sabato 2 maggio 2009

I Comuni del basso lodigiano - Castelnuovo Bocca d' Adda

Paesaggio


Il toponimo di Castelnuovo Bocca d'Adda rispecchia la sua posizione geografica: il territorio del paese si estende infatti dove l'Adda riversa le sue acque nel Po, anche se il nucleo abitato sorge alquanto a sud rispetto al punto di confluenza.Un tempo i campi, ora protetti dagli argini, erano periodicamente invasi dalle acque che straripavano dai due fiumi e che, nel ritirarsi, davano luogo a zone palustri. Pertanto, fin dal Medioevo, si impose la necessità di prosciugare le terre con opere di bonifica. Castelnuovo Bocca d'Adda sorge in una zona sicuramente emersa in antico dalla pianura sottostante, visto che prima del XII secolo il luogo, per le sue notevoli prerogative di difesa, fu fortificato.Luogo conteso durante i secoli fra le vicine città di Cremona e Piacenza per la sua singolare posizione strategica, incuneato com'è fra i due alvei dei fiumi, ebbe, pare, importanza notevole fin dall'epoca romana. Si tramanda che già i galli avessero intuito la possibilità di farne una zona militare e che i romani, dopo la fondazione di Cremona e di Piacenza, lo avessero fortificato e scelto come punto di riferimento per successive conquiste. Si sa inoltre che, fin da tempi antichissimi, qui esisteva un porto ove giungeva il sale, portato dai comacchiesi che risalivano il Po. Le notizie più dettagliate risalgono però ad epoche posteriori, quando, nel Medioevo, compaiono i primi documenti che testimoniano le vicende dell'abitato, ormai non più adibito alla sola funzione militare. Nel IX secolo le terre fra Adda e Po, secondo la narrazione degli storici lodigiani, furono donate all'abate di San Sisto di Piacenza, i cui successori le tennero anche durante i secoli seguenti. Nel 1139 compare il nome di Castelnuovo, toponimo significativo di una ricostruzione della fortezza , avvenuta in tempi che non conosciamo, ma che chiaramente ci suggerisce vicende travagliate, caratterizzanti la vita del paese per tutto il Medioevo. Il luogo che più tardi ebbe il nome di Castelnuovo Bocca d'Adda, si chiamava allora Isola di Roncarolo o Roncarolo semplicemente: e da allora, comincia il nuovo nome Castelnuovo, a cui si aggiunge l'attributo di Bocca d'Adda per distinguerlo da altri numerosissimi omonimi nelle diverse zone d'Italia.Alla fine del XII secolo, l'abate di San Sisto dovette cedere tutti i suoi diritti su Castelnuovo ai cremonesi , che provvidero a costruire una rocca più ampia della precedente, portandola a termine nel XIII secolo. Si ricordano numerosi scontri fra cremonesi e piacentini per il possesso del castello, a cui si intrecciarono i contrasti fra i diritti dell'abate di San Sisto e quelli del vescovo di Lodi. Fra le diverse distruzioni a cui fu soggetta la rocca, si ricorda quella avvenuta nel 1311 ad opera dei piacentini, quando essi espugnarono la fortezza tenuta da Cremona, che si era ribellata all'imperatore Enrico VII. Solo dopo pochi anni , nel 1314, Castelnuovo fu conquistato da Galeazzo Visconti;a questa famiglia il paese rimase durante il corso del secolo XIV, finché all'epoca di Bernabò Visconti la rocca fu nuovamente fortificata . Non cessarono però le contese che perdurarono anche nel XV secolo, quando il castello passò dapprima al Capitano di Ventura Cabrino Fondulo e fu poi ripreso dai Visconti. Il feudo faceva ormai definitivamente parte dei domini milanesi quando gli Sforza ne investirono dapprima Carlo Fiesco, poi il pavese Filippo degli Eustacchi e, nel 1492, il cremonese Marchesino Stanga , fedele al duca. Attraverso varie vicende la famiglia Stanga riuscì a mantenere il possesso fino alla soppressione dell'istituto dei feudi.Come luogo di confine degli Stati Parmensi, a Castelnuovo esisteva pure, a quei tempi, una Ricevitoria doganale.Gli Stanga lasciarono nel paese il segno della loro presenza, a partire dalla costruzione che si vede emergere(per chi viene dalla valle del Po) su tutto l'abitato, con una mole che richiama, nella sua vastità un'antica fortezza. E' il loro palazzo, nato dalla trasformazione settecentesca di una parte del precedente castello. Mentre il palazzo degli Stanga si presenta ancora ben leggibile sul corpo principale della fabbrica, i resti dell'antico castello sono in stato di grave degrado. Nonostante le continue manomissioni dovute ai diversi passaggi di proprietà, è tuttora possibile ammirare l'impronta scenografica dell'accesso al palazzo, posto fra due cortine murarie, su una delle quali sono inseriti tre ritratti rinascimentali (di profilo, in bassorilievo) di personaggi della famiglia; l'ingresso settecentesco, è fiancheggiato da due piccoli portali laterali, graziosamente decorati. Il corpo rettangolare del palazzo, risalente al 1705, con finestre ornate da una cornice superiormente sagomata, si profila alla destra dell'entrata; un colonnato costeggia il giardino nella zona posteriore, creando, insieme ad un muro traforato da aperture sagomate, un angolo suggestivo verso la campagna.In ogni angolo del paese, anche sulle facciate delle abitazioni è possibile imbattersi nello stemma degli Stanga, che hanno improntato dei loro fattivi interventi sia l'abitato sia le più importanti opere d'arte. A pochi passi dal palazzo si incontra la nobile costruzione cinquecentesca della cappella Stanga, annessa alla chiesa parrocchiale. Quest'ultima fu consacrata nel 1471 e dedicata a Maria Nascente; rimaneggiata nel 1761 (modifiche che le dettero l'aspetto attuale), restaurata ulteriormente nel nostro secolo, ora si presenta a una sola navata divisa in cinque campate, arricchita da pregevoli altari settecenteschi e da dipinti di buona fattura, fra i quali emerge una pala che raffigura la Madonna del Rosario, risalente al 1599.Sulla sinistra della chiesa si apre la cappella degli Stanga, di impianto ottagonale, caratterizzata, sia all'interno che all'esterno, da un fregio classico sormontato su ogni lato da "serliane" che conferiscono particolare luminosità all' ambiente. L'interno conserva pezzi di un certo pregio: un altare in scagliola, recante al centro lo stemma degli Stanga, un'icona lignea riccamente modulata e una pregevole fonte battesimale in pietra, del 1571, che si contraddistingue per la sobrietà delle linee. Non lontano dalla parrocchiale è ancora visibile, al centro del paese, l'ampia mole della chiesa di Santo Stefano, dalla facciata settecentesca, purtroppo ormai sconsacrata e adibita a magazzino.Un'altra piccola cappella, dedicata alla Madonna di Campagna, sorge isolata all'estremità del paese, lungo la via per Meleti.Nell'ottocento fu eletta dagli Stanga come loro cappella mortuaria ed è per questo che ancora oggi alle pareti sono apposte le lapidi funerarie di vari personaggi della famiglia.Sulla stessa via, un poco discoste dal paese, si dispongono le case della frazione di Sant'Antonio (l'unica di Castelnuovo Bocca d'Adda). Vi sorge un oratorio dedicato a S. Antonio Abate, risalente al XVII secolo. All'interno si conserva una pregevole statua in legno del Santo.Non si hanno più tracce delle chiese antichissime di S. Michele e S. Bartolomeo. Castelnuovo vantava un antichissimo ospedale intitolato a S. Mamerte, di cui si ignora l'origine, ma che, certamente fu posteriore al 1261. Allorché si trattò di incorporarlo nell'Ospedale Maggiore di Lodi, come avvenne di tutti gli altri Ospedali del Lodigiano.Nel paese si ha memoria di un'altro ospizio di monaci dell'ordine di S. Benedetto, soppresso nel 1782. L'antico convento è, ora, ridotto ad uso di abitazione civile: né si conserva altro che una piccola immagine della Vergine col Bambino, dipinta su un angolo del muro esterno di cinta; immagine per la quale il popolo nutre una speciale venerazione.

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