giovedì 2 ottobre 2008

“Giallo inceneritore” su San Donato

Il terzo impianto milanese potrebbe sorgere a pochi chilometri dalla città, Dompè predica prudenza.

Dopo un anno si torna a parlare di nuovi inceneritori milanesi, con il Sudmilano in prima linea come sede ideale, visto che nel resto della provincia il posto per costruirli è scarsissimo. Rozzano o Segrate sono in “pole position” per il nuovo termovalorizzatore che un anno fa, nei calcoli del Piano rifiuti di palazzo Isimbardi, era stimato di portata non inferiore alle 550mila tonnellate annue di scorie trattabili. Estrema cautela per ora dalle amministrazioni sudmilanesi più vicine alle possibili sedi della struttura: San Donato Milanese ad esempio, dove il sindaco Mario Dompè non si pronuncia sull’argomento in attesa di informazioni più dettagliate. Forse il passaggio del Piano rifiuti in consiglio provinciale, che avverrà entro due-tre settimane, non scioglierà il dubbio sulla collocazione del terzo maxi impianto milanese. Sulla carta infatti il documento rifiuti della provincia di Milano non ha il compito di dare l’esatta ubicazione degli inceneritori, quanto di calcolare i “fabbisogni” impiantistici del bacino milanese (4,5 milioni di abitanti in totale). In ogni caso entro pochissimi giorni è attesa dall’assemblea provinciale un’indicazione, che potrebbe riguardare molto da vicino il Sudmilano fino a lambirne i margini. Il comune di Milano continua a insistere su Rozzano - vecchia idea circolante sin dalla fine del decennio scorso - come sede ideale dell’impianto da affiancare a Silla 1-2, dove affluisce la maggior parte della spazzatura milanese. La provincia, per quanto si sa in attesa di ulteriori dettagli, propenderebbe per Segrate, quindi una decina di chilometri a nord del confine comunale di San Donato. Nel frattempo il centrodestra a Palazzo Isimbardi rivendica il merito di aver smosso le acque, che altrimenti rischiavano di impaludarsi in interminabili discussioni di commissione e “guadagnare” la fine della legislatura. «Ciò che è successo nell’ultimo anno è chiaro - afferma infatti Bruno Dapei, capogruppo di Forza Italia in provincia - il Piano rifiuti del 2007, dopo essere stato adottato ma non approvato, ha avuto diversi rilievi dalla Regione Lombardia che l’ha bloccato. Mancava infatti il requisito numero uno: l’autosufficienza provinciale, che passa solo per la costruzione di un impianto in più. Negli ultimi mesi abbiamo assistito a una evidente dilazione di tempi in commissione ambiente, dettata dalla sinistra interna all’esecutivo Penati, per arrivare il più tardi possibile al passaggio in consiglio. Ma Forza Italia, Udc e Lega nord hanno raccolto il quorum per convocare l’assemblea». Un anno fa la stima dei rifiuti prodotti in eccesso dal Milanese era 90mila tonnellate l’anno. Costi di smaltimento extra: undici milioni di euro.
Fonte: Il Cittadino

Questi, alcuni commenti di cittadini sandonatesi:

- "... Dompè predica prudenza"

Ovvio.... Si è mai saputo di Sindaci o Amministratori che hanno cercato di precorrere i tempi interessandosi e prospettando soluzioni alternative per tutelare i propri cittadini?

- È uno scandalo che riguarda tutta la politica: invece di guardare al futuro e portare il riciclaggio al 100% questi fanno inceneritori e noi dobbiamo morire di cancro !!! Già la Lombardia è un catino di me**a, non so se vi è mai capitato di vedere le mappe dell'inquinamento, in Europa siamo tra i peggiori...

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