martedì 26 gennaio 2010

San Giuliano - Bocciati due piani di recupero - Il «no» riguarda anche Cascina Montone, a questo punto il comune dovrà rispettare le indicazioni - Il Parco agricolo respinge il progetto su Carpianello


Il direttivo del Parco agricolo Sudmilano ha detto «no» ai piani di recupero di Carpianello e Cascina Montone, rigettando i progetti presentati dal comune di San Giuliano. A questo punto l’ente locale, dopo il verdetto che risale a giovedì scorso, dovrà provvedere a ridefinire i disegni in cui è tratteggiato il futuro dei borghi storici dai trascorsi agricoli del territorio. In particolare, dovranno essere corrette quelle parti di prospetto che sembrano contravvenire al codice di regole in vigore per interventi di questa natura. Nel mirino del Parco i calcoli volumetrici, da cui partono i ragionamenti nei casi in cui è prevista la demolizione e ricostruzione. Per quanto riguarda il piano per l’antico nucleo di Carpianello, viene fatto presente che «nel calcolo della volumetria dello stato di fatto (circa 23 mila 500 metri cubi) sono state incluse nel conteggio le superfici porticate dei fabbricati e dei fienili, non rispettando quanto previsto dalla normativa vigente». È stato altresì messo in rilievo che «relativamente al mulino, si ritiene che il piano proposto non mantiene né rispetta i contenuti storici e tipo-morfologici del manufatto stesso, poiché altera le sue caratteristiche principali, non rendendolo più riconoscibile quale manufatto della storia agraria». Pertanto, in fase di revisione del progetto arriva la richiesta che l’immobile venga staccato e collocato ad opportuna distanza dal mulino. Passando invece a Cascina Montone, (che comprende in unico comparto pure la struttura detta Cascina Primavera), gli “appunti” critici partono anche in questo caso dal sistema di calcolo delle volumetrie esistenti, in quanto nelle valutazioni urbanistiche si legge ancora una volta: «Non si ritiene ammissibile l’utilizzo dimensionale dei portici per la realizzazione di nuovi volumi, in quanto in contraddizione con la modalità tecnica di calcolo contenuta nella normativa vigente». Seguono una serie di altre considerazioni, riguardo ad esempio la collocazione del parcheggio e il recupero di una tettoia. Ma l’attenzione degli esperti coinvolge anche le aree circostanti. «Considerati la presenza sul lato est della roggia Vettabietta - si legge -, sul cui sedime il piano prevede la realizzazione di un percorso viario, è necessario prevedere una limitazione del percorso della strada, preservando la roggia stessa». Sono solo alcuni spunti della dettagliata sequenza di aspetti su cui dovranno vertere i ritocchi ritenuti necessari affinché il Parco agricolo licenzi i due piani, che partono da un presupposto di carattere conservativo per quanto riguarda le geometrie e l’impatto estetico.Fonte: Il Cittadino

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