giovedì 28 gennaio 2010

San Colombano - Tredici lepri portate via dalla collina - I cacciatori annunciano interventi a tutela della razza, la Provincia di Milano si difende


Sono state 13 le lepri catturate nell’oasi collinare di riserva di San Colombano domenica mattina. Nove di esse sono state portate in altre zone del territorio banino, lontane dall’oasi, e quindi rilasciate, quattro sono state portate via dai funzionari della Provincia di Milano per essere destinate ad altri ambiti territoriali della caccia.L’operazione, contestata dagli ambientalisti, è stata condotta dai cacciatori banini con l’autorizzazione degli uffici provinciali e alla presenza anche dei veterinari dell’Asl che hanno controllato tutti i capi prelevati. L’autorizzazione provinciale prevedeva di arrivare alla cattura di 35 esemplari. Alla battuta erano presenti anche gli ambientalisti del Picchio Verde, che alla vigilia dell’operazione avevano fortemente criticato sia i cacciatori sia la Provincia di Milano, “rea” a loro avviso di aver concesso l’autorizzazione anche senza il parere del consiglio dell’Ambito territoriale di caccia, che è decaduto ed in attesa di rinnovo.«Ma non è vero che nell’oasi non rimettiamo lepri - dice Gianni Spelta, segretario uscente dell’Atc banino -. Proprio sabato saranno prelevate dall’area dell’ippodromo di San Siro di Milano quattro lepri che con ogni probabilità rilasceremo nell’oasi protetta. Due anni fa ne avevamo rilasciate altre due. Oltre che dalle richieste di danni presentate dagli agricoltori, la scelta di prelevare le lepri dall’oasi risponde anche a un criterio di rinnovo del sangue tra le lepri stesse, per evitare i problemi sanitari derivanti dalla consanguineità in una popolazione numericamente ridotta».Anche dalla Provincia di Milano l’assessore competente Luca Agnelli rifiuta con fermezza ogni accusa: «Sono documentati i danni delle lepri all’interno dell’Oasi ai reimpianti viticoli, danni che vengono rifusi dalla Provincia con risorse derivanti dalle concessioni regionali pagate dai cacciatori. Ribadiamo quindi che le catture sono avvenute a termini di legge, e che il numero di esemplari stimato per la cattura era congruo. Respingiamo le affermazioni mendaci secondo cui il permesso della Provincia sarebbe arrivato “in barba a ogni minima decenza formale”, e le fantomatiche accuse di connivenza che ci vengono mosse».Fonte: Il Cittadino

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