Dopo i crolli del mattino, anche quello dopo il tramonto. Non smettono di perdere pericolosamente pezzi gli alti olmi che svettano dal marciapiede di viale Papa Giovanni XXIII, proprio davanti l’ingresso del centro parrocchiale di Santa Francesca Cabrini: il vento tornato improvviso poco prima delle 22 di martedì ha causato lo schianto di un altro grosso ramo dell’olmo che già in mattinata, durante il violento acquazzone arrivato improvviso, si era visto lacerato dalla caduta di diversi rami, precipitati a terra, piombati all’interno della stessa area parrocchiale. Stavolta il ramo si è schiantato sul marciapiede, visibilissimo ancora ieri mattina. «Che dire: qui qualcuno deve essere proprio colpito», ironizzava ieri mattina con una battuta il parroco don Giorgio Croce. Davanti al ramo spezzato, il sacerdote ieri ha ripercorso tutta la documentazione (lettere e comunicazioni di sollecito) inviata al comune per segnalare la necessità di potature degli olmi ed anche la messa in sicurezza dei marciapiedi dissestati dalle radici. La prima lettera risale al 2003, in essa si fa riferimento alla caduta di rami schiantatisi a terra già nel settembre del 2001, sempre a causa di un forte temporale. «Il problema era noto da tempo», incalza il parroco. E non solo quello degli olmi adiacenti la parrocchia del San Biagio. Custode dell’antica chiesa parrocchiale della Triulza, Fiorella Zenaro già quest’inverno, nella assemblea pubblica che ha portato la giunta comunale ad incontrare i residenti della frazione, aveva segnalato la necessità di un intervento sui tre grossi tigli che svettano sul sagrato della parrocchia di frazione. Gli alberi sono imponenti, alti oltre venti metri, con i grossi rami che si ergono vicinissimi all’edificio di culto, ben al di sopra del tetto della chiesa. «Nessuna potatura, nessuna manutenzione. Alla fine succederà come alla parrocchia di don Croce, con i rami che crollano», diceva martedì la donna, di fronte agli schianti di viale Papa Giovanni XXIII. A far paura sono anche i grossi rami di un imponente platano che si erge nel cortile delle vecchie scuole elementari della Triulza, oggi trasformate dal comune in abitazioni. «Sarà alto più di 40 metri, quando c’è il vento forte c’è da avere paura», sottolineava ieri mattina Gabriele Cremonesi, residente in una delle abitazioni comunali. Con lui, anche Franco Benuzzi, pure inquilino di queste abitazioni municipali nel cui cortile ci sono anche tigli pure cresciuti ad altezza smisurata. «E la sicurezza dove sta?». «Il patrimonio arboreo del comune conta almeno tre mila alberi, impossibile pensare di poter fare contemporaneamente potature a raffica - questa la replica dell’assessore all’ecologia Enrico Sansotera -. Abbiamo un programma di manutenzione arborea che viene seguito anno dopo anno, con interventi a rotazione. E che privilegiano le situazioni di maggiore criticità».Fonte: Il Cittadino
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