venerdì 26 dicembre 2008

LA VETTABBIA

Nelle immediate vicinanze dell’Abbazia di Chiaravalle e dell’Abbazia di Viboldone scorre la Vettabbia, un canale navigabile che è stato nei secoli una delle vie di comunicazione più importanti per Milano, assicurando il collegamento via acqua della città di Milano con il Lambro, con il Po e quindi con Ravenna, capitale dell’Impero Romano, e con Comacchio, da dove risalivano verso Milano i barconi carichi di sale.

La Vettabbia fu per Milano quello che la Via Salaria era per Roma.

“I Romani costruirono il canale della Vettabbia, il Vectabilis che, partendo da Milano, andava a sfociare nel Lambro e consentiva, navigandolo in senso inverso, di trasportare spedita­mente le merci in città.
Del Lambro abbiamo menzione da un turista d'eccezione, Sidonio Apollinare (430-487) che di un suo viaggio da Pavia a Ravenna fatto in barca lungo il Po, narra d'essersi soffermato alla bocca dei fiumi maggiori, il Lambro, l'Adda, il Mincio, e d'averne risalito per breve tratto il corso, scrivendo: Penetrai anche alquanto per le foci che mi si fecero incontro del Lambro algoso e dell'Adda cerulo... essi avevano le rive e il letto rivestiti a tratto a tratto di selve di querce e di aceri.
Landolfo Senior ha lasciato scritto che i romani scavarono un letto più grande alla Vettabbia per congiungere Milano al Lambro; canale navigabile, Vectabilis, largo 9 metri. Al suo sbocco nel lambro vi era un porto fluviale e le barche arrivavano al Po, ove era il Portus Mediolanensis, quindi al mare.
Questo traffico fluviale è documentato da un privilegio concesso dal re longobardo Liutprando, il 10 maggio 715, riguardante l'esclusiva ai comacchiesi, del trasporto del sale sino a Milano. Sempre Landolfo scrisse che: “... il fiume che si chiama Vectabilis, il quale un tempo, associato al Lambro, quotidianamente ci offriva, colla premura di una madre, tutte le ricchezze da paesi ultramarini. Infatti la Vettabbia era la porta più comoda per l'entrata delle merci in Milano dal sud.
Ora, modificata completamente la configurazione della vallata, inalveata in un nuovo corso, la Vettabbia è svilita al rango di un semplice canale di spurgo.”

Così scrive Luciano Previato nel libro “San Giuliano Milanese - una storia da raccontare”, del 1989.

Negli ultimi decenni del secolo scorso la Vettabbia è stata il segno più visibile del degrado ambientale. Ridotta a canale di scolo delle acque luride della metropoli, essa non ha potuto più fornire acqua per l’irrigazione delle centinaia di pertiche coltivate a marcita attorno a Viboldone. L’erba irrigata con le sue acque provocava malattie ai vitelli.Le marcite sono così state spiantate. L’agricoltura si è velocemente trasformata in monocultura del mais. Unico segno di vita sulle sue sponde la feroce lotta per la supremazia tra pantegane e gabbiani da guerra.Negli ultimi tempi la costruzione del depuratore di Nosedo ha creato un notevole miglioramento della qualità delle acque della Vettabbia, che speriamo possa tornare fruibile ai cittadini, attraverso la creazione del parco della Vettabbia, con piantumazione di boschi e creazione di piste ciclabili e percorsi pedonali.

Fonte: Gli Amici di Viboldone

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