Quasi due anni di silenzio. A San Martino in Strada per lungo tempo le
note del prestigioso organo Cavalli non risuoneranno più nella chiesa
parrocchiale. Da poche settimane il maestoso strumento ha lasciato un
vuoto nella chiesa. In tutti i sensi. L’organo infatti è stato
“strappato” dalla controfacciata della parrocchiale, dove da decenni
ormai anima ogni celebrazione ed ogni liturgia, per essere sottoposto a
un restauro completo.
L’intervento si era reso assolutamente necessario,
perché la funzionalità dello strumento era già in larga parte
compromessa.Le 1800 canne dell’organo Cavalli sono state già smontate ma
il restauro è un’operazione che richiederà molto tempo, per cui lo
strumento rimarrà lontano da San Martino per almeno un anno e mezzo.
L’opera ha dovuto ricevere il benestare della Sovrintendenza e comporta
nel complesso una spesa non indifferente. Si tratta di circa 150mila
euro, finanziati in gran parte dalla Fondazione Banco Popolare di Lodi,
quindi dalla Cei (Conferenza episcopale italiana) e dalla stessa
parrocchia sanmartinese, guidata da don Angelo Dragoni.«Il nostro organo
risale al 1855 - ha spiegato Valerio Folli, organista della parrocchia -
ed è stato realizzato da Giuseppe Cavalli, dapprima allievo dei Bossi,
nel Bergamasco, e poi attivo nel Lodigiano per lungo tempo». «Si tratta
di uno strumento di rilievo nel nostro territorio - ha continuato Folli -
per le caratteristiche che presenta dal punto di vista del timbro,
fonico e costruttivo». «L’organo sanmartinese - ha concluso Folli - è
con ogni probabilità una delle opere più grandi realizzate da
Cavalli».Anche la chiesa parrocchiale di San Martino è antichissima: se
ne ha notizia già dal 12esimo secolo anche se la chiesa attuale è del
1576, come risulta da un’iscrizione sul posto, mentre il campanile è del
17esimo secolo.Il restauro dell’organo è stato affidato a un
laboratorio specializzato: la Bottega Organaria Soncino di Cremonesi e
D’Arpino. Si tratta della stessa bottega che nel Lodigiano si è già
occupata dei lavori di recupero dell’organo di Borghetto e di quello di
Massalengo.In attesa che a San Martino lo storico organo torni dunque a
diffondere il suo suono glorioso, la parrocchia ha provveduto a
sistemare in chiesa un piccolo sostituto elettronico, per continuare ad
arricchire le celebrazioni con canti e melodie.Fonte: Il Cittadino