lunedì 31 ottobre 2011

San Donato - La maggioranza esplode sul Pgt

Il consiglio comunale di San Donato si trasforma in curva da stadio per l’approvazione del Piano di governo del territorio, arrivata dopo quattro convocazioni a raffica: mercoledi, giovedi, venerdi e d’urgenza domenica mattina. Nove ore in aula ieri, fino al voto che consegna al passato il piano regolatore sostituito dal nuovo strumento.
Lo votano 11 del Pdl compreso il sindaco, 3 del gruppo La città domani con Dompè sindaco, uno del misto e l’“outsider” Giacinto Calculli dei Moderati di centro. Contro le minoranze, 9 in aula dopo l’estenuante maratona, mentre la Lega non partecipa. Un assente giustificato nel Pdl (Cafaro) e un astenuto (Lusetti). Ma l’occhio dei presenti non è stato certo inchiodato al display con i numeri.Ben altro ha attirato l’attenzione sin dall’inizio dell’insolita seduta festiva. Urla, contestazioni, striscioni; alla fine l’intervento di polizia locale e carabinieri. È stato necessario per tenere a bada la bollente messinscena che ha preso forma: inattesa ma fino a un certo punto. Militanti leghisti appoggiati da cittadini di Poasco e no prima aspettano fuori dal portone comunale, poi si scatenano. Urlano «dittatura, dittatura!» ai banchi di giunta, «vergogna», inalberando cartelli e fogli con scritto «Giù le mani da Poasco». I due consiglieri Luigi Ghilardi e Marco Vigorelli, con l’assessore alla sicurezza Simona Gargani, nemmeno provano a sedersi palesando l’evidente dato politico che, se in due giorni andava trovata la “quadra” col Carroccio, soprattutto sulla questione piani edilizi a Poasco, quadra non è stata trovata (anche se poi su Poasco passerà, in mezzo a minori clamori, un emendamento importante). C’è pure il mistero se i bossiani abbiano chiesto o no un consiglio unicamente per discutere la sfiducia al primo cittadino.Il sindaco Dompè assiste impassibile al suo posto, mentre il presidente Luca Compagnone tenta di far partire i lavori. Esperimento difficile, interrotto almeno tre volte dai boati in platea, che rendono necessario rafforzare i vigili con tre carabinieri. Si riesce ad avviare i motori. «Ecco come si finisce a non considerare quaranta osservazioni di cittadini, tutte dichiarate incongruenti col Pgt», riassume per tutti Gabriella Achilli.Poi parla Dompè: «La maggioranza c’è e lo vedrete dal voto. La Lega? È già fuori dall’esecutivo». Emilio Beatrice, capogruppo Pdl, indica la «coda di paglia» dei lumbard: «Perchè non vengono qui al loro posto a spiegarci il loro disaccordo, anzichè fare show come questi? Il Pdl, dal canto suo, è compatto. Se la Lega riceve ordini da Roma sull’alzare il prezzo, non è affar nostro». Ghilardi torna a sedersi e sbotta: «Lo volete capire che siete contro i cittadini, non la Lega?».Un po’ sbollito il clima si passa ad un “concilio” che si chiude alle 18 circa. Si verifica però una convergenza non insignificante: un emendamento di Rifondazione Comunista, che proroga la norma di salvaguardia dell’attività agricola del vecchio Prg per l’area della cascina Ronco, ottiene 29 favorevoli e nessun contrario. Alla fine le mani alzate danno l’ok. Risultato in cassaforte, maggioranza a brandelli.Fonte: Il Cittadino
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