Guardamiglio - I controlli effettuati dall’Arpa e dai pompieri hanno però evidenziato un livello non pericoloso per l’uomo.Messe in quarantena otto casse di semilavorati giunte dall’India.
“Attenti, quella merce è radioattiva”. È nato da questa segnalazione, partita da un controllo avvenuto all’estero, l’allarme scattato alla metalmeccanica Tai di Guardamiglio, dove dallo scorso fine settimana sono stipate alcune casse di semilavorati in metallo giunte dall’India contenenti elementi radioattivi, a quanto pare, oltre i livelli di legge consentiti. Materiali già scaricati da alcuni ignari dipendenti, cui la notizia sarebbe stata comunicata soltanto all’arrivo della segnalazione, circa 24 ore dopo l’arrivo e l’apertura di una delle case incriminate. A fare scattare i “contatori geiger” degli esperti, in particolare, sarebbe stato il Cobalto 60 contenuto nei semilavorati: il livello delle radiazioni, a quanto finora rilevato, non dovrebbe comunque essere pericoloso per la salute dell’uomo. Le origini della vicenda risalgono a giovedì, quando allo stabilimento Tai di cascina Braglia (una delle poche aziende con prospettive di ordinativi rosee anche per il 2009) è giunto un carico di semilavorati proveniente da Coimbatore, in India.Otto casse, per la precisione, contenenti valvole (della cui produzione per il petrolchimico la Tai è specializzata) e altro materiale, definito in gergo “fusioni”, che alcuni dei circa 50 dipendenti impiegati a cascina Braglia hanno provveduto a scaricare. Una delle casse è anche stata aperta: ma, prima che qualcuno potesse toccare la merce, a quanto pare, sarebbe arrivato “l’alt” dello stesso fornitore indiano. «A ottobre abbiamo richiesto a questo fornitore che collabora con noi da 15 anni, nella massima stima e fiducia reciproca, di fornirci la certificazione di non radioattività di tutti i materiali, per garantire l’incolumità al cento per cento dei nostri dipendenti - hanno dichiarato il direttore e il responsabile - sicurezza dello stabilimento Tai, certificato Iso9001, Iso141001 e Ohsas -. Venerdì abbiamo saputo di una probabile contaminazione di una partita di materiali in arrivo da Rotterdam, quindi sabato abbiamo chiamato un perito per fare i rilievi interni prima di chiamare l’Arpa: coincidenza vuole che avessero ordinato uno scintillatore all’ioduro di sodio, un apparecchio molto sofisticato, grazie al quale hanno subito deciso di mettere le casse in quarantena all’esterno. E dell’unica cassa che era stata aperta non è stato toccato nulla». Sullo stabilimento, dove l’attività lavorativa è peraltro proseguita regolarmente, ieri sono arrivati anche il personale dell’Arpa e 14 pompieri da Milano e Lodi, compresa l’unità di intervento chimico nucleare con i rispettivi contatori geiger. Le casse, stipate all’esterno, sono state isolate e messe in sicurezza, e i rilievi effettuati escluderebbero qualsiasi pericolo di contaminazione: «Per ora le notizie sono positive: la radioattività sul materiale su cui abbiamo fatto i primi prelievi è nulla o molto bassa, e non comporta alcun pericolo per l’uomo e per il luogo - ha spiegato in tarda serata il dirigente del’Arpa di Lodi, Flaminio Di Girolamo -. La ditta è stata estremamente rapida nel segnalare l’episodio, e il servizio regionale ha lavorato con grande tempestività assieme alle forze dell’ordine e agli altri soggetti intervenuti».Anche i sindacati si mostrano tranquilli: «La ditta ha avvisato subito, ha esposto la questione e sta facendo ogni passo necessario - spiegano -. La situazione è tranquilla, il problema è sotto controllo, perché seppure sopra i livelli di legge consentiti, le radiazioni non sarebbero nocivo per la salute». Secondo i vigili del fuoco, il valore radioattivo attorno alle casse sarebbe pari a meno del doppio del fondo naturale di attività: niente di preoccupante, a patto di stare ad almeno cinque metri dalle casse. Terminate le analisi, la Tai dovrà stabilire se e dove smaltire i semilavorati contaminati.
Fonte: Il Cittadino
“Attenti, quella merce è radioattiva”. È nato da questa segnalazione, partita da un controllo avvenuto all’estero, l’allarme scattato alla metalmeccanica Tai di Guardamiglio, dove dallo scorso fine settimana sono stipate alcune casse di semilavorati in metallo giunte dall’India contenenti elementi radioattivi, a quanto pare, oltre i livelli di legge consentiti. Materiali già scaricati da alcuni ignari dipendenti, cui la notizia sarebbe stata comunicata soltanto all’arrivo della segnalazione, circa 24 ore dopo l’arrivo e l’apertura di una delle case incriminate. A fare scattare i “contatori geiger” degli esperti, in particolare, sarebbe stato il Cobalto 60 contenuto nei semilavorati: il livello delle radiazioni, a quanto finora rilevato, non dovrebbe comunque essere pericoloso per la salute dell’uomo. Le origini della vicenda risalgono a giovedì, quando allo stabilimento Tai di cascina Braglia (una delle poche aziende con prospettive di ordinativi rosee anche per il 2009) è giunto un carico di semilavorati proveniente da Coimbatore, in India.Otto casse, per la precisione, contenenti valvole (della cui produzione per il petrolchimico la Tai è specializzata) e altro materiale, definito in gergo “fusioni”, che alcuni dei circa 50 dipendenti impiegati a cascina Braglia hanno provveduto a scaricare. Una delle casse è anche stata aperta: ma, prima che qualcuno potesse toccare la merce, a quanto pare, sarebbe arrivato “l’alt” dello stesso fornitore indiano. «A ottobre abbiamo richiesto a questo fornitore che collabora con noi da 15 anni, nella massima stima e fiducia reciproca, di fornirci la certificazione di non radioattività di tutti i materiali, per garantire l’incolumità al cento per cento dei nostri dipendenti - hanno dichiarato il direttore e il responsabile - sicurezza dello stabilimento Tai, certificato Iso9001, Iso141001 e Ohsas -. Venerdì abbiamo saputo di una probabile contaminazione di una partita di materiali in arrivo da Rotterdam, quindi sabato abbiamo chiamato un perito per fare i rilievi interni prima di chiamare l’Arpa: coincidenza vuole che avessero ordinato uno scintillatore all’ioduro di sodio, un apparecchio molto sofisticato, grazie al quale hanno subito deciso di mettere le casse in quarantena all’esterno. E dell’unica cassa che era stata aperta non è stato toccato nulla». Sullo stabilimento, dove l’attività lavorativa è peraltro proseguita regolarmente, ieri sono arrivati anche il personale dell’Arpa e 14 pompieri da Milano e Lodi, compresa l’unità di intervento chimico nucleare con i rispettivi contatori geiger. Le casse, stipate all’esterno, sono state isolate e messe in sicurezza, e i rilievi effettuati escluderebbero qualsiasi pericolo di contaminazione: «Per ora le notizie sono positive: la radioattività sul materiale su cui abbiamo fatto i primi prelievi è nulla o molto bassa, e non comporta alcun pericolo per l’uomo e per il luogo - ha spiegato in tarda serata il dirigente del’Arpa di Lodi, Flaminio Di Girolamo -. La ditta è stata estremamente rapida nel segnalare l’episodio, e il servizio regionale ha lavorato con grande tempestività assieme alle forze dell’ordine e agli altri soggetti intervenuti».Anche i sindacati si mostrano tranquilli: «La ditta ha avvisato subito, ha esposto la questione e sta facendo ogni passo necessario - spiegano -. La situazione è tranquilla, il problema è sotto controllo, perché seppure sopra i livelli di legge consentiti, le radiazioni non sarebbero nocivo per la salute». Secondo i vigili del fuoco, il valore radioattivo attorno alle casse sarebbe pari a meno del doppio del fondo naturale di attività: niente di preoccupante, a patto di stare ad almeno cinque metri dalle casse. Terminate le analisi, la Tai dovrà stabilire se e dove smaltire i semilavorati contaminati.
Fonte: Il Cittadino
Nessun commento:
Posta un commento