«Pestato durante un agguato in stile
mafioso». La denuncia arriva dal Si Cobas, il sindacato autonomo, da
sempre schierato a fianco dei lavoratori della logistica e della grande
distribuzione. La vittima dell’aggressione è Fabio Zerbini, dirigente
del sindacato.
«Pestato durante un agguato in stile mafioso». La denuncia arriva dal Si Cobas, il sindacato autonomo, da sempre schierato a fianco dei lavoratori della logistica e della grande distribuzione. La vittima dell’aggressione è Fabio Zerbini, dirigente del sindacato e attivista delle lotte operaie sin dalla prima ora. Negli ultimi anni l’uomo, che abita a Milano e lavora a San Giuliano come
operatore ecologico, è stato in prima linea in decine di rivendicazioni
popolari, dentro e fuori i confini dell’hinterland, insieme ai
lavoratori «sfruttati e disagiati» delle cooperative. Un’attività che,
forse, per qualcuno è risultata scomoda.
L’imboscata
è scattata nel pomeriggio di martedì, quando Zerbini è stato attirato
con una scusa a Milano, in zona Affori. «Qualche settimana fa, dopo aver
parcheggiato l’auto sotto casa, Fabio si era ritrovato con uno
specchietto retrovisore rotto – racconta un collega del Si Cobas, Aldo
Milani -. Sul parabrezza un numero di telefono, che lo invitava a farsi
vivo per essere risarcito. Così l’altro giorno, quando ha chiamato, la
persona al telefono gli ha dato un appuntamento poco lontano da piazzale
Maciachini».
Qui è scattato l’agguato. Sceso dall’auto, Zerbini è stato assalito da una raffica di calci e pugni. «I picchiatori erano due – prosegue Milani -: mentre uno lo bloccava, l’altro lo colpiva. Fabio non ha avuto nemmeno il tempo di voltarsi e capire cosa stesse succedendo».
Qui è scattato l’agguato. Sceso dall’auto, Zerbini è stato assalito da una raffica di calci e pugni. «I picchiatori erano due – prosegue Milani -: mentre uno lo bloccava, l’altro lo colpiva. Fabio non ha avuto nemmeno il tempo di voltarsi e capire cosa stesse succedendo».
Il pestaggio sarebbe avvenuto sotto gli occhi del figlio,
che era in macchina col padre al momento dell’agguato. «Vedi di non
rompere più i coglioni, con le tue lotte operaie», avrebbero detto gli
aggressori, un attimo prima di eclissarsi. Una brutta avventura, per
fortuna senza conseguenze drammatiche per il sindacalista, che dopo il
fatto ha sporto denuncia ai carabinieri e ieri si è sottoposto ad alcuni
accertamenti in ospedale. Il Si Cobas parla di un assalto dal sapore
mafioso. Intanto, dai colleghi attivisti arriva «un caloroso saluto e
una pronta guarigione a Fabio, uno dei nostri compagni più in vista
nelle lotte portate avanti tra gli operai della logistica».Fonte: Il Giorno
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