Se sarà abbattuta o meno è ancora tutto da decidere. Quel che è certo,
però, è che il “partito” di chi tra i codognesi proprio non ne vuole
sapere che la passerella sopraelevata ai binari possa essere demolita
aumenta di giorno in giorno. Ieri a schierarsi è stata anche la Pro
loco. Con un chiaro messaggio posto in vetrina nella propria sede di
piazza XX Settembre: «Salviamo la passerella. È un simbolo di Codogno».
A
corredo dello slogan scritto a grandi lettere, ecco due foto storiche
della passerella, che mostrano sia la bellezza architettonica originaria
del ponte pedonale, sia le fasi di realizzazione del manufatto,
costruito negli anni Venti dall’impresa codognese “Borella e figli”. «Se
si inizia una raccolta di firme per non far abbattere la passerella,
noi ci stiamo»: questo il commento ascoltato da tre codognesi fermi
davanti la vetrina della Pro loco, che ieri ha attirato ben più di uno
sguardo. Al momento sottoscrizioni non ve ne sono. «Aspettiamo di capire
quale sarà la sorte della passerella», spiega il presidente della Pro
loco Emilio Gnocchi, che pure è contrario ad un abbattimento del ponte
pedonale. «Codogno si è già distinta per una insana tradizione di
abbattimenti che sarebbe sciagurato proseguire - riflette Gnocchi -,
penso alla demolizione del Teatro Sociale di via Verdi oppure a quella
dell’antico castello di piazza Cairoli avvenuta nel 1923. O ancora
all’abbattimento dell’arco del Cristo in via Garibaldi e della colonna
di Porta Pia in piazza XX Settembre. Agli anni più recenti risale
un’altra demolizione, stavolta all’incrocio tra via Mazzini e vicolo
Monastero, dove è stato abbattuto l’ultimo muro medioevale di quello che
fu l’antico complesso monastico delle Clarisse. La passerella pedonale -
continua Gnocchi - non sarà antica come gli edifici e i monumenti che
ho ricordato ma è comunque uno dei simboli della nostra città. Si pensi
che negli anni Trenta e per diversi anni successivi fu l’unica
passerella sopraelevata ai binari che c’era tra Piacenza e la stazione
di Milano Centrale». A pesare c’è la lettera inviata a settembre in
comune da Rete Ferroviaria Italiana. La missiva ha prospettato due
opzioni di intervento per risolvere la questione del degrado strutturale
della passerella: o l’abbattimento definitivo del manufatto (e il
contestuale “sfondamento” in sottopasso del quinto binario) oppure il
restauro del ponte pedonale. A costare meno, però, è proprio
l’abbattimento della passerella: 1 milione di euro, contro il milione e
400 mila euro che servirebbe per mettere mano al restyling della
passerella. Municipio e Rfi si sono già incontrati la settimana scorsa
ma nessuna decisione è stata ancora presa. «Sappiamo che sono momenti
difficili e che l’attenzione alle voci di spesa è importante - conclude
Gnocchi -. L’auspicio, però, è che in nome del risparmio economico non
si sacrifichi ancora un pezzo della storia della nostra città».Fonte: Il Cittadino