La presenza dei “clochard” che vivono ai margini di piazza della Pieve
ha acceso una serie di interrogativi nella comunità locale. Le foto del
fornellino e dei giacigli che si scorgono tra l'erba dell'area che sorge
in fregio al Concentrico nella giornata di ieri hanno portato
l'attenzione della comunità su una parte di San Donato che nell'estate
ha in tante occasioni ospitato concerti e manifestazioni, per poi
passare nel dimenticatoio, in costante attesa del decollo di onerosi
interventi di manutenzione. La notizia in merito ai “senzatetto” che
bivaccano nella zona ha raggiunto anche il municipio, dove si è
ripresentata l'identica situazione che questa estate ha portato il
comitato di Certosa a reclamare il supporto dei servizi sociali:
«Purtroppo - spiega l'assessore alla partita, Marco Zampieri - gli
interventi sono difficili, in quanto i servizi non prevedono la presenza
di operatori che scendano in strada a prendere contatti con i
senzatetto. Proveremo a valutare con il terzo settore se ci fosse
qualche possibilità di incontrare queste persone. Altrimenti, gli
sportelli comunali rimangono a disposizione di chi si presenta
spontaneamente negli uffici a chiedere aiuto». Risale ai mesi scorsi
l'appello che il comitato civico di Certosa, alle prese con gli stessi
problemi, ha rivolto al noto sodalizio dei City Angels, cui ha chiesto
se l'impegno prestato dai volontari nei confronti di chi vive ai margini
sia limitato alla zona di Milano o se si estenda anche alla periferia.
Dopodiché, nel periodo in cui sul caso si erano accesi i riflettori, i
frequentatori notturni che dormivano su panchine e aree pubbliche si
erano allontanati. L'attenzione si è dunque smorzata e sono anche
cessate le segnalazioni. Semplicemente forse i diretti interessati
avevano percepito che la loro presenza era stata notata, pertanto
avevano deciso di cambiare indirizzo. Forse senza nemmeno allontanarsi
troppo. Ma a questo punto in primo piano è finita la piazza, che resta
riparata sia dal passaggio sia dai complessi residenziali. È certo
infatti che alla Pieve, complice proprio la collocazione, probabilmente
qualcuno ci “abita”. Magari saltuariamente. Agli evidenti segnali di
degrado si aggiungono anche bottiglie di plastica gettate sul ciglio,
insieme ad altri rifiuti. Non c'è alcun cumulo di spazzatura e niente di
evidente da una prima occhiata, ma basta prestare un attimo di
attenzione per rendersi conto che la piazza ospita un “dietro le quinte”
sconosciuto.Fonte: Il Cittadino