senso possiamo guardare con un po’ di ottimismo alla stagione calda. Anche se è ancora presto per cantare vittoria». Due aspetti preoccupano ancora Vigo, infatti, uno legato alle condizioni climatiche estreme, mai positive per l’agricoltura e uno alle strutture burocratiche che sovrintendono la gestione delle acque. «Un consuntivo potrà essere fatto solo a primavera, ma le coltivazioni d’autunno, l’orzo, la colza o il grano, hanno ricevuto un surplus di acqua anomalo, che potrebbe influenzare negativamente la crescita e la produzione - continua Vigo -. Poi, per l’estate, rimane il problema di un sistema di gestione delle acque che non risponde prontamente alle sollecitazioni che arrivano dal mondo agricolo». Una lettura condivisa da Carlo Franciosi, presidente Coldiretti Milano-Lodi, che lancia in particolare l’allarme frumento. «Le riserve idriche accumulate in inverno, soprattutto in montagna, dovrebbero garantirci anche di fronte a un’estate secca o siccitosa, ma adesso la pioggia può anche fermarsi - spiega Franciosi -. Fino a ottobre i terreni erano secchi, poi ha cominciato a piovere e non ha più smesso. Gran parte delle colture autunnali sono andate male, e la resa di una semina a febbraio non è di sicuro la stessa. Prevedo un’annata molto difficile per il frumento».
Fonte: Il Cittadino
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