Aquile del Bonelli, gipeti, aquile reali, falchi lanari e pellegrini, capovaccai (i famosi avvoltoi egiziani) e anche cicogne nere. 45 gli esemplari sequestrati fino ad ora dal Corpo forestale dello Stato - tutti appartenenti a specie rare e a rischio di estinzione - nell'ambito di una vasta operazione che ha smascherato e bloccato un traffico illegale esteso a diverse regioni d'Italia e ad alcuni Paesi Europei. L'inchiesta e' partita, con la collaborazione del Network Traffic del WWF Italia, grazie alle informazioni raccolte a livello territoriale dai suoi collaboratori tecnici dell'Università di Palermo, che da mesi seguivano i movimenti di alcune persone che erano state sorprese mentre si arrampicavano per raggiungere un sito di nidificazione dell'aquila del Bonelli, presso una vecchia miniera di zolfo, con l'intento di razziare piccoli e uova. Le indagini, dirette dalla Procura della Repubblica di Caltanissetta, e coordinate a livello nazionale dal servizio Cites centrale dell'Ispettorato Generale e condotte dal personale delle Sezioni Investigative CITES del Corpo forestale dello Stato di Roma e Palermo, hanno permesso di individuare i soggetti coinvolti nel traffico e i centri dove i piccoli venivano trasportati per essere allevati in cattivita'. Circa 50 agenti specializzati della Cites coadiuvati da personale tecnico del WWF Italia hanno operato simultaneamente effettuando decine di perquisizioni domiciliari contemporaneamente in tutta Italia, presso allevatori e falconieri a Milano, Cuneo, Pordenone, Lecco, Pavia, Reggio Emilia, Bologna, Napoli, Catania, Ragusa e Caltanissetta. Sono 17 ad oggi le persone indagate per i reati di falso e ricettazione e per detenzione di specie protette che prevede l'arresto da tre mesi ad un anno e l'ammenda da 7.000 a 75.000 euro nonchè la confisca obbligatoria degli esemplari. Importante il giro d'affari: un certificato Cites riciclato da un esemplare morto veniva pagato anche 2.000 euro, una coppia illegale di Aquile dai 6.000/8.000 euro, fino al triplo se sanata con certificati riciclati; un esemplare di Gipeto, con certificato riciclato, arrivava anche fino a 20.000 euro. “Questa operazione mette a segno un importante successo di contrasto del mercato mondiale di specie selvatiche proprio nell’Anno internazionale della Biodiversità - ha dichiarato Fulco Pratesi, Presidente onorario del WWF Italia - è un’operazione che conferma quanto il WWF, grazie al lavoro anche sotterraneo svolto dal suo network TRAFFIC per il contrasto al traffico illegale di specie animali e vegetali, denuncia da anni rispetto alla recrudescenza del fenomeno del prelievo illegale di rapaci nel Bacino Mediterraneo. La dimensione dell’operazione deve far porre una grande attenzione su questo mercato di animali vivi dietro cui si nasconde un fiorente mercato illegale che rischia di compromettere definitivamente la conservazione di specie sempre più rare, in particolare i rapaci, animali importantissimi per gli equilibri naturali”. Soprattutto per l’aquila del Bonelli, il lanario ed il capovaccaio, tra le specie interessate da quest’ultima operazione, chi ancora oggi razzia gli ultimi nidi rimasti sui nostri territori - per il capovaccaio parliamo di appena 5/6 coppie nidificanti, poche di più circa 15/18 per l’aquila del Bonelli - commette un vero crimine contro la diversità biologica dato che, se non si interviene seriamente e subito, saranno praticamente estinte in Italia in pochi anni: per queste specie siamo oramai “agli sgoccioli” ed è necessario non solo bloccare il mercato illegale ma anche intervenire seriamente per la conservazione sul territorio con attività utili ad aumentare i tassi di involo e la sopravvivenza dei giovani. “La Sicilia insieme alla Calabria e alla Basilicata rappresentano ancora la roccaforte di queste specie - dichiara Massimiliano Rocco, responsabile dell’Ufficio TRAFFIC del WWF in Italia - è qui che è urgente intervenire seriamente, passando dalle parole ai fatti, proteggendo il territorio che conpristino delle condizioni ambientali ecologiche indispensabili a questi animali. Occorre che le istituzioni, come il Ministero dell’Ambiente e le regioni interessate, si impegnino seriamente per non fare estinguere questi animali, simbolo degli ambienti aridi, impervi e selvaggi del nostro Mediterraneo”. “Importante è poi non allentare la rete dei controlli - continua Massimiliano Rocco del WWF Italia - queste indagini dimostrano come il mercato ci sia e sia ancora fiorente e come si cerchi di eludere la legge con false o scambi di certificazioni, scambi di animali, cattivo uso del sistema dei marcaggi. Per questo le nostre Autorità CITES devono essere messe in grado di operare per bene e di prestare puntuale attenzione alla questione della nascita in cattività con la quale sempre più spesso si cerca di “lavare” animali di provenienza illegale. Dai dati raccolti sul campo dai tecnici del network TRAFFIC del WWF, solo negli ultimi due anni sembrerebbero essere stati prelevati dai nidi almeno 7/8 pulcini di Aquila del Bonelli, con gravi conseguenze sul tasso di involo e quindi sulla conservazione della specie in Sicilia.” Il WWF continuerà a dare il massimo supporto alle istituzioni anche nelle fasi successive del sequestro a partire dalle azioni giudiziarie che ne scaturiranno. Fonte: L'Unità.it
Nessun commento:
Posta un commento