Le 50 nuove telecamere della città collegate alla centrale operativa
della comando di polizia locale sono spente da mesi. Ufficialmente non
sono mai diventate operative, eccetto forse che per una breve parentesi
di prove, in cui l'attenzione era stata puntata sulla stanza dei bottoni
“super tecnologica” ospitata nel quartiere generale dei vigili, in un
periodo in cui si parlò anche di formazione del personale per l'utilizzo
dei nuovi dispositivi.
Non si sa nemmeno che fine abbiano fatto le
altre 15 telecamere preesistenti al nuovo investimento, che in realtà
per un problema del cablaggio hanno avuto sin dall'origine grossi
problemi di decollo. Il problema è diventato attuale nei giorni scorsi,
quando la ventidueenne Marta Romeo è morta a Poasco dopo un incidente
con il motorino. Già all'indomani del tragico fatto la società civile, e
non solo, ha iniziato a parlare di riprese che sembrano non esserci.
Forse le ha la ditta che un paio di anni fa ha installato gli impianti,
che a sua volta potrebbe trasmetterle alle autorità, ma i filmati non
sono a disposizione del comune, in quanto gli impianti non sono mai
stati collaudati. Alla richiesta di notizie ieri il municipio si è
mostrando “blindato” proprio per la delicatezza del caso in corso:
«L'amministrazione comunale - si legge in una nota - , dal momento che
sono in corso le indagini sull'incidente mortale avvenuto negli scorsi
giorni a Poasco e che sulle stesse il Pubblico Ministero titolare del
fascicolo ha imposto il massimo riserbo per non pregiudicare gli
ulteriori accertamenti da compiersi, al momento non ritiene opportuno
dichiarare alcunché circa il sistema di videocontrollo cittadino». Ma la
questione, su cui la politica sta tornando a reclamare risposte, era
del resto già emersa nei mesi scorsi in sede ufficiale: «In giugno -
spiega il capogruppo di Rifondazione comunista Massiliano Mistretta -
avevo chiesto in consiglio comunale notizie riguardo l'avvenuto
collaudo, sollecitando la documentazione che, a distanza di quattro
mesi, non mi è ancora stata inviata. Nella relazione allegata al
bilancio la giunta aveva scritto che le telecamere aumentano la
percezione di sicurezza, ma i cittadini che si sentono più sicuri perché
pensano di essere in una zona video controllata forse si sbagliano».
Gli stessi dubbi il portabandiera del Pd sandonatese Andrea Pasqualini
li ha messi nero su bianco in un'interrogazione protocollata nei giorni
scorsi, in cui rivolgendosi all'esecutivo di centro destra chiede
notizie sullo spinoso argomento. E mentre la minoranza parte alla
carica, molti sandonatesi hanno iniziato a guardare con particolare
attenzione i congegni che, a causa di uno scivolone tecnico, per il
momento sono fuori uso.Fonte: Il Cittadino