mercoledì 28 gennaio 2009

Galgagnano - Falco di palude ucciso dai bracconieri

Galgagnano - Sulle cause non ci sono dubbi: l’animale impallinato è stato rimosso, presentata denuncia contro ignoti.Il rapace rinvenuto dai volontari dell’associazione Sos Adda.

Uno, due, forse tre colpi. Una doppietta inesorabile ha cancellato, in pochi secondi, la vita di un rapace che aveva trovato casa nei cieli del Lodigiano, tra Galgagnano e Villa Pompeiana. A terra, impallinato probabilmente la scorsa domenica, un falco di palude. Un esemplare protetto, certamente raro, che secondo gli esperti aveva appena sette mesi. Era già morto quando alcune persone, volontari dell’associazione Sos Adda, l’hanno avvistato riverso tra i rovi, proprio a pochi metri da una riserva faunistica e comunque all’interno del territorio del Parco Adda Sud. Sono intervenute le autorità competenti, che hanno rimosso l’animale e presentato una denuncia contro ignoti, dopo aver eseguito i controlli di rito. Difficile dare un volto ai responsabili dell’agguato. «In questa zona - spiega Antonio Arnanno, presidente di Sos Adda - non mi pare sia mai successo di fare simili ritrovamenti. Noi abbiamo scoperto il falco passeggiando. E a quanto pare non era da molto che era stato ucciso: il piumaggio era integro, leggermente raggrinzito il corpo». È singolare il fatto che recentemente proprio in questa zona sono state individuate due coppie di falchi di palude che hanno nidificato. Il falchetto era il piccolo di una coppia. Sembra che fatale siano stati i pallini di una cartuccia. Sorprendente che questo ritrovamento sia avvenuto “alle porte” della zona di caccia privata che si estende per molti ettari tra Villa Pompeiana (Zelo Buon Persico) e Galgagnano. Per quanto gli incidenti di caccia possano accadere, appare sospetto, che in un periodo dove l’attività venatoria è chiusa, ci s’imbatta nella mattanza di un esemplare di specie protetta quale il falco di palude. «Fa sorgere il dubbio che si tratti di un’uccisione volontaria - continuano i rappresentanti di Sos Adda - da parte di un bracconiere. Simili episodi minano la credibilità e la serietà dell’atteggiamento nei confronti di leggi e norme di tutela della fauna selvatica da parte della categoria dei cacciatori, che formalmente a parole si presenta come rispettosa dell’ambiente e degli animali, mentre in pratica troppo spesso dobbiamo assistere a fenomeni quale quello oggi denunciato». Sempre più spesso sono a rischio poiana, falco di palude, airone cenerino, airone guardabuoi bersagli di armi da fuoco, anche al di fuori della stagione venatoria come confermano i dati di associazioni ambientaliste e animaliste.

Fonte: Il Cittadino

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